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    Manovra, commissario Ue, «ius scholae» e Rai: maggioranza in fibrillazione

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGiorgia Meloni ha incontrato Matteo Salvini in masseria a Ceglie Messapica e poi i due hanno chiamato telefonicamente, il leader di Forza Italia Antonio Tajani, in queste ore a Fiuggi per qualche ora di relax. Colloqui informali, utili per fare un primo punto della situazione in vista della ripresa e per concordare il vertice a Roma per il 30 agosto. Da quel momento si entrerà nel merito di diverse questioni aperte, tra queste le nomine Ue, ma anche il nodo delle nomine Rai e il delicato dossier, già aperto in sede ministeriale, della manovra. Il tenore conviviale nella masseria non esclude comunque tensioni nella maggioranza.Il rilancio di Fi sullo ius scholaeSalvini è preoccupato dall’animo “progressista” riscoperto da Forza Italia, che ha rilanciato negli ultimi giorni la battaglia sullo ius scholae (i minori stranieri – nati o arrivati in Italia da piccoli – diventerebbero cittadini italiani dopo aver frequentato la scuola dell’obbligo o, in alternativa, due cicli scolastici), non previsto dal previsto dal programma di governo e che vede la netta contrarietà del Carroccio, incassando invece la sponda di Azione, Italia viva, 5 Stelle e Pd. Mentre FdI glissa sulla proposta azzurra, rimarcando così lo scarso interesse per la battaglia sostenuta da FI.Loading…La partita delle nomine RaiSullo sfondo resta poi la partita delle nomine Rai, con il muro contro muro su Simona Agnes alla presidenza voluta da Tajani e Meloni, ma osteggiata da Salvini che vorrebbe un leghista nuovo direttore generale al posto del meloniano Giampaolo Rossi. Intanto la premier anche in questi giorni di relax vacanziero a Ceglie Messapica tesse la trama per sciogliere il nodo della scelta del commissario europeo. Saldo in pista è Raffaele Fitto. E di subordinate, in una fase delicata di trattativa, non ci possono essere. Anche se, tra gli altri, circolano anche il nome di Elisabetta Belloni, diplomatica di rango e ora direttrice del dipartimento informazione per la sicurezza del governo, così come quello di Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica con Mario Draghi e attuale ad di Leonardo.Fitto sempre in pole come commissario UeAl di là dei rapporti diretti della premier con Ursula Von der Leyen, ritenuti decisivi per qualsiasi soluzione, in ambienti di maggioranza si ragiona sul fatto che avrà un peso nelle scelte finali per la squadra dei commissari il ruolo dell’Italia come paese fondatore dell’Ue. L’Italia punta in alto con Fitto e con l’obiettivo di deleghe forti come quelle che coinvolgono la gestione del Pnrr o l’agricoltura. In questo quadro potrebbero essere stati fatti in masseria alcuni ragionamenti sui possibili futuri assetti di governo nel caso in cui Fitto dovesse traslocare a Bruxelles. E su un punto sembra chiara, da tempo, la posizione della premier, si racconta in ambienti di maggioranza: non sarebbero previsti rimpasti o rimpastini, quindi più probabile un interim che sarà assunto dal presidente del Consiglio.Verso la manovra C’è poi il capitolo manovra. L’importo definitivo sarà deciso a ridosso della predisposizione, ma fin d’ora si può ipotizzare che si tratterà di una legge di Bilancio non inferiore ai 24-25 miliardi. E come ogni anno sarà caccia alle risorse. LEGGI TUTTO

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    Arriva il Meeting di Rimini, manovra economica in primo piano. Forse ci sarà anche Meloni

