More stories

  • in

    Triplo schiaffo del Parlamento alle tlc

    Ascolta ora

    Nell’industria delle telecomunicazioni speravano di ricevere notizie positive dalla legge di bilancio. Ma, salvo colpi di scena, i recenti emendamenti presentati con primo firmatario Erik Umberto Pretto, che avrebbe incluso le società del settore tra quelle energivore – e quindi con sconti sulle bollette attraverso l’annullamento degli oneri di sistema e con un credito d’imposta del 35% sul quantitativo di energia acquistata e consumata – non saranno inclusi tra le misure segnalate da parte dei gruppi parlamentari. Significa che probabilmente finiranno su un binario morto, anche perché i due interventi non sono a costo zero e prevedono una copertura finanziaria (800 milioni divisi su 2024 e 2025). Il tutto, nell’ambito di una manovra che, a causa dei vincoli europei e della pesante eredità dei bonus edilizi, avrà un margine stretto per le modifiche. Sta di fatto che risulta strano che le tlc già prima non fossero considerate energivore: basti pensare che la vecchia Tim, con ancora la rete in pancia, consumava l’1% del fabbisogno italiano.Allo stesso modo, sono restati al palo gli emendamenti al Ddl Concorrenza sul famoso fair share, vale a dire il contributo che i giganti della tecnologia (da Google a Meta, fino a Netflix e Amazon) dovrebbero riconoscere alle aziende che scommettono sull’ampliamento dell’infrastruttura di rete accollandosi spese esose. In questo caso, in ambito governativo c’è chi spinge per varare fin da subito una legge a livello nazionale: in tal senso, il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha presentato un emendamento al Dl Fiscale con l’introduzione di un contributo (da concordate attraverso un negoziato obbligatorio) alle nuove reti da parte dei cosiddetti gatekeepers, ossia la lista di giganti del web stilata dalla Commissione europea nell’ambito del Digital markets Act. Allo stesso modo, si è detto favorevole anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Esiste tra le fila dell’esecutivo, tuttavia, anche chi pensa che un approccio come quello del fair share «non è utile per il sistema paese e non è utile per quello che insieme vogliamo fare in prospettiva europea». È di questo avviso il sottosegretario con delega all’innovazione Alessio Butti, che sul tema pensa semmai sarebbe necessaria un’iniziativa a livello europeo, coordinata tra tutti i Paesi e non singole sortite a livello domestico.Sembra inoltre che non vedranno la luce nemmeno gli emendamenti che prevedevano il rinnovo non oneroso «delle autorizzazioni per i diritti d’uso di frequenze per l’offerta di servizi di comunicazione elettronica» che vanno verso la scadenza del 2029, a patto che si presentasse un piano di investimenti per potenziare la copertura di territori disagiati. LEGGI TUTTO

  • in

    Salvati i “buoni pasto” fino al primo settembre

    Ascolta ora

    Buoni pasto salvi. Un emendamento di Forza Italia al ddl Concorrenza, presentato dai deputati Squeri e Casasco e riformulato dal governo, consente di utilizzare alle medesime condizioni i ticket già in circolazione fino al 31 agosto 2025. Dal primo gennaio (e dal primo settembre per lo stock circolante dal 2024) per i nuovi buoni pasto sarà fissato un tetto massimo del 5% alle commissioni applicati dalle società di emissione. Si tratta di una soluzione che consente di salvaguardare il pilastro del welfare aziendale, utilizzato da circa 300mila aziende. Attualmente, con questi tagliandi (o con le card dedicate) si può pagare il conto al bar, al ristorante o al supermercato per un importo pari al valore nominale. I gruppi che gestiscono questo format, tuttavia, non restituiscono agli esercizi il 100% di quanto ricevuto, ma trattengono per loro una commissione che talvolta può superare il 10 percento. Considerato che l’utilizzo maggiore è nella grande distribuzione, le catene hanno fatto presente la questione. Con l’escamotage trovato ieri ci sarà più tempo per adeguarsi al nuovo regime da entrambe le parti.Un’altra novità del ddl è l’introduzione di un’etichetta ad hoc per la shrinkflation. Dal primo aprile sarà obbligatorio informare i consumatori di un prodotto della riduzione della sua quantità (a cui consegue un aumento del prezzo) nonostante sia rimasta invariata la confezione. È quanto prevedono alcuni emendamenti presentati da Azione, Iv, Avs e M5s approvati in commissione Attività produttive alla Camera con alcune riformulazioni arrivate dal governo. Per i produttori, sarà obbligatorio informare il consumatore «dell’avvenuta riduzione della quantità tramite l’apposizione nel campo visivo principale della confezione di vendita o tramite un’etichetta adesiva riportante la seguente dicitura: “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità”». L’obbligo di informazione si applicherà per un periodo di sei mesi «a decorrere dalla data di immissione in commercio».Tra le principali novità anche la facilitazione per l’avvio di una start-up. L’intento, si legge nell’emendamento firmato da Casco e Squeri, sarebbe quello di «superare» la soglia del capitale sociale che le start-up devono avere (entro due anni dall’iscrizione nel registro) per essere definite «innovative» e che attualmente il testo fissa a 20mila euro. Per rappresentare meglio le caratteristiche di innovatività delle neonate aziende, spiega la relazione tecnica, si propone di ridurre a 10mila euro il limite e di introdurre, alternativamente, un limite di 20mila euro della riserva sovrapprezzo azioni, dopo due anni dall’iscrizione al registro delle startup innovative. LEGGI TUTTO

