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    Migranti, Cassazione: su Paesi sicuri giudice può disapplicare decreto ministeriale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSpetta «al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri». E dunque il giudice «non può sostituirsi al ministro degli Affare Esteri» né «può annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale». Tuttavia il giudice «può valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, in parte qua, il decreto ministeriale recante la lista dei paesi sicuri». È quanto afferma una sentenza della prima sezione civile della Corte di Cassazione rispondendo ad un rinvio pregiudiziale del tribunale di Roma del primo luglio scorso.Un provvedimento che fa dunque riferimento alla normativa in vigore prima che il governo approvasse, ad ottobre, il nuovo decreto con la lista sui paesi sicuri e sul quale dovrà pronunciarsi sempre la Cassazione: l’esecutivo ha infatti fatto ricorso contro le mancate convalide dei trattenimenti dei migranti, comprese quelle nei centri in Albania. Nell’udienza che si è tenuta nei giorni scorsi, il Pg ha chiesto di sospendere il giudizio sulla questione in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e i giudici devono depositare la loro decisione.Loading…Nell’attesa di capire quale sarà la lettura, i giudici, in riferimento ad un’altra vicenda che riguardava un migrante, hanno comunque indicato dei punti fermi. «Nel ribadire che il giudice ordinario è il garante dell’effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo», spiega infatti la suprema corte, «è riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri».«Il giudice ordinario – prosegue la Corte – quindi, non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri. Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale». Il giudice può, però, «nell’ambiente normativo anteriore» all’ultimo decreto legge del governo, «in sede di esame completo ed ex nunc, valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, in parte qua, il decreto ministeriale recante la lista dei paesi sicuri (secondo la disciplina ratione temporis), allorché la designazione operata dall’autorità governativa contrasti in modo manifesto», tenuto conto dell’articolo 37 della direttiva 2013/32/UE, «con i criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea o nazionale».Ed inoltre, concludono i giudici della Corte, «a garanzia dell’effettività del ricorso…il giudice conserva l’istituzionale potere cognitorio…là dove il richiedente abbia adeguatamente dedotto l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova. In quest’ultimo caso, pertanto, la valutazione governativa circa la natura sicura del paese di origine non è decisiva, sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto». LEGGI TUTTO

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    Pensione anticipata con l’integrativa, allo studio l’inclusione dei lavoratori in attività pre 1996

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaEstendere la possibilità di accedere alla pensione anticipata con la “stampella” della eventuale rendita derivante dalla previdenza complementare anche ai lavoratori in attività prima del 1996. È la prossima mossa sul fronte previdenziale su cui sta lavorando la vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Tiziana Nisini (Lega), cui si deve l’emendamento alla legge di Bilancio 2025 che ha introdotto il nuovo criterio per la pensione anticipa a 64 anni e 25 anni di contributi versati per la pensione integrativa. «La riforma pensionistica è un obiettivo di legislatura», spiega a Parlamento 24, e l’emendamento alla Manovra sulle pensioni anticipate approvato dalla commissione Bilancio il 17 dicembre traccia «le basi per il percorso futuro. Quello che vorremmo fare vorremmo estendere la platea anche ante 96, quindi andare a ricomprendere tutti quei lavoratori che hanno un regime contributivo misto».Il nuovo canale di accesso alla pensione anticipata, che in prima battuta interesserà, dal prossimo anno, solo i lavoratori “interamente contributivi”, quindi occupati dal 1° gennaio 1996, rispecchia gli sforzi della maggioranza di «mantenere l’attenzione sulla tenuta del sistema pensionistico e sui vincoli di finanza pubblica», sottolinea Nisini, «e segna una strada nuova nel sistema pensionistico italiano». È una misura che ha prospettiva, prosegue, «nel senso che serve proprio per avvicinare anche alla previdenza complementare i giovani lavoratori o anche coloro che lavorano ma che ad oggi non hanno aderito».Loading…«L’adesione ai fondi pensione si può fare in qualsiasi momento della vita lavorativa, lo possono fare i giovani, lo può fare anche chi già lavora da anni. E aver dato questa possibilità dà un’opzione in più di scelta rispetto a chi vuole andare e vuole andare in pensione a un’età anticipata. Quindi è un qualcosa in più che si va ad aggiungere a quello che c’era prima», ricorda Nisini in un altro passaggio dell’intervista in cui riepiloga requisiti, platea e modalità applicative del nuovo percorso di accesso alla pensione anticipata basato sulla possibilità di utilizzare l’eventuale rendita della pensione integrativa ai fini del raggiungimento della soglia mensile dell’assegno sociale stabilito per l’accesso alla pensione di vecchiaia. LEGGI TUTTO

