La Bce taglia i tassi di interesse per la quarta volta quest’anno e fa intendere che nel 2025 i tagli continueranno. L’istituto centrale europeo presieduto da Christine Lagarde ha portato oggi il tasso sui depositi dal 3,25% al 3%. Il primo taglio risale a giugno quando i tassi stazionavano sui massimi al 4%. La decisione era ampiamente prevista dal mercato, anzi c’era chi ipotizzava un taglio di entità maggiore (50 punti base).
“C’è stata discussione per considerare un taglio di 50 punti base ma la proposta del capoeconomista Philip Lane di 25 punti base è stata poi approvata all’unanimità”, ha precisato Christine Lagarde.
Ulteriori tagli sono all’orizzonte nel 2025. La Bce ha infatti rimosso il messaggio secondo cui era necessario “mantenere i tassi di interesse sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”.
“Il processo di disinflazione è sulla buona strada”, si legge nella nota di accompagnamento alla decisione di politica monetaria. Christine Lagarde, nella conferenza stampa post-riunione, ha ribadito che l’orientamento di politica monetaria seguirà un approccio guidato dai dati.
“Il consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine”, ha aggiunto la presidente della Bce, rimarcando come gli ultimi dati macro evidenziano un rallentamento dopo che nel terzo trimestre l’economia era cresciuta in maniera superiore alle attese. “I rischi per l’economia rimangono orientati al ribasso”, ha aggiunto la Lagarde citando in particolare le possibili tensioni commerciali che potrebbero pesare sulle esportazioni dell’area.
Tagliate le stime di crescita
Le nuove previsioni della Bce sono che l’economia dell’Eurozona crescerà solo dell’1,1% nel 2025, in calo rispetto alla stima di settembre dell’1,3%. la crescita dovrebbe poi risalire a +1,4% nel 2026, in calo rispetto alla precedente proiezione dell’1,5%.
“La decisione odierna riflette un compromesso tra i timori per la crescita e l’inflazione. Allo stesso tempo, la Bce ha abbandonato il riferimento alla restrizione ancora necessaria, mantenendo la porta spalancata per ulteriori tagli dei tassi in arrivo”, commenta a caldo Carsten Brzeski, responsabile macro globale di Ing.
Sulla stessa lunghezza d’onda Kaspar Hense, Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay Asset Management: “Ci aspettiamo che gradualmente, vale a dire 25 punti percentuali a riunione, riducano ulteriormente i tassi al di sotto della “neutralità a breve termine” che, a nostro avviso, si aggira intorno al 2%”.
Tassi giù, gli effetti sui mutui
Taglio dei tassi che per gli italiani si farà sentire, in positivo, sulle rate dei mutui. Il Codacons stima che il taglio di 0,25% dei tassi si tradurrà a regime in un risparmio compreso tra i 13 e i 30 euro al mese. Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra -156 e -324 euro. Se il finanziamento ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produrrà un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua.
Tagli che ammortizzano solo in parte i rincari degli ultimi anni. “Basti pensare che per alcune tipologie di mutuo a tasso variabile la maggiore spesa ha raggiunto nel 2024 i 5mila euro l’anno rispetto ai tassi medi di fine 2021”, argomenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
Stando a un’analisi condotta da Facile.it, da inizio 2024 ad oggi la rata di un mutuo standard è scesa di 66 euro, passando da 748 euro a 682 euro, ancora molto lontana dai valori di inizio 2022, quando era pari ad appena 456 euro. Con il nuovo taglio dello 0,25% la rata di un mutuo variabile standard potrebbe scendere di circa 18 euro nei prossimi mesi, passando da 682 euro a 664 euro (simulazioni realizzate su un mutuo da 126mila euro in 25 anni, Tan iniziale 0,67% (Euribor3m+1,25%) sottoscritto a gennaio 2022);
Anche il settore immobiliare torna sotto i riflettori. A Piazza Affari, il settore FTSE Italia All Share Real Estate sta registrando un +3,5%, surclassando il Ftse Mib (+0,48%). “I tagli ai tassi stanno aprendo le porte al mattone: gli investitori tornano a scommettere sull’immobiliare”, rimarca Gabriel Debach, market analyst di eToro.
Btp stabili dopo Bce e maxi-asta
Sul mercati al momento reazione moderata dell’euro dollaro che si mantiene poco sotto la soglia di 1,05. Sull’obbligazionario movimenti minimi con il rendimento del Btp decennale a 3,23% sostanzialmente agli stessi livelli di quelli precedenti l’annuncio Bce.
“Nel medio-lungo periodo – sottolinea Gabriel Debach di eToro – i fondamentali potrebbero favorire l’euro: negli Stati Uniti pesano i crescenti deficit gemelli (fiscale e commerciale), insieme a scenari di ulteriori tagli dei tassi e al debito pubblico in espansione. Questi fattori potrebbero indebolire gradualmente il dollaro, aprendo margini di recupero per la moneta unica”.
Stamattina il Tesoro ha allocato Btp per complessivi 8,5 miliardi. Quelli a 3 e 7 anni sono stati allocati ai rendimenti minimi da oltre due anni. Il Btp a 30 anni è stato assegnato per un miliardo al rendimento di 3,94% da confrontare con il 5,05% dell’ultimo collocamento risalente al novembre 2023.
Nel reddito fisso l’Italia si conferma un’eccezione. “Mentre Parigi e Berlino vivono l’incertezza politica, il mercato premia la stabilità italiana.
L’Italia dimostra che la calma politica è il miglior alleato del debito pubblico. Le aste di titoli di Stato a 7 anni hanno toccato i rendimenti più bassi da luglio 2022, e quelli a 3 anni seguono a ruota, dimostrando come il rischio-Paese continui a scendere”, spiega Gabriel Debach.