  • in

    Pensioni minime, mance detassate e misure per la famiglia: ecco le novità in manovra

    Oggi la commissione Bilancio della Camera ha valutato i circa 300 emendamenti segnalati alla manovra 2025 da aggiungere all’elenco di quelli approvati ieri. Ecco qui di seguito un elenco delle proposte di cui i gruppi intendono accelerare l’esame.Fratelli d’ItaliaFondo Dote Famiglia: 500 euro annui per attività extra-scolastiche e sportive destinati ai figli di famiglie con ISEE fino a 35mila euro, per un totale di 30 milioni di euro a partire dal 2025.Medici specializzandi: un trattamento economico minimo di 22.700 euro lordi annui, con un costo complessivo stimato in 100 milioni di euro annui.Metro C di Roma: fondi pluriennali per il prolungamento della tratta fino alla Farnesina, con uno stanziamento di 1,65 miliardi distribuito fino al 2034.Detassazione delle mance: aumento della soglia di reddito per il beneficio da 50mila a 75mila euro e incremento del limite di detassazione dal 25% al 30%.Turnover nelle forze dell’ordine: esclusione delle Forze armate e della Polizia dalle misure di contenimento del turnover.Forza ItaliaAliquote IRPEF: riduzione sperimentale della seconda aliquota dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28mila e 60mila euro.Pensioni minime: rivalutazione dal 2,2% al 2,7%, con un incremento a 623 euro mensili.Rinvio della sugar tax: slittamento al 2026 dell’entrata in vigore della tassa sulle bevande zuccherate.Criptoattività: abolizione della no-tax area di 2.000 euro sui guadagni da criptovalute.Riforma sulle criptoattività: abolizione della no-tax area di 2.000 euro sui guadagni da criptovalute.LegaPensioni: proposte per agevolare l’accesso a forme anticipate di pensionamento.Sicurezza: stanziamenti aggiuntivi per migliorare il controllo territoriale.Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è collegato dall’Argentina con il Consiglio federale della Lega che si è tenuto questo pomeriggio negli uffici del Gruppo del Carroccio a Montecitorio. «Abbiamo condiviso alcune necessità di miglioramento», ha detto ai giornalisti il segretario Matteo Salvini al termine della riunione. «C’è il tema sicurezza, quello dell’aumento delle pensioni e il tema flat tax, che sono i tre temi principali. Su questo stiamo lavorando», ha concluso ricordando che un altro obiettivo è evitare che il canone Rai aumenti dai 70 euro attuali a 90 euro l’anno prossimo.OpposizioniNon mancano iniziative segnalate dai gruppi di opposizione, che mirano a introdurre correttivi mirati:Salario minimo: i leader delle opposizioni – tra cui Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni – propongono un emendamento per garantire una retribuzione sufficiente e proporzionata al lavoro prestato, introducendo il salario minimo.Web tax: rimodulare l’imposta digitale per colpire le grandi multinazionali del settore e non i piccoli operatori. L’obiettivo è rendere la tassazione equa e mirata, evitando effetti distorsivi che penalizzino le realtà minori, spesso italiane. Una proposta che si contrappone a modifiche volute da Forza Italia, come l’esclusione dalla web tax di alcune categorie come radio, tv e testate onlineIl nodo dei revisori MEFFratelli d’Italia, con un emendamento segnalato, propone di alzare da 100mila euro a un milione la soglia dei contributi pubblici necessari per far scattare l’obbligo della presenza di un rappresentante del MEF nei collegi di revisione delle società o enti beneficiari. La ratio dell’intervento punta a circoscrivere il controllo pubblico ai soli casi di contributi “significativi” per entità, evitando un eccesso di burocratizzazione.Diversa invece la posizione di Forza Italia, che con un emendamento a firma di Roberto Pella propone l’eliminazione tout court della norma introdotta nella manovra. Secondo gli azzurri, il meccanismo rappresenta un’interferenza ingiustificata nei confronti delle autonomie degli enti e delle società, potenzialmente lesiva dell’efficienza operativa. Un’impostazione che il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha definito senza mezzi termini “da Paese dell’Est”. LEGGI TUTTO