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa manovra finanziaria e la battaglia sull’Autonomia differenziata. La legge sulla cittadinanza e la sfida delle Regionali d’autunno. I protagonisti della politica si preparano a riprendere le fila del confronto dopo la pausa estiva. E Rimini è pronta ad accoglierli. Mancano poche ore al via della 45esima edizione del Meeting dell’Amicizia fra i Popoli, la tradizionale kermesse di Comunione e Liberazione che segna (dal 20 al 25 agosto) la ripartenza della stagione politica. Dieci ministri e quattordici presidenti di Regione, leader di partito, i portavoce di diverse fedi religiose, e poi i rappresentanti della società civile e del mondo dell’impresa.In forse la presenza di MeloniAd animare la fiera della città adriatica 450 relatori. Ci saranno i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz confida anche nella presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche se al momento non è segnata in programma. In molti, però, si aspettano una sorpresa in zona Cesarini. Spazi e tempi per ospitare un intervento della premier ci sono. I volontari del movimento fondato dal sacerdote Luigi Giussani hanno preparato tutto nel dettaglio. Panel, tavole rotonde, interviste, dibattiti.Loading…Attesa per gli interventi di Tajani e SalviniMa, come ogni anno, i riflettori saranno accesi anche su ciò che accade fuori dal palco. Sulle passeggiate dei leader tra uno stand e l’altro, come sugli incontri imprevisti tra esponenti politici di solito distanti. Con le tensioni in corso tra Lega e Forza Italia, gli occhi sono puntati sui due segretari, Salvini e Tajani. Un vertice di governo prima della pausa agostana non c’è stato. E un faccia a faccia riminese sembra difficile, considerato che i due vicepremier saranno al Meeting in giorni diversi. Per i loro interventi, in ogni caso, c’è attesa. La stessa che si respira per il ritorno in scena di Paolo Gentiloni, ex premier in scadenza di contratto come commissario Ue, che nel Pd di Elly Schlein non ha ancora trovato un ruolo.Assenti i leader di centrosinistraA proposito di centrosinistra, a Rimini non ci saranno, salvo sorprese, né la segretaria dem, né il presidente pentastellato Giuseppe Conte. E neppure Matteo Renzi, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. A rappresentare un campo largo in costruzione, i capigruppo in Parlamento. Per il M5s ci sarà Stefano Patuanelli, per Iv Raffaella Paita. A portare la bandiera del Pd ci sarà invece il presidente Stefano Bonaccini. Il neo eurodeputato prenderà parte a un confronto tra i governatori Michele Emiliano e Massimiliano Fedriga che, in materia di Autonomia, si preannuncia infuocato.Temi economici sul tappetoA incalzare il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, in vista della prossima legge di bilancio, sarà invece Elena Bonetti di Azione. In un dibattito dove, accanto al ministro, siederà anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. A snocciolare le sfide economiche anche il ministro Raffaele Fitto. E poi il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e il presidente dell’Inps Gabriele Fava. LEGGI TUTTO

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    Vertice Meloni-Salvini-Tajani il 30 agosto. La premier: contro mia sorella Arianna mosse disperate

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo». Lo afferma Giorgia Meloni contattata telefonicamente dall’Ansa. «Ma in fondo sarebbe anche un buon segno, perché queste mosse squallide e disperate da parte della peggiore politica significherebbero solo che stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l’Italia da troppi anni. Quindi, avanti a testa alta, con ancora maggiore determinazione», ha aggiunto la premier.La presunta inchiesta contro Arianna MeloniLa premier fa riferimento al titolo del Giornale “Vogliono indagare Arianna Meloni”, con un editoriale di Alessandro Sallusti che parla apertamente di «gioco di sponda» tra «giornali ostili, magistrati e sinistra» che nasconderebbe una vera e propria «campagna per accerchiare la sorella della premier». Secondo la ricostruzione del Giornale, l’obiettivo sarebbe quello di indagare la sorella della premier, responsabile del dipartimento Adesioni e segreteria politica di Fratelli d’Italia, per “traffico d’influenze” a seguito del ruolo che starebbe svolgendo sulla partita delle nomine.Loading…Giorgia Meloni commenta le accuse«Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto oggi da Alessandro Sallusti su il Giornale. D’altronde è uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci». Lo afferma la premier Giorgia Meloni contattata telefonicamente dall’Ansa.Vertice del centrodestra per strategie futureIntanto si è svolto un vertice tra i leader del centrodestra per fare il punto sulle strategie da adottare: «Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno avuto un incontro conviviale di due ore in Puglia, nella masseria dove la premier sta trascorrendo qualche giorno di vacanza. È stata l’occasione anche per una telefonata all’altro vicepremier, Antonio Tajani. I tre leader hanno condiviso di vedersi di persona il 30 agosto per fare il punto sui dossier più urgenti», a partire dalla nomina del commissario italiano per la Commissione Ue (saldo in pista è Raffaele Fitto), la scelta dei nuovi vertici Rai e la manovra che entrerà nel vivo a settembre. LEGGI TUTTO