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    Il ministero dell’Ambiente pensa agli sponsor per i parchi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSponsor privati e distretti del biologico nei parchi nazionali e regionali italiani. E pure sottomarini turistici. Sono le principali proposte lanciate dal governo Meloni agli Stati generali delle aree protette, la due giorni a Roma organizzata dal ministero dell’Ambiente per discutere della riforma della legge in materia, la 394 del ’91. «Non vedo nulla di male se cominciamo ad aprirci alla possibilità di migliorare la vita dei parchi attraverso sponsorizzazioni di aziende -, ha detto il sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Claudio Barbaro -. Ad esempio, potrebbe esserci una gara comune per le auto elettriche per tutte le aree protette».Legge da aggiornareSulla riforma della 394, «gli obiettivi per aggiornare la legge dobbiamo darceli insieme», ha detto Barbaro ai partecipanti agli Stati generali: ministeri, enti locali, enti parco, ong, centri di ricerca, forze dell’ordine. «Noi abbiamo idee – ha aggiunto, ma vogliamo calarle in un percorso specifico da condividere con voi. Quando avremo le idee chiare, presenteremo un disegno di legge».Loading…«Coniugare le aree protette ai distretti produttivi biologici»Il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Patrizio Di Pietra ha lanciato la proposta di «coniugare le aree protette ai distretti produttivi biologici». A suo avviso, «gli agricoltori sono i veri ambientalisti, che proteggono i territori». Ma «negli anni il loro ruolo è stato svilito da un concetto di sostenibilità ambientale eccessivamente spinto». Per questo «l’approccio del governo Meloni alla sostenibilità ambientale è inscindibilmente legato alla sostenibilità economica e sociale».Attività turistica nei fondali marini«Noi prevediamo che ci possa essere presto un’attività turistica nei fondali e nel dominio subacqueo -, ha detto il ministro della Protezione civile e delle politiche del mare, Nello Musumeci -. L’industria si sta adeguando alla domanda, con la realizzazione di vettori, di piccoli sommergibili. Se finora erano di interesse della Marina militare, ora cominciano a diventare di interesse privato».Aree protette motore di sviluppoPer la ministra del Turismo, Daniela Santanché, «la nostra ambizione è che le aree protette non siano solo custodi della biodiversità, ma anche motore dello sviluppo economico e sociale. Dobbiamo lavorare perché diventino un volano economico e una leva turistica». «In Italia si ha la convinzione che mettere sotto tutela un’area diventa un ostacolo – ha spiegato il ministro Musumeci -. Compito delle istituzioni e delle associazioni è il superamento di questo limite culturale». LEGGI TUTTO

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    Mattarella: grave rischio da concentrazione capitali e tecnologia. «Troppa polarizzazione»