  • in

    Legge Capitali, Freni: “Sì al dialogo ma la decisione finale sarà politica”

    Ascolta ora

    Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, intervenuto a un convegno organizzato da Assogestioni, ha ribadito l’importanza di un dialogo costruttivo tra istituzioni, società quotate e fondi sulla riforma del mercato dei capitali, pur precisando che l’ultima parola spetta alla politica. “Le riforme non si fanno sui giornali. Non accetteremo bicchieri d’acqua avvelenata: dal pozzo da cui ci si avvelena, si finisce per bere”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di evitare tensioni nei negoziati.La legge Capitali, che modifica il Testo Unico della Finanza, si propone di favorire una governance societaria equilibrata e attrattiva per gli investitori, ponendo al centro il voto di lista e il voto maggiorato. Il primo, che ha già acceso discussioni in passato, come durante l’elezione del board di Generali nel 2022, rimane centrale per tutelare le minoranze azionarie. Al contempo, il voto maggiorato mira a incentivare investitori di lungo termine, rendendo il mercato più stabile e riducendo il rischio di delisting.La riforma potrebbe avere un impatto significativo su gruppi come Generali e Mediobanca, al cui interno si sono registrate frizioni tra management e azionisti di minoranza, come dimostrano i contrasti tra l’ad di Piazzetta Cuccia, Albero Nagel, e Delfin o i recenti sviluppi legati al rinnovo del cda di Generali previsto per il 2025. Secondo Freni, il governo intende creare un equilibrio tra la valorizzazione delle peculiarità italiane e il rispetto del benchmark europeo, garantendo un approccio che guardi al futuro del mercato senza importare passivamente modelli esteri.La valorizzazione del risparmio privato e l’attrazione di nuovi capitali rimangono priorità strategiche: “Una riforma condivisa è necessaria e opportuna. Tuttavia, alla fine, è la politica a decidere”, ha concluso Freni, riaffermando il ruolo guida delle istituzioni nel processo di riforma.Durante il convegno di Assogestioni, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha ribadito l’importanza del dialogo costruttivo sulla riforma del mercato dei capitali. “Le riforme non si fanno sui giornali, si fanno seduti alla scrivania, con carta e penna alla mano”, ha affermato, sottolineando che il processo richiede confronto e apertura. “Non accetteremo un bicchiere d’acqua avvelenata”, ha aggiunto, avvertendo delle conseguenze di negoziati inquinati da tensioni. La scorsa settimana Nagel aveva dichiarato che “abbiamo ancora da capire, come molti operatori, come si andrà a definire il quadro di regole che riguardano l’elezione del cda e quali saranno le intenzioni del consiglio di amministrazione di Generali; dopo che questi due elementi saranno chiariti potremo prendere le nostre decisioni”.Freni ha precisato che il governo punta a valorizzare le peculiarità italiane, come il voto di lista: “Nel nostro ordinamento non solo ha senso, ma è anche la cura giusta per il nostro sistema”. Tuttavia, ha messo in guardia contro un’eccessiva adozione di modelli esteri come la lista del board adottata non solo da Mediobanca e Generali, ma anche da Tim, Prysmian, Fineco, Unicredit e altre grandi quotate italiane. “Non possiamo replicare tout court regole di altri ordinamenti”, ha aggiunto sottolineando come la legge Capitali intenda rafforzare la trasparenza e la rappresentanza degli azionisti. LEGGI TUTTO

