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    Da Ceglie Messapica a Dobbiaco, ecco dove trascorrono le vacanze i politici italiani

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaC’è chi sceglie il fresco e i monti, e chi invece preferisce la campagna tra i trulli e la costa salentina. La pausa estiva serve anche alla più alta carica dello Stato e a chi è alla guida del Paese. Ai due lati opposti dello stivale, il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni hanno iniziato le loro brevi vacanze. Da domenica il Capo dello Stato è in montagna, a Dobbiaco, in Alto Adige, con la figlia e con il genero, per qualche giornata di riposo. Per i prossimi giorni non sono previste uscite pubbliche. L’unica eccezione potrebbe essere la messa di Ferragosto in paese, a cui aveva partecipato anche lo scorso anno.La premier invece anche quest’anno ha preferito anche quest’anno la Puglia. Oggi è il primo giorno di vacanza alla masseria Beneficio, nelle compagne di Ceglie Messapica, nel Brindisino, tra relax e piscina con, la figlia Ginevra. Nel resort scelto per il quinto anno consecutivo dalla premier per trascorrere alcuni giorni di ferie oggi si è visto anche l’ex Andrea Giambruno. La sua presenza era stata preannunciata da Giorgia Meloni in un’intervista al settimanale ’Chi’ nei giorni scorsi. Con la premier ci sono anche la sorella Arianna e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato della premier. Al suo arrivo l’11 agosto ha cenato a Borgo Egnazia dove a giugno è stato ospitato il G7, poi il trasferimento nella masseria Beneficio di Ceglie Messapica. Non è escluso che la premier possa raccogliere l’invito a fine agosto per la settima edizione della kermesse La Piazza, organizzata da Affaritaliani.it sempre a Ceglie Messapica, dove sono già attesi i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.Loading…Una veduta della masseria Beneficio, nelle campagne di Ceglie Messapica, dove la premier Giorgia Meloni ha trascorso la notte, 12 agosto 2024. ANSA/ DANILO SANTOROA non molti chilometri di distanza dal resort di Meloni, c’è la tenuta Li Reni di Bruno Vespa che a inizio luglio ha ospitato la kermesse politica “Forum in masseria” e che ora ospita – in forma privata – il vicepremier, Matteo Salvini e la sua compagna Francesca Verdini (con la quale passerà anche qualche giorno in montagna dopo Ferragosto). E’ possibile che, come accaduto la scorsa estate, Salvini possa incontrare Meloni proprio nella masseria Beneficio per discutere dei temi caldi dell’agenda di governo, in un clima più rilassato. La premier, salvo blitz dell’ultimo minuto, non dovrebbe d lasciare l’Italia come fece l’anno scorso, ospite, in Albania,del primo ministro Edi Rama.L’Italia resta la meta preferita dei politici italiani, di governo e non. Sono pochissime, almeno dichiarate, le destinazioni all’estero. Come quella del leader di Azione, Carlo Calenda, in tour in Turchia con la famiglia. Anche la segretaria del Pd, Elly Schlein – gelosissima della propria privacy – potrebbe concedersi una breve pausa estiva a Lugano, dalla sua famiglia. Così come poco o nulla trapela – se non una destinazione tricolore – per il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte che dovrà ricaricare le pile in vista del tour de force autunnale della Costituente pentastellata.Né mare (o al limite lo stretto necessario a Santa Marinella, litorale nord del Lazio), né montagna per il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il leader azzurro – da tradizione e al netto di emergenze internazionali – sarà in famiglia nelle campagne di Fiuggi, a meno di un’ora di macchina da Roma. E la campagna è anche la scelta del ministro Gilberto Pichetto Fratin, nei dintorni di Biella. Tra Liguria (a Zoagli, perla del golfo del Tigullio) e Sicilia, il periodo di riposo del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Di nuovo Puglia, ma questa volta sullo sperone del Gargano, per Lorenzo Fontana. Il presidente della Camera chiuderà il periodo di riposo nella sua Verona. LEGGI TUTTO

