Flotilla, Tajani: spero le cose vadano nel verso giusto
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in PoliticaBotta e risposta tra i partiti di maggioranza sul tema delle banche e di un possibile loro contributo nella prossima Legge di Bilancio. Come si apprende da fonti qualificate della maggioranza, l’obiettivo cui si guarda è quello di arrivare a raccogliere 2,5-3 miliardi ma, in ogni caso, tutto verrà comunque deciso insieme agli istituti di credito, “con molta calma”, nelle interlocuzioni attualmente in corso e in quelle che ci saranno nelle prossime settimane.
Lega: “Ragionevole chiedere un contributo”
“Nei tre anni di nostro governo le banche hanno registrato utili per circa 130 miliardi di euro, quadruplicando (!!!) il proprio valore in Borsa – afferma la Lega – In questi anni i grandi istituti hanno deciso una politica di taglio dei costi, con chiusura di migliaia di sportelli e sforbiciate al personale, mentre non sono aumentati significativamente né gli interessi corrisposti ai risparmiatori che hanno soldi fermi sui conti correnti, né i prestiti erogati a famiglie e imprese”. Per questo, ha continuato il Carroccio, “riteniamo ragionevole chiedere un contributo alle grandi banche, a partire dagli enormi guadagni derivanti da interessi e commissioni”.
Tajani: “Bisogna dialogare con le banche”
A stretto giro è arrivata la risposta di Forza Italia e del segretario Antonio Tajani, che ha parlato dal palco della kermesse azzurra Libertà: “Non sa nessuno che cosa è un extraprofitto: è una cosa da Partito comunista dell’Unione sovietica. Non devono essere tassati, perché non esiste un extraprofitto. Diciamo che le banche devono pagare le tasse come tutti gli altri in proporzione a quello che guadagnano e visto che hanno guadagnato bene negli ultimi anni, possono partecipare al bilancio dello Stato con un’azione forte. Ma questo significa dialogare con le banche”. Il leader azzurro ha poi sottolineato che “se io faccio una vessazione contro le banche, spavento i mercati e nessuno viene più a investire in Italia. Noi vogliamo un dialogo e ottenere dei risultati, non spaventare l’opinione pubblica e gli imprenditori”. LEGGI TUTTO
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in PoliticaFlotilla, Conte: dobbiamo sostenerli in tutti i modi | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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in PoliticaL’epicentro delle incursioni di droni sospetti resta il fianco nord-orientale, ma l’onda d’urto travalica i confini: in Europa si parla ormai senza esitazioni di “guerra ibrida” con Mosca. E a rendere ancora più cupo il quadro è stato Volodymyr Zelensky, avvertendo che “l’Italia potrebbe essere la prossima”. A tranquillizzare gli italiani ci pensa il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Putin ha un’aggressività inaccettabile, però non credo assolutamente che voglia attaccare l’Italia, questo lo posso smentire. Comunque, la nostra difesa aerea è sempre vigile e attenta. L’efficienza dell’aeronautica militare è sempre alta sia a terra sia in cielo, quindi gli italiani possono stare tranquilli”, ha detto il vicepremier a margine della festa di Forza Italia a Telese Terme. “Non dobbiamo drammatizzare – ha aggiunto – non ci risulta nulla di preoccupante per il nostro Paese, voglio rassicurare tutti. Ho parlato anche con Crosetto stamattina, ci siamo consultati, tranquillizziamo tutti”.
L’allarme droni nei cieli
Dopo il sorvolo sull’aeroporto di Copenaghen che martedì ha scosso i cieli danesi, nuovi velivoli non identificati sono comparsi sopra la più grande base militare del Paese scandinavo, alimentando l’allarme su azioni che – nel monito del commissario Ue Valdis Dombrovskis – “non sono certo errori”, bensì “provocazioni” calcolate dal Cremlino per testare fino a dove possa spingersi. Dalle Nazioni Unite il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha ribaltato le accuse: Mosca “non ha mai avuto né ha intenzione di attaccare Paesi della Nato o dell’Ue” e “qualsiasi aggressione contro il mio Paese incontrerà una risposta decisa”. Da Kiev, il controcanto di Zelensky non si è fatto attendere, con nuove accuse a Putin di “testare la resistenza degli europei” per ridurre gli aiuti all’Ucraina in vista dell’inverno. LEGGI TUTTO
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in PoliticaGli aventi diritto possono recarsi a votare oggi, domenica 28 (dalle 7 alle 23), e domani, lunedì 29 settembre (dalle 7 alle 15). Sei i candidati: il governatore uscente Francesco Acquaroli (per il centrodestra), Matteo Ricci (per il centrosinistra), Beatrice Marinelli (Evoluzione della Rivoluzione), Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana Popolare), Lidia Mangani (Partito comunista italiano) e Francesco Gerardi (Forza del Popolo)
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Oggi e domani nelle Marche si vota per le elezioni regionali, a turno unico, senza ballottaggio. Nella giornata odierna, domenica 28 settembre, i seggi sono aperti dalle 7 alle 23, mentre lunedì 29 si può votare dalle 7 alle 15. I principali candidati sono il governatore uscente, Francesco Acquaroli (per il centrodestra) e Matteo Ricci, europarlamentare del Pd (per il centrosinistra). Gli altri sfidanti in corsa sono Claudio Bolletta, Lidia Mangani, Francesco Gerardi e Beatrice Marinelli (IL TEST TROVA PRESIDENTE).