  • in

    Via Montenapoleone, sorpasso storico. È la via dello shopping più cara al mondo

    Via Montenapoleone (Milano)

    Ascolta ora

    Per la prima volta, una via dello shopping europea è in cima alla classifica mondiale delle vie più costose al mondo. Ed è una via italiana. Via Montenapoleone a Milano ha superato l’Upper 5th Avenue di New York e si assicura il primo posto con un prime rent annuo di 20.000 euro al metro quadro. Questo è quanto emerge dalla 34esima edizione del rapporto “Main Streets Across the World” di Cushman & Wakefield, una delle principali società di consulenza immobiliare al mondo.Il report, che monitora 138 location retail urbane nel mondo, prevalentemente del lusso, evidenzia come Via Montenapoleone ha raggiunto la vetta coronando una scalata poderosa in questi ultimi anni. Lo scorso anno per la prima volta si era arrampicata al secondo posto e quest’anno ha registrato una crescita dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Il balzo dei canoni d’affitto in via Montenapoleone è addirittura del +30% negli ultimi due anni. Oltre alla continua forte domanda dei retailer in un contesto di offerta limitata, Via Montenapoleone ha anche beneficiato dell’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro statunitense.Al secondo posto Upper 5th Avenue a New York con 19.537 euro mq/anno. New Bond Street a Londra è salita al terzo posto con un aumento del 13% degli affitti a 17.210 euro al metro quadrato all’anno, mentre Tsim Sha Tsui a Hong Kong è scivolata al quarto posto (15.697 euro al metro quadrato). L’Avenue des Champs-Élysées di Parigi ha mantenuto la sua posizione con un aumento degli affitti del 10% a 12.519 euro/m2 all’anno e rimane al 5° posto come nel 2023. LEGGI TUTTO

