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Criptovalute, occhio ai vostri investimenti: 3 fattori di rischio (e 5 consigli)

Il pendolo sulle criptovalute continua a oscillare, tra la nuova frontiera dell’investimento finanziario e la terra incognita ricca di rischi più che di opportunità. In questi giorni dalla Borsa di Hong Kong – quindi prima grandezza nel mercato della finanza internazionale – è venuto un segnale di attenzione, che segue di poche settimane quello lanciato dalla Sec, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori. In entrambi i casi si è dato il via libera agli Etf spot su Bitcoin ed Ethereum, due delle principali criptovalute in circolazione.

Gli Etf spot su Bitcoin obbligano i fondi autorizzati ad emetterli a detenere la criptovaluta vera e propria e permettere agli investitori di comprare azioni che rappresentano una parte della quantità di Bitcoin detenuta dal fondo. Insomma, un atterraggio nella realtà di una valuta che resta “eterea” per definizione. Un ulteriore passo verso la convergenza tra finanza tradizionale e digitale.

Sono passati 15 anni dal lancio di Bitcoin (la prima criptovaluta generata) nel 2009 e il suo valore rispetto al dollaro ha superato ogni aspettativa, arrivando a toccare nel 2021 i 69mila dollari di valore per un singolo Bitcoin. Oscillazioni drammatiche di prezzo e valore hanno reso il Bitcoin e i suoi fratelli (e sorelle) ancora un mondo incerto. Ma i segnali di Hong Kong e New York avvicinano le ipotesi di investimento anche per i soggetti più cauti (ma un po’ di rischio è inevitabile).

In Italia (e in tutta Europa) ancora non è possibile comprare Etf spot di Bitcoin. Questo perché per la regolamentazione dell’Unione Europea un ETF Ucits compliant centrato sul Bitcoin non soddisfa i requisiti chiave Ucits, il marchio di garanzia di qualità dell’Unione europea.

Questo non significa che non esistano strumenti per esporsi parzialmente agli andamenti del mercato di Bitcoin. Gli investitori italiani ed europei hanno già modo da tempo di esporsi a Bitcoin e altre criptovalute grazie agli Exchange Traded Product (ETP), prodotti che replicano fedelmente l’andamento del sottostante. L’investitore, al contrario di quanto accade con gli ETF, non possiede indirettamente una quota degli asset del fondo, ma possiede un titolo di debito e non come titolo azionario.

In Europa ci sono al momento circa 130 ETP su criptovalute, a cominciare da Bitcoin ed Ethereum, quotati su diverse borse europee come Euronext Amsterdam o Euronext Paris. Manca all’appello la Borsa Italiana, ma dal 2019 gli investitori italiani possono fare trading su questi ETP su criptovalute solo se il broker o la piattaforma di trading a cui ci si affida offrono la possibilità di farlo.

Dove comprare criptovalute?

Ma il mondo delle criptovalute richiede prudenza e attenzione. Innanzitutto, dove comprarle?

  • Esistono gli exchange (come )
  • e i broker di criptovalute (es. )

Gli exchange sono nati appositamente per detenere e scambiare criptovalute, con tutti i servizi offerti che ruotano interamente intorno a esse. Qui molto spesso si ha la possibilità di metterle a rendita ricevendo discrete percentuali d’interesse annuo, partecipare al lancio di nuove crypto e moltissime altre cose che dipendono dalla piattaforma in questione. I broker invece solitamente permettono l’acquisto di CFD (contratti per differenza) ma non della criptovaluta stessa (fanno eccezione piattaforme come eToro dove le cripto sono reali). Ciò significa che, comprando un CFD di bitcoin, si avrà un titolo che permetterà di replicare guadagni o perdite dell’asset sottostante, ma nulla più.

A questo punto per comprare criptovalute in Italia è necessario seguire questi passaggi:

  1. Scegliere un broker o un exchange di criptovalute.
  2. Creare e verificare il proprio account.
  3. Depositare dei fondi da investire.
  4. Effettuare il proprio ordine di criptovalute.
  5. Scegliere dove conservare le criptovalute.

Fattori di rischio

Prima di tutto, è bene sottolineare che ogni investimento, di qualunque natura, porta con sé una serie di rischi di cui l’investitore dovrebbe tenere conto. Per quanto riguarda le criptovalute ci sono specifici fattori di rischio:

  • un primo fattore di rischio è da associare alla loro volatilità. Infatti, le criptovalute sono soggette a forti fluttuazioni dei prezzi e possono rappresentare una bolla speculativa, con la possibilità di perdite significative;
  • la mancanza di adeguate regolamentazioni espone gli investitori a rischi legati alle frodi
  • la loro natura tecnologica espone al rischio di attacchi hacker

Nonostante i rischi associati, il mercato delle criptovalute offre anche una serie di grandi opportunità difficilmente replicabili su altre categorie di asset.

L’estrema volatilità è un rischio, ma per molti trader è diventata una opportunità di moltiplicare in poco tempo il valore dell’investimento.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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