L’ Isee è quello strumento impiegato per misurare la condizione economica di ogni famiglia italiana, valutando redditi, patrimoni (mobiliari e immobiliari) e tipologia/numero del nucleo familiare. Si tratta di un mezzo fondamentale per i cittadini, che in questo modo riescono ad accedere ad agevolazioni e servizi vari. Entro la sempre più vicina data del 31 dicembre 2024 deve essere presentato il nuovo Indicatore della situazione economica equivalente, che avrà valenza per l’Isee 2026, oltre ad avere la possibilità di ricorrere all’Isee corrente, che invece si riferisce ai conti dei redditi e dei patrimoni relativi agli ultimi 12 mesi.
Detto ciò, esiste un modo per abbassare l’Isee e garantirci la possibilità di accedere a un qualche servizio in più messo a disposizione dei redditi più fragili (esempio: assegno unico per i figli)? La risposta è sì, chiaramente restando nella piena legalità.
Inviando la documentazione entro il 31 dicembre, sarà possibile ottenere delle riduzioni dell’Isee del 2026, chiaramente se sussistono le condizioni. Non solo. Il prossimo anno, in caso siano rispettati determinati criteri, si potrà anche richiedere l’indicatore relativo alla situazione economica dell’ultimo anno. L’Isee corrente può essere richiesto in caso di variazione della condizione lavorativa, con una situazione reddituale complessiva del nucleo superiore al 25%, e con la situazione patrimoniale complessiva del nucleo superiore al 20%. Nel caso in cui la condizione economica del 2024 sia meno vantaggiosa rispetto a quella registrata nel 2023, allora si può chiedere l’Isee corrente, e già questo permette di abbassare l’indicatore. Ma andiamo a vedere le altre soluzioni.
A stabilire l’Isee sono due principali parametri, ossia i redditi e i patrimoni. Omettere informazioni relative a uno di questi due fattori non è legale, e si può incorrere nel rischio di sanzioni, con tanto di controllo fiscale. Esistono però alcune soluzioni – legali – per intervenire su questi dati e abbassare l’indicatore per l’anno 2026, se non addirittura per l’anno 2025.
Una prima via da seguire potrebbe essere quella di cointestare il proprio conto corrente, o postale. Agendo in questo modo, infatti, si considerà l’Isee per metà importo. C’è una condizione però: la cointestazione deve essere fatta con un soggetto esterno al nostro nucleo familiare, perché altrimenti la giacenza media peserebbe interamente sull’indicatore. Bisogna quindi trovare una persona di fiducia, che non sia nostro familiare. E proprio in questo sta il rischio. Occhio a chi si sceglie. Talvolta è meglio non abbassare l’Isee e tenersi il conto invariato.
Un’altra possibilità potrebbe essere quella di agire sulle nostre proprietà, dato che possedere immobili fa salire l’Isee, sia che questi siano abitati che inabilitati. Si potrebbe pertanto scegliere di dare suddetto immobile in usufrutto, dato che la nuda proprietà non viene conteggiata nell’indicatore.
Infine si può scegliere di investire in
Btp, ossia in titoli di Stato, dal momento che questi non rientrano nella somma dei patrimoni immobiliari e mobiliari. Chiaramente bisogna tener conto che è possibile investire rispettando un limite annuo di 50mila euro.