  • in

    I dazi di Trump e il malato tedesco rilanciano l’allarme debito in Europa

    L’economia europea si trova di fronte a una tempesta perfetta: la Germania, una volta motore del continente, sta attraversando una crisi economica senza precedenti, mentre la rielezione di Donald Trump ha riportato in primo piano il rischio di una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Questo combinato disposto sta alimentando timori per la stabilità finanziaria della zona euro relativamente alla sostenibilità dei debiti sovrani.Il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, pubblicato oggi dalla Bce, delinea uno scenario complesso per l’Eurozona. «La crescita economica rimane fragile, mentre le preoccupazioni per le prospettive del commercio globale aumentano l’incertezza geopolitica e politica», si legge nel documento. A queste preoccupazioni si aggiunge il monito del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, che ha evidenziato come «le prospettive per la stabilità finanziaria sono offuscate dall’accresciuta incertezza macrofinanziaria e geopolitica, insieme alla crescente incertezza della politica commerciale».Timori per il Debito SovranoIl tema chiave del rapporto riguarda proprio la sostenibilità del debito sovrano nell’Eurozona. Nonostante il calo del rapporto debito/Pil dopo l’impennata causata dalla pandemia, «i fondamentali fiscali rimangono deboli in alcuni paesi dell’area dell’euro». L’aumento dei costi per il servizio del debito, dovuto al rinnovo di obbligazioni a tassi più elevati, potrebbe riaccendere le preoccupazioni sui mercati. «Gli elevati livelli di debito e gli elevati disavanzi di bilancio, insieme al debole potenziale di crescita a lungo termine e all’incertezza politica, aumentano il rischio che lo slittamento fiscale riaccenda le preoccupazioni del mercato sulla sostenibilità del debito sovrano», si legge nel documento.La crisi tedesca, un fattore destabilizzanteLa crisi tedesca e i rischi commerciali transatlantici si intrecciano con i problemi strutturali dell’Eurozona, come il debito sovrano. La situazione di Berlino è particolarmente preoccupante. La nazione è colpita da una crisi profonda che coinvolge il settore industriale, in particolare l’automobile, con danni che potrebbero superare i 5 miliardi di euro qualora gli Stati Uniti imponessero nuovi dazi sui veicoli importati. Questo scenario rischia di aggravare ulteriormente le già deboli prospettive di crescita tedesca e, per estensione, di trascinare nel baratro l’intera Eurozona. La Germania è sempre più vulnerabile a causa della sua forte dipendenza dall’export, una fragilità che diventa evidente in un contesto globale sempre più protezionista e incerto.Rischi per la Crescita e la Stabilità EconomicaI rischi per la crescita economica dell’Eurozona si sono spostati al ribasso. Questo è legato a un’inflazione vicina al 2%, mentre i mercati finanziari hanno registrato di recente episodi di volatilità accentuata ma di breve durata. Secondo la Bce, «gli elevati costi di finanziamento e le deboli prospettive di crescita continuano a pesare sui bilanci delle imprese», con un conseguente calo degli utili dovuto ai maggiori oneri finanziari.Il rapporto pone particolare attenzione anche ai mercati immobiliari, caratterizzati da dinamiche divergenti: «Le prospettive per i mercati immobiliari sono contrastanti, con i prezzi degli immobili residenziali che si stabilizzano, mentre i mercati degli immobili commerciali sono ancora stressati a causa delle sfide poste dal lavoro a distanza e dall’e-commerce». Tuttavia, le famiglie sembrano meglio posizionate: «Beneficiano di un mercato del lavoro forte e hanno rafforzato la loro resilienza aumentando i risparmi e riducendo il debito».Nonostante una stabilità relativa, alcune categorie restano vulnerabili. «Le piccole e medie imprese e le famiglie a basso reddito potrebbero trovarsi ad affrontare tensioni se la crescita rallentasse più di quanto attualmente previsto», avverte la Bce. Questa situazione potrebbe aggravare la qualità degli attivi degli intermediari finanziari, con le banche e i fondi di investimento che rischiano perdite significative nel settore immobiliare commerciale.Una situazione di incertezzaSe l’economia dell’area euro dipende sempre più dall’export e se un Paese tradizionalmente importatore come gli Usa penalizzano la domanda, la crisi è una conseguenza naturale. Meno export significa meno ricavi per le imprese europee, dunque meno tasse pagate e più deficit per i singoli Stati a parità di spesa con conseguente incremento del debito pubblico. L’invarianza, se non l’aumento, della spesa pubblica rappresenta anch’esso una costante. Nel 2025 andrà al voto la Germania, nel 2027 seguiranno Francia (salvo presidenziali anticipate) e l’Italia. Nessuno schieramento politico proporrà misure di salvaguardia dei conti salvo votarsi alla sconfitta. Aggiungendo a questa spirale anche l’austerity imposta dal nuovo Patto di Stabilità e la tradizionale resistenza dei Paesi frugali (come Germania e Olanda) ad utilizzare il debito comune Ue come leva per gli investimenti, che garantirebbero una svolta anticiclica, il quadro di incertezza macroeconomica è completo. Basta che sui mercati globali qualcuno cominci a scommettere contro l’Europa per forare una ruota di un’auto che già si muove con uno o due pistoni di meno.Mercati Finanziari: Resilienza e VulnerabilitàUno scenario che non è sfuggito nemmeno alla Bce. «Le valutazioni elevate e la concentrazione del rischio rendono i mercati più suscettibili a brusche correzioni», sottolinea il rapporto. Le vulnerabilità strutturali, come la fragilità di liquidità e l’elevata leva finanziaria di alcune società non bancarie, potrebbero amplificare eventuali dinamiche avverse.«Sebbene i mercati finanziari si siano dimostrati resilienti finora, non c’è spazio per l’autocompiacimento», ha avvertito la Bce, indicando la necessità di una vigilanza continua. LEGGI TUTTO

