Mancano oltre sei mesi alla nomina del nuovo collegio dell’Autorità per l’energia e le reti (Arera), ma dopo le prime indiscrezioni riferite dal «Giornale» (sull’inizio delle manovre di posizionamento da parte di alcuni potenziali candidati alle posizioni aperte), la questione sembra già prendere una piega imprevista. Lo stipendio elevato (240mila euro annui che è il trattamento del primo presidente della Cassazione, il massimo per i dirigenti pubblici che non lavorino in società quotate o emittenti titoli), il potere effettivo – quello di decidere su praticamente tutte le procedure di incentivazione del settore energetico – e la visibilità rappresentano un traguardo ambito. Ecco perché, per non farsi cogliere in contropiede, molti manager e dirigenti si stanno «affacciando» nelle stanze più prestigiose dei Palazzi romani per cercare sponde e appoggi politici, in modo da non farsi trovare impreparati all’appuntamento. Uno dei principali candidati alla presidenza del collegio, secondo quanto si apprende, sarebbe un interno dell’Arera: Massimo Ricci, attuale direttore della divisione Energia, figura di grande esperienza in seno all’autorità che già nel 2018 aveva tentato, purtroppo invano, la scalata alla posizione più importante. Per Ricci contano tanto l’indubbia esperienza nella gestione della macchina amministrativa quanto il gradimento delle Spa pubbliche e private del settore energetico che vedono in lui un interlocutore affidabile. Per lo stesso ruolo, però, si sta proponendo anche Bernardo Pizzetti, attuale direttore generale della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea). Pizzetti, infatti, vedrà scadere il suo incarico, già rinnovato e non più prorogabile, il 23 ottobre 2025 ed è, quindi, in cerca di una posizione di livello uguale se non superiore.
Secondo i bene informati, starebbe cercando una sponsorship da parte del Partito democratico, contando sia sul profilo tecnico che sulla conseguente natura bipartisan delle nomine, eventualità che si verifica ogniqualvolta si registri un’impasse politica. Come avvenne nel 2018, quando lo stallo portò alla nomina di un tecnico come l’attuale presidente Stefano Besseghini.