Un punto di partenza verso una gestione integrata e strategica del patrimonio immobiliare pubblico, con l’obiettivo di ridurre il debito e rispondere a bisogni sociali diffusi. Stamane, al Ministero dell’Economia ha preso ufficialmente il via la Cabina di regia per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Questo organismo, istituito dal governo, è coordinato dal sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, su delega del ministro Giorgetti. La Cabina di regia mira a creare un approccio sistemico e centralizzato per gestire il vasto patrimonio immobiliare pubblico italiano, valorizzandolo come strumento di riduzione del debito pubblico e di supporto allo sviluppo sociale e urbano del Paese.
La nascita della Cabina di regia rappresenta un cambio di passo fondamentale nella gestione degli immobili pubblici, da sempre caratterizzata da una frammentazione delle competenze. Per la prima volta, infatti, tutti i principali attori istituzionali coinvolti nella gestione del patrimonio immobiliare si trovano a lavorare insieme, in un contesto di cooperazione che punta a superare le difficoltà di coordinamento. Come sottolineato dalla Sottosegretaria Albano, “partiremo dai dati. Vogliamo mettere i cittadini nelle condizioni di sapere dove si trova e come viene utilizzato il patrimonio pubblico”. Albano ha evidenziato l’importanza di rendere più accessibili le informazioni sugli immobili statali attraverso l’interconnessione delle banche dati pubbliche, resa possibile da una norma introdotta nel recente Decreto Omnibus: “Nel Decreto Omnibus abbiamo inserito una norma che consente alla banca dati sugli immobili gestita a livello centrale dal MEF di interagire con le banche dati in possesso delle altre PA”.
Questo ambizioso progetto di valorizzazione, stimato su un patrimonio immobiliare inutilizzato di circa 60 miliardi di euro, mira a incentivare gli investimenti e migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche, generando benefici sia economici che sociali. Albano ha chiarito che la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico non è solo una questione di conti pubblici, ma anche una leva di rigenerazione urbana: “Efficientare l’utilizzo delle risorse pubbliche fa bene ai bilanci, attrae gli investimenti, promuove la rigenerazione urbana e il coinvolgimento del terzo settore e di tutte le realtà sociali, inclusa la componente sociale dell’impresa profit”.
Un Maxi Piano per il Patrimonio Inutilizzato
Questo progetto si inserisce in un contesto più ampio, come aveva spiegato Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del Dipartimento Programma, in occasione dell’evento “Far Crescere Insieme l’Italia”. Filini aveva sottolineato come, su circa 300 miliardi di euro di patrimonio immobiliare pubblico, ben 60 miliardi risultino inutilizzati. “Ci voleva il governo Meloni per mettere mano alla gestione dell’immenso patrimonio pubblico”, aveva dichiarato Filini, aggiungendo che il governo intende intervenire con dismissioni mirate che permettano di ridurre il debito pubblico. Ma non si tratterà solo di vendere: molti immobili, deteriorati e inutilizzati, saranno oggetto di piani di recupero e valorizzazione, con l’obiettivo di “trovare forme di investimento per dare nuovo valore agli immobili e indirizzare le politiche abitative”.
La stessa Albano ha confermato la volontà di utilizzare parte del patrimonio per rispondere alle esigenze abitative, con un’attenzione particolare alle fasce sociali più vulnerabili, come giovani coppie, studenti e anziani, che nelle grandi città italiane faticano a sostenere i costi degli affitti. “L’obiettivo è creare una base comune su cui poter lavorare per declinarla all’abitare perché l’abitare ha bisogno non solo di casa ma anche di servizi, di sociale, di lavoro”, ha precisato Albano, spiegando come si cerchi di coinvolgere investitori privati attraverso partnership pubblico-private per attrarre capitali e accelerare le operazioni.
Una Gestione Complessa per una Visione di Sistema
La sfida è notevole. Andrea Montanino, capo economista di Cassa depositi e prestiti, ha spiegato nei giorni scorsi che gestire il patrimonio immobiliare pubblico è complesso: “Il patrimonio immobiliare non è omogeneo: è patrimonio pubblico tanto Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano, quanto il capannone abbandonato nelle campagne”. Ogni immobile richiede un’analisi dettagliata e una strategia personalizzata per la valorizzazione, un compito reso più complicato dalla frammentazione della proprietà tra vari enti pubblici.
La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico come strumento per ridurre il debito non è una novità assoluta. Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, aveva proposto anni fa di creare un fondo immobiliare ad hoc per generare rendimenti stabili attraverso cespiti inutilizzati. La differenza, oggi, risiede nel fatto che il governo ha dato seguito a questa visione con la Cabina di regia, unendo finalmente sotto un’unica strategia le molteplici competenze e interessi in gioco.
La sfida ora è trasformare questa visione in risultati concreti, coinvolgendo non solo il settore pubblico ma anche quello privato, in un approccio che possa finalmente dare nuova vita a un patrimonio troppo a lungo dimenticato.