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaDi fronte all’eccesso di polarizzazione delle idee bisogna ricordare che il pluralismo è l’anima della democrazia. Il monito arriva dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla cerimonia al Quirinale per lo scambio di auguri con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile.«Si registra ovunque un fenomeno di evidente, progressiva polarizzazione che tocca tanti aspetti della nostra convivenza. Appare sempre più difficile preservare lo spazio del dialogo e della mediazione all’interno di società che sembrano oggetto di forze centrifughe divaricanti, con una pericolosa riduzione delle occasioni di dialogo, di collaborazione, di condivisione. Si tratta di una dinamica che non riguarda soltanto la politica ma la precede e va molto oltre – osserva il Capo dello Stato -. Tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici. Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali». Ma sempre più spesso, lamenta Mattarella, «vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico».Grave rischio da concentrazione capitali e tecnologia«La concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico, così come il controllo accentrato dei dati, definibili come il nuovo petrolio dell’era digitale determinano una condizione di grave rischio». Per il presidente della Repubblica «gli effetti sono evidenti» e riflettono un quadro in radicale (e pericoloso) cambiamento. «Pochi soggetti non uno soltanto, come ci si azzarda a interpretare, con immense disponibilità finanziarie, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato – spiega il Capo dello Stato -. Grandi società che dettano le loro condizioni ai mercati e, al di sopra dei confini e della autorità degli Stati e delle Organizzazioni internazionali tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali. Sembra che, come in una dimensione separata e parallela rispetto alla generalità dell’umanità, si persegua la ricchezza come fine a sé stessa; in realtà come strumento di potere molto più che in passato perché consente di essere svincolati da qualunque effettiva autorità pubblica».Loading…Stabilità importante ma preservare valori e unità«Sovente parliamo della stabilità come di un fattore determinante del patrimonio di credibilità e di buona reputazione di un Paese. E come si è detto la stabilità è alimentata da istituzioni efficienti. Da istituzioni in grado di assumere decisioni tempestive. Dal consenso dei cittadini. Da una società civile che sa impegnarsi e crescere, perché sa che la coesione si nutre di lavoro ed è incoraggiante registrare segnali positivi nell’andamento dell’occupazione. Ma ci sono, prima ancora, fattori che non dobbiamo sottovalutare: valori comuni e condivisi, cultura, sentimenti popolari che ci fanno riconoscere come un unico popolo, legato da un comune destino». È un ulteriore sollecitazione del presidente della Repubblica per il quale «questo patrimonio “immateriale” è prezioso per quella unità morale che è presupposto per una convivenza ordinata, per una Repubblica forte, per un Paese stabile e di prestigio nel mondo. Queste doti sono emerse in tante circostanze. Di fronte alle emergenze. In occasione di catastrofi che feriscono il Paese. O negli anni bui del terrorismo. O, recentemente, quando abbiamo dato prova di straordinaria solidarietà nel combattere la pandemia. Come un fiume carsico questo patrimonio, costituito dalla nostra unità morale, si manifesta nei momenti più difficili. È avvenuto più volte nella nostra storia. Non è soltanto memoria».Cosa significa concretamente rispettare e preservare questa unità? «Anzitutto – ha sottolineato Mattarella – vuol dire vivere la Costituzione nella sua attualità. Avere come riferimento sicuro i suoi valori fondativi: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la solidarietà. I diritti inalienabili di ogni persona. Vuol dire anche riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle infrastrutture strategiche, la salvaguardia dell’ambiente e la messa in sicurezza dei nostri territori. Non possiamo dividerci su questi obiettivi, che sono inevitabilmente di lungo periodo e vanno dunque perseguiti con un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno».Rispettare ruolo senza invasioni campo e contrapposizioniIl «senso del dovere» richiede «a tutti coloro che operano in ogni istituzione, di rispettare i limiti del proprio ruolo. Senza invasioni di campo, senza sovrapposizioni, senza contrapposizioni». Mattarella tiene a ricordare «un punto fondamentale: il rispetto delle istituzioni nei confronti di chi ne ricopre il ruolo. Così come coloro che rivestono responsabilità istituzionali, a cominciare dal Presidente della Repubblica, sono tenuti a esercitarle sapendo che le istituzioni sono di tutti. Che il servizio che si svolge è a garanzia della dignità di ognuno, a prescindere dall’appartenenza politica. Abbiamo, a tutti i livelli, esempi efficaci, quotidiani, di come questo sia non solo possibile, ma praticato. L’ho visto, ad esempio, di recente, nella passione dei tanti sindaci che ho incontrato all’assemblea dell’Anci. Le diverse appartenenze politiche, le legittime e preziose differenze delle identità culturali – che sono l’essenza della dialettica democratica – non impediscono di ricercare e trovare convergenze e unità su alcuni grandi temi. Nell’interesse dei cittadini. Questa attitudine, questa miniera di valori e di sentimenti è più diffusa di quel che si pensa e ho avuto modo, anche nel corso di quest’anno, di constatarlo personalmente in numerose occasioni. Anima tante nostre comunità. Anima tante espressioni della società civile, del mondo associativo delle professioni, dell’economia, del mondo del lavoro: canali di partecipazione e costruzione del bene comune, con cui è prezioso il dialogo. Lo possiamo chiamare, senza eccessi retorici, spirito di servizio. Passione civile. Senso del dovere. Quello manifestato, ad esempio, malgrado l’esposizione a forti rischi, dai nostri militari in Unifil in Libano. Così come tanti altri, cui penso con riconoscenza, nei Corpi dello Stato e nella società civile». LEGGI TUTTO