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    Regionali, in Umbria il campo largo ha la sua candidata ufficiale: è la sindaca di Assisi Stefania Proietti

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaOra è ufficiale. Stefania Proietti, sindaca civica di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, è la candidata presidente della Regione Umbria per il centrosinistra unito in un campo più che largo. Che vede insieme Partito democratico, Movimento 5 stelle, Sinistra e Verdi, Socialisti e movimenti cattolici civici, più Italia viva e Azione. Sarà lei a sfidare la governatrice uscente Donatella Tesei, leghista, ricandidata dal centrodestra.Sciolte le riserveIn una riunione con la coalizione che si è svolta nella serata del 16 agosto Proietti ha sciolto le riserve e ha annunciato la sua decisione di accettare la candidatura che le è stata proposta all’unanimità dallo schieramento. Negli ultimi tempi la sindaca aveva parlato di giorni “complessi” e di essere impegnata a cercare di arrivare alla decisione “migliore per tutti”. Che è stata quella di accettare la corsa a presidente della Regione, come ha annunciato alla coalizione. In pratica lo stesso schieramento che ha sostenuto la candidatura di Vittoria Ferdinandi, anche lei civica, divenuta recentemente sindaca di Perugia e per la quale si era espressa pubblicamente Proietti.Loading…In attesa dell’election dayPer Proietti sono scesi in campo anche i vertici nazionali di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Sinistra italiana. Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratojanni hanno infatti chiamato nelle scorse settimane la sindaca di Assisi chiedendole di accettare la candidatura a governatrice. In Umbria la data delle elezioni regionali non è stata ancora fissata ma se ne sta valutando una tra metà novembre e l’inizio di dicembre. Nei giorni scorsi, Raffaele Nevi, parlamentare e portavoce nazionale di Forza Italia, ha detto che il partito è «notoriamente a favore dell’election day». «Penso – ha spiegato – che lo condividano tutte le forze della maggioranza di centrodestra e ora attenderemo le determinazioni del Governo. Ad inizio settembre ci sarà la decisione finale, anche concordandola chiaramente con le Regioni».Gli altri candidatiOltre all’uscente Donatella Tesei e a Stefania Proietti, già ufficiali le candidature di Stefano Bandecchi, Alternativa popolare, Marco Rizzo, Democrazia sovrana popolare, Moreno Pasquinelli, per il Fronte del Dissenso, Roberto Fiore, per Forza Nuova, e Francesco Miroballo, Umbria autonoma. LEGGI TUTTO

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    Dalla sicurezza alla riforma del codice stradale, i disegni di legge rinviati a settembre