Incognita affluenza
Sono oltre un milione e 325mila gli elettori al voto nel primo test d’autunno insieme alla Valle d’Aosta. Sulla tornata elettorale pesa l’incognita affluenza: nella precedente tornata di Regionali arrivò a quota 59,75% con picco provinciale a Pesaro (62,27%), dove risiede Ricci, e il minimo a Macerata (56,60%) dove è nato e abita Acquaroli.
Come era andata nel 2020
Cinque anni fa Acquaroli raggiunse il 49,13% dei consensi (361.186 voti) staccando l’esponente dem Maurizio Mangialardi (37,2%) di oltre 87mila preferenze, con terzo incomodo il M5s con Gian Mario Mercorelli (8,6%; 63.355). Il presidente uscente strappò le Marche al centrosinistra che le governava da circa 25 anni.
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Come si vota
È possibile esprimere il proprio voto per una delle liste provinciali tracciando un segno nel relativo rettangolo. L’elettore può esprimere fino a due preferenze. Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza (articolo 16, comma 6, della legge regionale n. 27/2004). Qualora l’elettore esprima il suo voto soltanto per una lista provinciale il voto si intende validamente espresso anche a favore del candidato a Presidente collegato alla lista stessa (articolo 16, comma 8, della legge regionale n. 27/2004). L’elettore può anche esprimere soltanto il voto per il candidato a Presidente, senza alcun voto di lista, tracciando un segno sul simbolo o sul nome del candidato prescelto. In tal caso il voto si intende validamente espresso anche a favore della coalizione alla quale il candidato a Presidente votato è collegato (articolo 16, comma 7, della legge regionale n. 27/2004). Sono nulli i voti espressi a favore di una lista provinciale e di un candidato Presidente non collegato alla lista stessa: non è quindi consentito il voto disgiunto.
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Il sistema elettorale nelle Marche
Il sistema elettorale prevede 30 seggi attribuiti con sistema proporzionale in liste circoscrizionali corrispondenti ai territori delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino (lo stabilisce la già citata legge del 2004). Il premio di maggioranza dà alla coalizione vincente almeno il 55% dei seggi. Se chi vince ottiene almeno il 43% dei voti validi, i seggi garantiti diventano 19 su 30 (e scendono a 18 se si ottiene fra il 40 e il 43% dei voti). La soglia di sbarramento è fissata al 5% per le coalizioni, escluso il caso in cui una lista contenuta nella coalizione abbia ottenuto il 3% dei voti validi. Viene stabilita l’incompatibilità tra le funzioni di Assessore e quelle di Consigliere regionale. LEGGI TUTTO
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in PoliticaFlotilla, Conte: canali permanenti per aiuti umanitari | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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in Politica“In relazione alla dichiarazione del giudice del tribunale di Budapest sull’annullamento del processo a carico della signora Ilaria Salis in caso di conferma dell’immunità, si precisa che ovviamente questa circostanza determinerebbe l’impossibilità di continuare il processo attualmente in corso. Il processo dunque procederebbe solo nei confronti degli altri coimputati tedeschi. La posizione della signora Salis verrebbe stralciata. Ma ciò non significa affatto che il tribunale ungherese non potrà più procedere nei suoi confronti”. A spiegarlo sono stati Eugenio Losco e Mauro Straini, legali italiani di Ilaria Salis. Il processo in corso potrebbe infatti arrivare a sentenza prima della fine del mandato di Ilaria Salis, ma Losco e Straini hanno spiegato che, “venuta meno l’immunità, la procura potrà emettere una nuova citazione a giudizio per ricominciare il processo”.
Il legale: “Con immunità annullamento processo è tecnico”
L’annullamento eventuale del processo penale a carico di Salis, annunciato dal giudice in caso l’immunità dell’eurodeputata non venisse revocata dall’Assemblea del Parlamento europeo, ha un motivo tecnico, ha spiegato l’avvocato Gyorgy Magyar che sostiene la difesa nel processo. Il giudice Jozsef Sos ha fatto l’annuncio all’ultima udienza del processo alla Corte municipale di Budapest. “È inutile proseguire il processo se l’immunità non sarà revocata. Invece la Procura potrà sempre rinviare di nuovo a giudizio se le condizioni cambieranno”, ha detto l’avvocato all’Ansa. LEGGI TUTTO
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