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    Meloni: «Avanti con premierato, autonomia, giustizia. I centri in Albania funzioneranno»

    Open Arms: Salvini: vado in tribunale a testa alta, difendere confini non è reato«Venerdì, l’ultimo prima del Santo Natale, sarò anche a nome vostro al processo a Palermo per il processo Open Arms, vado in Tribunale a testa alta, con orgoglio, perché difendere le leggi, i confini e l’onore di un Paese finché campo per me non potrà mai essere reato». Lo ha detto Matteo Salvini, ospite di Atreju.Codice strada: Salvini a Vasco Rossi: si confronti con chi ha perso figli per colpa di chi guida drogato«Ho visto che Vasco Rossi ha polemizzato, io sono stato a tanti concerti a Milano e a Roma di Vasco Rossi, mi piace molto come cantante, ma è contrariato perché dice che se uno usa alcune droghe e poi si mette al volante rischia qualcosa, ebbene, io invito Vasco Rossi non a confrontarsi con la politica, col ministro Salvini, ma farsi due chiacchiere con quei troppi genitori che hanno perso troppi figli per colpa di chi si è messo alla guida avendo utilizzato delle droghe». Lo dice Matteo Salvini, ospite in collegamento di Atreju. «Non si scherza e non si fa polemica – sottolinea – . Quando c’è in ballo la vita dei ragazzi. Questo è un governo che ha le idee chiare, siamo liberali, siamo libertari, ognuno ha la sua vita, fa quello che vuole, ma la droga è morte, ogni tipo di droga è sempre comunque morte e lo Stato spacciatore con noi al governo non farà mai strada. Andiamo avanti fino al 2027 prenotandoci per il 2032 col passaggio attraverso gli elettori». Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, in collegamento con la festa di Atreju.Ue: Morawiecki, rendiamo di nuovo grande l’Europa, servono persone come Meloni«Oggi abbiamo bisogno di persone forti che ci guidino come Giorgia Meloni». Lo ha detto l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki dal palco di Atreju, dopo aver aperto il suo intervento in italiano citando la Divina Commedia. «E’ tempo per noi di iniziare un nuovo viaggio, è tempo di riscoprire la grandezza europea – ha affermato – L’Europa è il cuore del mondo. Let’s Make Europe Great Again», ha rimarcato, evocandolo slogan di Donald Trump, “Make America Great Again”.Migranti: Schlein, Meloni spieghi ad Atreju gli 800mln sperperati in Albania, ci metta faccia«Giorgia Meloni, che oggi parla ad Atreju del favoloso mondo di Ameloni dove va tutto alla grande, spieghi agli italiani come mai il suo governo ha sperperato 800 milioni di euro di soldi pubblici in Albania per una prigione vuota. Costruita per deportare persone in Albania violandone i diritti, che poi hanno dovuto riportare in Italia. Uno spreco enorme, inutile, cinico. Di risorse economiche e umane, perché il personale, che meglio potrebbe essere impiegato in Italia, è invece trattenuto lì a fare la guardia al vuoto». Lo dichiara la segretaria del Pd, Elly Schlein. «In un momento in cui famiglie e imprese in Italia faticano ad arrivare a fine mese, è inaccettabile che risorse così ingenti vengano sottratte alla sanità pubblica, alla scuola per questa bieca propaganda sulla pelle dei più fragili. La Presidente del Consiglio chiarisca subito dove sono finiti questi soldi e perché non siano stati destinati a sostenere chi oggi, in Italia, ha più bisogno. Ci metta la faccia, gli italiani meritano una risposta», incalza la leader dem.Loading… LEGGI TUTTO

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    Meloni: Milei condivide con noi l’idea che i sussidi portano verso il baratro