  • in

    La passione per l’atomo sfonda nelle università

    Ascolta ora

    Da quando il dibattito sul nucleare è ripartito, l’interesse dei giovani studenti per questa branca dell’ingegneria è in continuo aumento nel nostro Paese. Secondo quanto raccolto da Il Giornale, infatti, il corso di ingegneria nucleare del Politecnico di Milano del professor Marco Ricotti è arrivato a triplicare i suoi numeri negli ultimi cinque anni con 150 nuovi iscritti (mentre il resto d’Italia ha raddoppiato). Un andamento vivace si può riscontrare anche per il Politecnico di Torino, dove il corso di Ingegneria nucleare – il cui referente è il professor Vittorio Verda – è un orientamento del corso di laurea magistrale in Ingegneria Energetica e Nucleare: ebbene, il numero di iscritti è passato dai 49 del 2022/23, a 70 nel 2023/24 fino ai 76 nel 2024/25. Spostando lo sguardo al resto d’Italia, invece, il totale dei nuovi iscritti a ingegneria nucleare nell’ultimo anno è stato di circa 350 studenti. Anche il trend dei laureati in ingegneria nucleare è in aumento, che al momento hanno un ritmo di 150-200 nuovi ingegneri ogni anno ma i numeri incrementeranno visto l’attuale andamento delle iscrizioni. Insomma, questi numeri sono un indice di come la materia interessi sempre di più la politica nazionale e internazionale. L’Italia, infatti, ha messo in cantiere una legge delega – di cui si sta occupando il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – per permettere di fare ricerca e realizzare prototipi direttamente nel nostro Paese, un aspetto che sarà un volano per gli investimenti (Edison, controllata della francese Edf, ha parlato di 4 miliardi di investimenti nel caso arrivi il «sì» del Parlamento). Ma è anche la stessa Unione europea a puntarci, avendo incluso l’energia nucleare all’interno della tassonomia europea. LEGGI TUTTO

  • in

    Mattarella: “Pmi argine al declino”

    Ascolta ora

    Liberista? Sì. «Lo spirito di iniziativa è incoraggiato da istituzioni non invasive e poteri non accentrati. I cittadini non sono sudditi». Pacificatore? Pure. «La conflittualità politica ostacola l’economia e lo sviluppo», ma su questo punto, ammette Sergio Mattarella, c’è ancora parecchio da lavorare. «Il dialogo non è fastidio, insieme all’ascolto è lo strumento che ha consentito al Paese di progredire, è l’attuarsi di una democrazia», eppure talvolta «si colgono spinte a considerare un valore la rottura e lo scontro, quasi che il progresso non passi attraverso la coesione». Uno richiamo contro i pericolosi slogan di Maurizio Landini? E meno male che l’Italia ha «una solida spina dorsale» di pmi, che insieme raggiungono il 70% del fatturato totale, «rafforzano la società» e sono «sintomo della vitalità del territorio». Durante la pandemia, «che cosa sarebbe accaduto senza le Pmi?».Il capo dello Stato parla all’assemblea della Confesercenti e ne elogia il ruolo «socialmente connettivo». La situazione tuttavia è difficile, come spiega la presidente dell’associazione Patrizia De Luise. «Nel corso del 2024 sono spariti 3,2 miliardi di consumi, nell’arco di dieci anni sono scomparsi 140mila negozi e, con il crollo delle nascite, le nuove aperture si sono più che dimezzate». E denuncia «il Far West del web», con le «enormi distorsioni nella concorrenza tra i giganti della rete e le imprese di vicinato». E ora che arriva il black friday, con sconti fuori delle norme, «si rischia di prosciugare il Natale dei negozi». Secondo alcune stime, sei regali su dieci da mettere sotto l’albero verranno comprati attraverso i canali delle multinazionali. Problemi seri anche nei settore turistico. Ne va di mezzo «la qualità della vita»: per la De Luise sono necessari «investimenti e detassazioni per fronteggiare la desertificazione commerciale». Servono «un progetto comune e una politica meno conflittuale». Il taglio del cuneo non basta.Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, assicura l’impegno del governo «a sostenere il ceto medio, riducendo la pressione tributaria» anche attraverso la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, «che non è un condono» ma un «meccanismo trasparente». L’esecutivo punta a raccogliere almeno 2,5 miliardi per andare avanti sul taglio dell’Irpef. L’idea è di aiutare i redditi entro 50-60mila euro che pagano fino al 43 per cento di aliquota. LEGGI TUTTO