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAl rientro dalle vacanze dopo la pausa estiva, deputati e senatori non avranno da annoiarsi. Li attendono infatti i vari disegni di legge spesso vicini alla meta ma rinviati a settembre a causa dell’ingorgo di decreti da convertire in legge in extremis (più degli altri anni in questa fase dell’anno) prima che il Parlamento chiudesse per ferie.I disegni di legge all’esame di Montecitorio….Alla Camera c’è il ddl lavoro, che contiene anche misure sul contrasto al caporalato. E approderà in aula il 10 settembre il ddl sicurezza (con le bodycam che potranno essere indossate dagli agenti delle forze di polizia e la stretta sulla cannabis light). Ad attendere i deputati della commissione Finanze, oltre al decreto legislativo con il testo unico dei tributi erariali minori, c’è tutta una serie di proposte di legge, compresa la riapertura dei termini per la richiesta di acquisizione di immobili dello Stato da parte degli enti territoriali. Dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni che hanno fatto tornare alla ribalta il possibile contributo delle banche al bilancio pubblico, in commissione dovranno essere esaminate anche una proposta di legge sull’obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente e una presentata da FdI proprio sulla proroga dell’applicazione dell’imposta straordinaria sugli extraprofitti bancari: su questa è stato annunciato un ciclo di audizioni che però ancora non è partito. La separazione delle carriere di giudici e pm è già stata incardinata a Montecitorio, in Commissione Affari costituzionali. Sono state svolte una cinquantina di audizioni. Tra gli azzurri di Forza Italia, che sono i principali sponsor della riforma, la speranza è di arrivare al primo voto in Aula per la fine di novembre.Loading…….e quelli a palazzo MadamaNon ce l’ha (ancora) fatta a diventare legge (nonostante il pressing di Matteo Salvini) la riforma del codice stradale. Incassato l’ok di Montecitorio a marzo, da metà luglio il ddl è fermo in commissione Ambiente del Senato sotto la pioggia di emendamenti proposti (quasi 450) di cui 54 hanno la firma di Forza Italia. Sono proprio gli azzurri gli alleati di governo più ostinati nel chiedere paletti e approfondimenti (segue Fratelli d’Italia con 11 proposte di modifica, nessuna dai leghisti) che, se approvati, rischiano di riportare di nuovo il testo alla Camera. Fra le proposte di maggioranza spicca quella meloniana di trasformare la pratica della maternità surrogata in reato universale, anche se fatta all’estero in un paese che la consente. Al provvedimento targato Fratelli d’Italia manca solo l’approdo in aula al Senato perché diventi legge a un anno dal via libera della Camera. In Senato resta poi da concludere l’esame in commissione del ddl sull’Intelligenza Artificiale, assegnato in congiunta alle commissioni Ambiente e alla Affari sociali. E attende una destinazione, poi, il ddl con disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese: il provvedimento, collegato alla legge di bilancio, è stato presentato in Senato il 5 luglio, ma risulta ancora da assegnare.Camere in attesa del ddl concorrenzaVa ancora incardinato anche il disegno di legge annuale sulla concorrenza, varato in cdm a fine luglio. Il ddl spazia dalla proroga dei dehors alle sanzioni per taxi e Ncc abusivi e introduce una novità che cambia le concessioni autostradali: parte dei pedaggi andrà nelle casse dello Stato anziché in quelle delle società concessionarie. Non affronta invece il nodo dei balneari, su cui l’esecutivo non ha dato risposte nemmeno nell’ultimo Cdm, facendo così montare la rabbia di una parte degli operatori poi esplosa nello sciopero del 9 agosto. Qualcosa potrebbe muoversi a settembre e, come anticipato dal Sole 24 Ore, sarebbe già pronto un piano del governo per ridisegnare nel tempo le concessioni, modulandole in base alla percentuale di spiagge libere presenti sul territorio.Bonus Befana ancora in stand-byA settembre saranno 4 mesi. E’ da tanto che si attende l’arrivo in Parlamento del decreto legislativo Irpef-Ires con il discusso ’bonus Befana’, i circa 80 euro inizialmente promessi nelle tredicesime ma poi slittati a gennaio per mancanza di coperture. Approvato dal consiglio dei ministri alla vigilia del primo maggio, il dlgs attuativo della riforma fiscale, secondo quanto si apprende, è ancora fermo alla Ragioneria. Servirà ancora del tempo dunque perché venga presentato ai parlamentari. LEGGI TUTTO

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    Viminale: arrivi di migranti in calo del 62%, boom in Spagna e Grecia

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura Nei primi sette mesi del 2024 gli arrivi di migranti sulle coste italiane sono calati del 62,36% rispetto all’anno precedente, con un boom di sbarchi invece in Spagna e Grecia. Lo rilevano i dati del dossier del Viminale sull’attività del ministero. I flussi migratori – rileva il ministero – sono drasticamente calati nel Mediterraneo centrale (-64%) e sulla rotta balcanica (-75%), mentre c’è stato un aumento degli arrivi nel Mediterraneo occidentale e orientale che hanno interessato, nello specifico, Spagna (+153%) e Grecia (+57%).Loading…Per i rimpatri +19,7% sul 2023Secondo i dati del Viminale nei primi sette mesi dell’anno sono aumentati anche i rimpatri, passati dai 2.572 del 2023 ai 3.079 del 2024 con un +19,7%. Sembrano sostanzialmente in linea con l’anno precedente, invece, i blocchi delle partenze di migranti effettuati dalla Tunisia, mentre sono in crescita quelli dalla Libia. Un capitolo a parte è dedicato agli ingressi dalla frontiera con la Slovenia, con il ripristino dei controlli dal 21 ottobre 2023 e prorogato fino al 18 dicembre di quest’anno. Delle 503.718 persone controllate, 211 sono state arrestate. Di queste 108 con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono stati invece 3.846 gli stranieri irregolari rintracciati all’ingresso.In un anno raddoppiati i militari nelle stazioni In un anno è raddoppiato il presidio dei militari nelle stazioni italiane, passando dalle 400 unità del 2023 alle 800 del 2024. In aumento anche il numero di militari assegnati all’operazione “Strade Sicure”, passati da 5.000 a 6.000 (+20%). In un anno e mezzo, da gennaio 2023 a luglio 2024, sono state poi assunte complessivamente 19.629 unità delle forze dell’ordine, alle quali si aggiungeranno ulteriori 7.784 unità entro dicembre di quest’anno. Sono invece 2.603 i nuovi vigili del fuoco, a cui se ne aggiungeranno altri 1.170 entro la fine di dicembre. LEGGI TUTTO

