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Pescara, studentessa precipita dalla finestra della scuola: è grave



Poco fa è giunta una terribile notizia, riguardante una bambina caduta dalla finestra della sua scuola a Pescara.

Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri e la polizia per indagare. Sono ancora a lavoro perché la tragedia è avvenuta poco fa, intanto la bambina è stata trasportata in ospedale dopo essere stata stabilizzata dai sanitari del 118.

Bambina precipita dalla finestra di una scuola a Pescara

Ennesima tragedia che riguarda gli studenti, stavolta una bambina è precipitata dalla finestra della scuola primaria “11 Febbraio 1944” di Pescara, in strada Colle Pineta. Non sono state rilasciate al momento dichiarazioni da parte delle forze dell’ordine, che al momento sono impegnate nell’ascoltare i membri del personale scolastico, a partire dalla dirigente Rossella Di Donato.

Per ora è molto difficile ricostruire l’esatta dinamica dei fatti perché il dramma si è consumato davvero poco fa e c’è assoluto riserbo. L’allarme è scattato intorno alle 9.20 e subito i sanitari del 118 sono giunti sul posto per assistere la bambina di 13 anni che ha fatto un volo importante, per cause ancora da definite, riportando traumi in diverse zone. Per fortuna i paramedici sono riusciti a stabilizzarla sul posto e poi l’hanno trasportata in codice rosso presso l’Ospedale Civile. Qui è stata sottoposta ad accertamenti, fra cui la Tac, per capire l’entità dei traumi.

Secondo quanto appreso, le sue condizioni sono gravi, ma per saperne di più saranno decisive le prossime ore. Con lei ci sono i suoi genitori, distrutti da questa vicenda dai contorni ancora poco chiari.

Le indagini

Le indagini da parte delle autorità locali sono in corso ma è molto difficile chiarire al momento cosa sia successo nei momenti prima dell’incidente. Sempre se questa tesi venga confermata, infatti gli inquirenti non possono escludere che si sia trattato di un gesto volontario, sebbene questa ipotesi fa venire i brividi.

L’Istituto fa parte di una rete che unisce diverse scuole del territorio, fra cui quelle dell’infanzia, primarie e secondarie. Un progetto nato diversi anni fa che mira a includere gli alunni in una realtà che tenga conto delle diversità socio-economiche e culturali di tutti. Come ogni scuola anche questa mira al conseguimento del successo formativo degli alunni ma ci si chiede se ci siano invece pecche dal punto di vista dell’ascolto e dell’osservazione dei vari problemi dei singoli elementi.

Non sappiamo molto sulla dinamica dell’incidente, secondo quanto appreso la 13enne si trovava al primo piano della palazzina che ospita la scuola e in classe con lei c’era l’insegnante di turno. Poche informazioni sono trapelate dalle indagini che sono appena all’inizio, ma già un dettaglio macabro è quello che colpisce di più l’attenzione, spianando la strada all’ipotesi del tentativo di suicidio.

Sembra infatti che la giovane abbia chiesto alla maestra di avvicinarsi alla finestra per prendere un po’ d’aria e poi si sarebbe lanciata nel vuoto. Questo almeno è quanto ha affermato l’educatrice, ancora molto scioccata dalla vicenda che ha vissuto in prima persona.

Un fatto terribile che ricorre molto spesso nelle nostre pagine di cronaca e che ci porta nuovamente a chiederci come mai i disagi dei ragazzi non trovino ascolto, portandoli a una situazione di oppressione che quasi sempre sfocia in tragedie simili.

La ragazza si è salvata, è in grave condizioni ma non sembrerebbe in pericolo di vita, tuttavia sappiamo bene che l’epilogo poteva essere più tragico perché ha fatto un volo di diversi metri nonostante si trovasse al primo piano.

Bisognerà chiarire se quello che dice l’insegnante è vero, ad ogni modo al momento le indagini convergono sull’ascolto delle persone che più erano vicine alla ragazza, nel tentativo di capire quali fossero i suoi problemi. Il tentativo di suicidio forse viene messo in atto da questi giovanissimi per attirare l’attenzione più che per cessare di vivere, un modo del tutto sbagliato ma che sembrerebbe quello migliore e più veloce per far capire agli altri che qualcosa non va.

E ora, dall’ospedale dove la 13enne è sotto stretto controllo medico, i genitori si stanno torturando, chiedendosi dove hanno sbagliato e quali segnali non hanno colto. Sono molto scossi per parlare con gli agenti ma lo faranno presto, intanto sperano in una rapida ripresa della figlia per poterla riabbracciare e finalmente ascoltare in modo da risolvere insieme i problemi.

Tentativi di suicidio fra i giovani, fenomeno in crescita

Purtroppo i dati parlano di un fenomeno in crescita quello dei gesti estremi degli adolescenti, specialmente durante la pandemia ma come stiamo vedendo, anche ora.

Rispetto agli anni passati sono cresciute le richieste di aiuto di chi pensa al suicidio e il 55% sono ragazzi. I segnali da non sottovalutare sono diversi, come il cattivo rendimento a scuola o la vera e propria incapacità di seguire le attività proposte dall’insegnante.

Ancora, l’adolescente non si applica negli sport, non frequenta coetanei e ha problematiche somatiche non ben identificabili. Queste sono alcune informazioni fornite dagli psichiatri ma ogni caso è a sé stesso e non c’è una norma univoca per tutti. Ognuno può reagire al disagio in maniera diversa, mostrando solitamente anche repentini cambi d’umore, il fatto è che nonostante le modalità dell’insorgere del problema, questo sfocia quasi sempre in gesti estremi.

È importante osservare bene e una volta compresa l’entità del problema, intervenire ascoltando perché già solo questo è in grado di dare molto conforto e sollievo e chi è in difficoltà. I pensieri legati al suicidio vanno accolti con la massima cautela possibile.

Non bisogna giudicare né sminuire, ed è importante entrare in empatia in modo da far aprire il soggetto. Solo quando si sarà finalmente confidato si potrà arrivare a una soluzione. Questo può comportare il coinvolgimento non solo della famiglia ma anche di uno specialista, ad ogni modo è un passo importante per evitare tragedie come quella di oggi, che ci raccontano di una ragazza con problemi così grandi che l’hanno completamente soffocata impedendole di vedere altre vie di uscita.

Difficilmente un’adolescente spontaneamente chiederà aiuto, è importante osservare bene ogni piccolo cambiamento per captare il problema.


Fonte: https://www.nanopress.it/s/cronaca/feed/


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