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaLa presidente del Consiglio Giorgia Meloni presenta a sorpresa il presidente argentino Javier Milei ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, e sottolinea l’importanza del libero mercato e della limitazione del governo.Meloni: Milei come noi sa che i sussidi portano a baratroJavier Milei «sta portando una vera e propria rivoluzione culturale in una nazione che è sorella dell’Italia, e che come noi condivide l’idea che la politica fatta solo di sussidi porta i Paesi verso il baratro». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato il presidente argentino Javier Milei sul palco di Atreju, la kermesse del suo partito, FdI. «Come noi, Milei sa che il lavoro è l’unico antidoto vero per la povertà», ha aggiunto Meloni, chiedendo alla platea «un grande applauso per il presidente dell’Argentina».Loading…Milei: il mercato libero produce prosperità«Argentini e italiani sono uniti profondamente da molte generazioni. Per questo qui più che fra amici sento che sono in famiglia». Lo ha detto il presidente dell’Argentina, Javier Milei, parlando dal palco di Atreju a Roma, il cui pubblico lo ha accolto con il grido: “Libertà, Libertà, libertà”. «Nel nostro governo aderiamo a una serie di principi innegoziabili, che è che il mercato libero produce prosperità per tutti, che il governo deve essere limitato, che gli argentini sanno meglio di un burocrate come produrre, chi impiegare e con chi commerciare. E in materia di sicurezza sosteniamo che chi le fa le paga. Riassumendo, difendiamo la vita, la libertà e la proprietà privata», ha detto il presidente dell’Argentina ad Atreju.Milei: la destra sia unita, noi migliori della sinistra«La destra deve lottare unita come una falange di opliti o come una legione romana, dove nessuno rompe la formazione. Siamo migliori della sinistra in tutto», ha detto il presidente argentino Javier Milei partecipando al raduno di Atreju. Milei ha sottolineato quindi la sua «ammirazione per l’antica Roma che non viene da adesso ma da molti anni». Il presidente argentino ha chiuso il suo intervento ad Atreju urlando più volte dal palco il suo ormai noto slogan «Viva la liberta, carajo!» (”Lunga vita alla libertà, dannazione!”). Il pubblico presente in sala ha risposto applaudendo al grido di “Libertà”. LEGGI TUTTO

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    Caso Ruffini: da Sala a Renzi, tutte le manovre in corso nell’area centrista

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaErnesto Maria Ruffini lascia l’Agenzia delle Entrate e al centro si riaccende la partita. La necessità di aggregare le forze moderate arriva da più parti. C’è chi cerca un federatore di una galassia sfaccettata e conflittuale. Chi, nel centrosinistra, ipotizza una Margherita 2.0. E chi guarda con favore alla nascita di un partito di ispirazione cattolica, che si posizioni stabilmente in coalizione accanto ai dem. Girandole di nomi, autocandidature velate, e interlocuzioni. Che cominciano all’indomani della disfatta dell’ex Terzo polo alle Europee e ora entrano in una nuova fase.Le mosse di RuffiniAd affrettare il processo, e agitare gli animi, le mosse di Ruffini. Prima il suo intervento al convegno con Roberto Fioroni e Lucio D’Ubaldo. Quindi, le dimissioni. Lui ribadisce di non voler scendere in campo. Ma, al tempo stesso, rivendica il suo «impegno». Frasi che molti leggono come un’accelerazione in vista di un nuovo protagonismo nell’area centrista. Quello dell’ormai ex direttore dell’Agenzia è tra i nomi che da mesi sono sul tavolo dell’arcipelago cattolico intento a dialogare su un rinnovato impegno politico almeno da luglio.Loading…L’ala centristaLa prospettiva è quella di una cosiddetta “gamba centrista” in una coalizione di centrosinistra ad oggi molto spostata a sinistra. Una parte dei riformisti dem, sempre più stretti dalla linea Schlein, sembrano guardare con favore questa possibilità. In un pezzo di cattolici, pur insofferenti, non si registrano tuttavia tentazioni a salire sul carro centrista. Anche Elly Schlein è in cerca di un alleato centrista in grado di strappare voti ai delusi del centrodestra, in una prospettiva di governo. Ma la leader dem guarda con maggiore interesse a una figura come Beppe Sala, sindaco di Milano, non organico al Pd ma neanche di area cattolica, come invece è Ruffini.I riposizionamentiDi sicuro, Ruffini ha già generato posizionamenti al centro. Dove c’è un affollamento di leadership. Matteo Renzi, che ha già schierato Iv nel centrosinistra, aveva invitato Ruffini a dimettersi prima di cominciare qualsiasi ragionamento, ma ha anche messo sul piatto il nome di Franco Gabrielli. Carlo Calenda, invece, guarda a un centro puro, né di destra e né di sinistra e sembra mostrare più affiatamento con Beppe Sala. Che pure non si tira indietro dal ruolo di federatore, mostrandosi però deluso dal “campo largo”.La freddezza del M5SQuello sui federatori, è un dibattito che “non scalda i cuori” negli ambienti 5s. «Non so se Ruffini è cattolico, lo conosco come direttore dell’Agenzia delle Entrate, come fiscalista, e ha lavorato anche con il mio governo. Ma se domani nasce qualcosa è la legge della competizione. Diciamo che la sensazione è che sia un’operazione nata dal Pd, che pensa di avere tante forze intorno per poter costruire il senso di una coralità con tanti corollari intorno» ha detto Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, dal palco di Atreju. LEGGI TUTTO