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    Le Olimpiadi rilanciano lo «ius soli», pressing delle opposizioni. Stop della Lega, ma Fi apre allo «ius scholae»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’atto vandalico che ha deturpato il murale “antirazzista” per la campionessa olimpica Paola Egonu, ha riacceso un dibattito da tempo fuori dai radar della politica: quello sulla necessità di modificare l’attuale legge sulla cittadinanza. A partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che lancia un appello netto. «Per noi – scrive – chi nasce o cresce in Italia è italiana o italiano e continueremo a batterci per cambiare la legge». Il riferimento è allo Ius Soli, modello di cittadinanza sostenuto dal Pd che divide gli schieramenti.La legge in vigoreLa legge in vigore è datata 1992. Prevede che «lo straniero che sia nato in Italia» possa diventare cittadino italiano «a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età». La richiesta di cittadinanza, quindi, può arrivare entro dodici mesi dal compimento del diciottesimo anno. Impianto che per le opposizioni è «fuori dal tempo». Il Pd spinge per il modello dello Ius soli, secondo cui la cittadinanza può essere acquisita per il fatto di essere nati sul territorio italiano. Posizione sostenuta senza tentennamenti da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e +Europa.Loading…I progetti di legge in ParlamentoDopo i trionfi olimpici, il Partito democratico torna dunque all’attacco per modificare la legge del 1992 sulla cittadinanza. Con una mozione a settembre per rilanciare lo ius soli. E in un aggiunta un progetto di legge per lo ius soli ’sportivo’, riservato agli atleti, presentato il 6 agosto alla Camera da Mauro Berruto, responsabile sport dei dem. Del resto sono numerose le proposte presentate in Parlamento per modificare la legge 91/1992, inserendo nuove norme sulla cittadinanza. Oltre a quella di Berruto, il Pd ne ha depositate cinque e il M5s un paio. I pentastellati sono più orientati allo ius scholae (dare la cittadinanza italiana a chi ha completato un ciclo scolastico in Italia), ma si dichiarano pronti a convergenze. Mentre + Europa è al lavoro su un quesito referendario che punta a modificare la legge esistente, in direzione dello Ius soli.Lega: legge sulla cittadinanza va bene così, no scorciatoieLa Lega chiude a ogni ipotesi di modifica. «La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie» si legge in una nota del CarroccioFi: noi aperti a Ius ScholaeLa novità però è che di fronte al no secco della Lega, e a quello più timido di Fdi, aperture vengono da Forza Italia, che starebbe mettendo a punto un suo testo di legge, in virtù del nuovo corso più autonomo dagli alleati di maggioranza. «Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo Ius soli ma siamo invece aperti allo Ius Scholae. Come disse Berlusconi, noi siamo per favorire l’integrazione. E la scuola è il motore di questa integrazione» ha dichiarato il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi LEGGI TUTTO

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    Riforme, spunta il modello “sindaco di Londra” per eleggere il premier