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    Gianfranco Miccichè (autore del 61 a 0 in Sicilia) lascia Forza Italia e passa all’Mpa di Lombardo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaDopo trent’anni in Forza Italia, dopo essere stato uno dei pionieri del partito di Silvio Berlusconi in Sicilia, Gianfranco Miccichè (oggi capogruppo del misto all’Assemblea regionale siciliana) ha deciso di lasciare gli azzurri per entrare nel Mpa dell’ex governatore Raffaele Lombardo. Protagonista della stagione più vincente di Fi in Sicilia (storico il trionfale 61-0 nei seggi alle politiche del 2001). “Oggi, all’interno della coalizione di centrodestra, non si può più neppure parlare di diritti civili. Vietato. Quella di Meloni è una destra che sta rimuovendo i valori del congresso di Fiuggi. Sta facendo repressione. Non mi identifico in un partito che non riesce neanche a discutere dei diritti civili” ha commentato l’ex coordinatore siciliano aggiungendo: “Sono sicuro che Berlusconi avrebbe compreso e incoraggiato questo percorso”. “L’Mpa di Raffaele Lombardo è la scelta più coerente per chi come me si è speso per la Sicilia e per la sua autonomia – continua Miccichè – Un accordo netto in un momento cruciale per il futuro dell’autonomia. Porterò avanti con determinazione la linea del gruppo che fa parte della maggioranza di governo con la speranza di poterne migliorare le proposte. Sono certo che, se il Presidente Berlusconi fosse ancora tra noi – conclude -, avrebbe compreso e incoraggiato questo percorso, vedendolo come una necessità per affrontare le sfide che il nostro territorio deve oggi contrastare”.Addio di pesoSi tratta di un addio di peso per Antonio Tajani. Miccichè infatti è uno dei fondatori di Forza Italia ed è l’autore del famoso 61 a 0 negli uninominali della Sicilia del 2001. L’ex ministro di Berlusconi, oggi deputato regionale va quindi con Raffaele Lombardo. E minaccia di diventare una spina nel fianco per gli azzurri, che in Sicilia hanno ancora il 20 per cento.Loading…Forza Italia: ’Miccichè non ha tessera partito’“Nell’augurare all’onorevole Gianfranco Miccichè una proficua prosecuzione della propria esperienza parlamentare, con riferimento alle notizie apprese dalla stampa circa la sua adesione al gruppo parlamentare del Movimento per le Autonomie, si ritiene opportuno sottolineare che già da tempo l’onorevole Miccichè non fa più parte del Gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars e che ad oggi non risulta abbia rinnovato la propria adesione al partito per l’anno in corso” è il commento di Forza Italia che arriva con una nota della segreteria regionale del partito.Fi e la campagna acquistiLa notizia dell’addio di Miccichè arriva mentre si susseguono i boatos secondo cui Forza Italia starebbe conducendo attivamente un’ampia campagna acquisti in Parlamento. E i parlamentari in procinto di passare con gli azzurri a settembre verrebbero per la prima volta anche dalle file della maggioranza. Dopo l’arrivo del pentastellato Trevisi, due meloniani di Fdi potrebbero passare al gruppo di Fi. Uno di questi sarebbe il deputato trentino Andrea De Bertoldi che oggi ha rassegnato le dimissioni dal gruppo Fdi della Camera.Le dimissioni del deputato Fdi De Bertoldi“Ho rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. Alla ripresa dei lavori farò assieme alla mia famiglia politica le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale. La mia decisione è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito. Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo. Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che però è caduto nel vuoto” ha dichiarato in una nota a de Bertoldi. “L’unica risposta – ha aggiunto – è arrivata dai probiviri, con un’indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente. Oggi arrivo a leggere che ci sarebbe un provvedimento di espulsione. La mia libertà politica e professionale mi hanno consentito una scelta netta che non è più rinviabile. Su questa vicenda sono peraltro pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale”. LEGGI TUTTO

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    Mattarella: «A Sant’Anna di Stazzema le radici della Repubblica»

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaSant’Anna di Stazzema è «un sacrario europeo del dolore, e un simbolo di riscatto di quella rinascita umana e civile che ha saputo opporsi alla barbarie, generando democrazia, libertà, pace, laddove si voleva cancellare ogni speranza. Ai discendenti e alle genti di Stazzema, che rinnovano oggi il dolore della propria comunità per lo sterminio dei propri cari, va il sentimento commosso dell’intera Nazione. Una grande eredità morale è stata lasciata dai sopravvissuti. La Repubblica può qui riconoscere le sue radici». Lo dice il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a 80 anni dalla strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema.A Sant’Anna di Stazzema «la Repubblica può qui riconoscere le sue radici. Quelle che, anche oggi, ci spingono a respingere le ragioni della guerra come strumento di risoluzione delle controversie. Il testimone della memoria e dell’impegno continuerà, come a Sant’Anna di Stazzema, a passare di mano in mano, per ricordarci che si tratta di crimini imprescrittibili, per accompagnarci sulla strada della civiltà e della pace, sconfiggendo chi fa crescere l’odio», ha continuato il presidente della Repubblica.Loading… LEGGI TUTTO

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    Calderoli: «Vi spiego dove prenderemo i fondi necessari per l’autonomia»

    Ma qualche mal di pancia percorre anche la maggioranza.Guardi, fin qui ho visto qualche distinguo solo da parte di Forza Italia, ma delle dichiarazioni non mi interesso e preferisco guardare ai fatti. Ho chiesto l’autorizzazione alla premier Meloni, che me l’ha concessa, di avviare i colloqui con le Regioni che hanno avanzato le prime richieste, e ho tutto l’interesse ad accelerare anche per smontare il polverone politico. Proprio per questo ho chiesto ai proponenti di non indicarmi genericamente le materie su cui chiedono competenze aggiuntive, ma anche il dettaglio delle singole funzioni, così da far cadere subito polemiche pretestuose. Per esempio ho visto una certa agitazione intorno all’ordinamento delle professioni, ma tutte le richieste sono ovviamente concentrate sulle professioni non ordinistiche, non certo su commercialisti o avvocati. Una volta letti i testi delle richieste regionali, non ci sarà nessuna paura né nella popolazione né tanto meno fra gli alleati di Governo.Fin qui le proposte sono arrivate da Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria. Che cosa chiedono?In prima battuta si lavora sulle materie non subordinate all’individuazione dei Lep, cioè Rapporti internazionali e con l’Ue delle Regioni, commercio con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica, casse di risparmio a carattere regionale, enti di credito fondiario e organizzazione della giustizia di pace. Ma, ripeto, queste definizioni possono essere fuorvianti perché il punto sono le funzioni specifiche. Prima dell’avvio ufficiale del confronto, che dovrà avvenire una volta decorsi 60 giorni previsti dalla legge per le valutazioni dei Ministeri, non posso entrare nel dettaglio. Ma il Veneto ha chiesto funzioni che riguardano tutte le 9 materie, la Lombardia ne ha chieste 8 (non l’organizzazione della giustizia di pace), Piemonte e Lombardia 6. Il 27 luglio ho inviato a tutti i ministeri competenti e al Mef i documenti. Una volta trascorsi 60 giorni da quella data dobbiamo cominciare il confronto con le Regioni.Ma non c’è un problema di fondo nell’elenco di competenze trasferibili? Che cosa possono fare concretamente le Regioni su temi come il commercio con l’estero o le grandi reti di energia e trasporti? LEGGI TUTTO