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    Leo: entro Natale il direttore dell’Agenzia delle entrate. Sul fisco cambiare rotta

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaIl viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, annuncia che entro Natale verrà nominato il nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate, sottolineando l’importanza di cambiare rotta sul fisco e tendere la mano ai contribuenti, ma rimanendo inflessibili con chi commette frodi. L’annuncio è stato fatto a intervenendo ad Atreju al panel ’Rivoluzione fisco: un nuovo patto con gli italiani’. Ma alla kermesse di Fratelli d’Italia è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha parlato della riforma della giustizia, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, che hanno aperto un dibattito sulla crisi del settore auto.Meloni a sorpresa su palco Atreju accoglie premier libanese MikatiLa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è presentata sul palco di Atreju a sorpresa per annunciare l’intervista del premier libanese, Najib Mikati. La premier è stata accolta dalla platea della kermesse di Fratelli d’Italia con cori di incoraggiamento: «Giorgia, Giorgia!», hanno urlato, a cui ha risposto con un sorriso. Meloni ha poi preso posto in prima fila per ascoltare l’intervento di Mikati.Loading…Leo: Agenzia entrate interpreti cambio di rotta sul fisco«Vogliamo fare in modo che ci sia tranquillità nell’amministrazione finanziaria e che si interpreti effettivamente questo cambiamento di rotta che vogliamo fare, e che da parte di tutto il personale dell’amministrazione finanziaria ci sia la consapevolezza che vogliamo tendere la mano ai contribuenti essendo sicuramente inflessibili con chi fa frodi, simulazioni e via dicendo. Questo è un sentiment che devono avere tutti quanti appartenenti gli appartenenti all’amministrazione finanziaria”. Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intervenendo ad Atreju al panel ’Rivoluzione fisco: un nuovo patto con gli italiani’, parlando della sostituzione del direttore dell’Agenzia delle entrate dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini. (ANSA).Leo: entro Natale il direttore dell’Agenzia delle entrate«Entro Natale» l’Agenzia delle entrate avrà un nuovo direttore dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini. Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intervenendo ad Atreju al panel ’Rivoluzione fisco: un nuovo patto con gli italiani’. «Ci stiamo lavorando con il ministro Giorgetti e il presidente Meloni», ha spiegato Leo, e «penso che riusciremo entro Natale. Ruffini ha fatto delle scelte, ha lasciato l’Agenzia delle entrate, per un percorso, ritengo, prima di tutto personale – ha commentato il viceministro -. Non so se intraprenderà la carriera politica. Fino ad oggi abbiamo collaborato assolutamente con piena trasparenza. Ora, chiaramente, uscendo dall’amministrazione finanziaria farà il suo percorso»Fisco: Leo, concordato non è stato flop, risultato abbastanza buono«Ancora stiamo facendo i conti ma il dato più interessante è legato al fatto che una buona fetta dei contribuenti che hanno aderito stavano sotto all’8» nella pagella fiscale, si tratta di «soggetti che in qualche modo sono emersi». Così il viceministro all’Economia Maurizio Leo interpellato sul concordato a margine di Atreju. «Non direi che è stato un flop – ha precisato – direi che è stato sicuramente un meccanismo che mira a fare emergere il sommerso e il risultato è abbastanza buono». LEGGI TUTTO