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPrima occorrerà terminare di audire tutte le personalità, soprattutto costituzionalisti, chiamate ad esprimersi davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera sul premierato all’italiana messo in campo dal governo. Una lunga lista che, considerato che il Ddl Casellati viaggia a settimane alterne con la riforma Nordio sulla separazione delle carriere dei magistrati, prenderà almeno tutto il mese di settembre. Dopodiché si passerà, sempre in commissione, alla discussione generale e alla fase emendativa. E sicuramente, come ha anticipato per tempo il presidente azzurro della prima commissione Nazario Pagano (si veda l’intervista al Sole 24 ore del 6 luglio), qualche modifica al testo ci sarà. Nel frattempo in Aula a Montecitorio, dal 10 settembre, i deputati saranno impegnati nella discussione e nell’approvazione del Ddl sicurezza, già nel mirino delle opposizioni. E infine sarà la volta della legge di bilancio, che quest’anno inizierà il suo percorso alla Camera.Insomma, il premierato non sarà in Aula prima della fine della sessione di bilancio. Una lunga pausa di riflessione che prenderà tutto l’autunno, insomma, che lo stesso Pagano ritiene «utile per chiarire quali saranno le modifiche necessarie da apportare alla riforma costituzionale» e soprattutto «per mettere a punto il sistema di elezione del premier». L’incaglio nella stessa maggioranza è infatti proprio sulla futura legge elettorale, senza la quale per altro lo stesso premierato non sarebbe applicabile in virtù della norma transitoria fortemente voluta dal ministro Roberto Calderoli e quindi dalla Lega («la presente legge costituzionale si applica a decorrere dalla prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della disciplina per l’elezione del presidente del Consiglio dei ministri»). Il punto politico è l’allergia della Lega (ma anche di parte di Fratelli d’Italia) al ballottaggio “classico”, ossia se nessuno raggiunge il 50% dei voti. E così, se il testo della riforma fissa «un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio», nulla dice riguardo alla soglia necessaria per far scattare il premio (e di conseguenza che cosa accade se nessuno raggiunge tale soglia).Loading…La ministra azzurra per le Riforme Elisabetta Casellati ritiene che la soglia al di sotto della quale scatta il ballottaggio nazionale tra i primi due arrivati possa essere fissata al 40%, come accade nelle comunali in Sicilia. Ma Calderoli preferisce un sistema a turno unico, come quello in vigore per l’elezione dei presidenti di regione, anche se tale soluzione potrebbe esporsi alla bocciatura da parte della Corte costituzionale (che in passato ha già fissato nel 15% il tetto massimo per il premio). Tre le altre ipotesi allo studio c’è anche una riedizione del vecchio Mattarellum, ossia 75% di collegi uninominali e il 25% proporzionale, con l’aggiunta di un premio variabile per arrivare al 50% da sottrarre alla parte proporzionale. Non solo. È degli ultimi giorni un’ulteriore suggestione: il voto alternativo all’inglese (ranked choise voting), usato ad esempio in Australia e per eleggere il sindaco di Londra. L’elettore viene chiamato una sola volta alle urne per esprimere il suo voto e anche per mettere i candidati in ordine di preferenza: se, a urne chiuse, un candidato risulta il preferito da più del 50% degli elettori lo si dichiara eletto; in caso contrario si elimina il candidato arrivato ultimo e si assegnano agli altri le seconde preferenze espresse da chi lo ha indicato primo (il processo continua finché uno dei candidati non supera il 50%).Chiaro che l’intento della maggioranza è quello di evitare il ricompattarsi al ballottaggio di un centrosinistra spesso in ordine sparso al primo turno. Ma in caso di turno unico non c’è la garanzia matematica di una maggioranza certa, e quindi occorrerebbe cambiare la parola “garantisca” nel Ddl Casellati sostituendola con “favorisca”. E questa è una delle possibili modifiche che verranno introdotte dalla Camera se la Lega non si convincerà ad accettare il ballottaggio, sia pure al di sotto del 40%. L’altra possibile modifica, per stessa ammissione di Pagano, dovrebbe riguardare il voto degli italiani all’estero. Ora i cinque milioni di nostri connazionali che non vivono in Italia eleggono 8 deputati e 4 senatori nella circoscrizione estero, ma in caso di elezione diretta del premier un voto vale uno e l’effetto potrebbe essere quello di un vero e proprio ribaltamento: la “ponderazione” del loro voto anche per l’elezione diretta del premier andrebbe insomma prevista in Costituzione, come sostengono da settimane sia il senatore di Fratelli d’Italia Marcello Pera sia i costituzionalisti bipartisan di LibetàEguale e Magna Carta. LEGGI TUTTO