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    Meloni: «Mai parlato con Musk di Starlink. Nel 2025 daremo un segnale di attenzione al ceto medio»

    Ascolta la versione audio dell’articolo7′ di lettura«Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia»: ha esordito così la premier Giorgia Meloni alla conferenza stampa organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare. «Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno» ha aggiunto. L’anno è cominciato con 40 domande poste dai giornalisti, sorteggiati tra le 95 richieste arrivate, alle quali la premier ha risposto per circa un’ora e mezza. In platea, fra gli ospiti istituzionali, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Come sempre vasta la gamma dei temi trattati. In chiusura, in materia di scelte di politica economica, l’annuncio di un’attenzione al ceto medio «risorse permettendo».Il prefetto Rizzi capo del DisTra le notizie l’annuncio della premier che il prefetto Vittorio Rizzi sarà il nuovo capo del Dis. La nomina sarà formalizzata nel Consiglio dei ministri in programma oggi alle ore 18.Loading…Meloni: sul caso Sala triangolazione con Usa e Iran Parlando del caso di Cecilia Salala premier ha rivelato che «c’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso – ha detto Meloni rispondendo alla prima domanda dei cronisti -, non direi che c’è stato un momento di svolta perchè la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti».«Su Abedini dialogo con Usa: lavoro non è finito ieri»«Per quello che riguarda Abedini ha detto la premier – il caso è al vaglio della ministero della Giustizia, c’è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. È una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden – che è ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune».«SpaceX? Non ne ho mai parlato con Musk»Si passa poi al caso Starlink. «Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con SpaceX», ha commentato la premier. Che ha aggiunto: «Usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume» ma «valuto l’interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende». LEGGI TUTTO

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    Oggi al Cdm la nomina del successore di Belloni al Dis: in pole il prefetto Rizzi

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaGiorgia Meloni si appresta a nominare il nuovo direttore del Dis (il Dipartimento incaricato di coordinare le due agenzie operative dell’Intelligence italiana, interna ed esterna) dopo le dimissioni presentate da Elisabetta Belloni (in carica fino al 15 gennaio). Il nodo sarà sciolto al Consiglio dei ministri in programma oggi alle 18, il primo del 2025: la scelta dalla premier è caduta sul prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Aisi (servizi segreti interni). La nomina dovrebbe essere formalizzata insieme a quella del nuovo vicedirettore dell’Aisi che dovrebbe prendere il posto di Rizzi. Quest’ultima scelta potrebbe ricadere su un generale della Guardia di finanza, Leando Cruzzocrea.Sul tavolo del Governo ci sarà anche l’atto di impugnazione della legge della regione Campania sul terzo mandato per il governatore. Una decisione che ha riflessi anche nel centrodestra, alle prese con il medesimo problema in Veneto.Loading… LEGGI TUTTO

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    Meloni, alle 11 la conferenza di inizio anno: riflettori accesi sul successo del caso Sala

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl caso Sala sarebbe stato comunque protagonista questa mattina della conferenza stampa di Giorgia Meloni. Così come il rapporto con Donald Trump e la sua visita recente a Mar-a-Lago, assieme agli interrogativi sulla presunta trattativa con Elon Musk sull’acquisto di Starlink, il sistema satellitare di proprietà dell’imprenditore sudafricano. E certo non sarebbero mancati e non mancheranno gli interrogativi sul recente addio di Elisabetta Belloni dal Dis. Quello che però è accaduto nelle ultime ventiquattr’ore cambia completamente il contesto in cui la premier risponderà alle 40 domande che i giornalisti le porranno.La vittoria nel caso SalaAlla conferenza di fine anno, slittata a inizio 2025, la presidente del Consiglio arriva con l’aura della vincitrice, il viso soddisfatto e quel sorriso che dice: «Ci sono riuscita io, nessun altro». Una partita giocata in prima persona e non senza rischi. Meloni ha scommesso di uscire dal faccia a faccia con Trump con il via libera del prossimo Presidente Usa alla soluzione del caso Sala. Che è arrivata giusto alla vigilia dell’appuntamento più importante con i media.Loading…La contropartita con l’IranLe difficoltà comunque non mancheranno. A partire dal destino dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi e delle eventuali contropartite che saranno certo tra i punti su cui sarà chiamata a dare spiegazioni. La smentita infastidita sulla trattativa con Musk è stata di fatto bruciata dallo stesso tycoon proprietario di X. Meloni è probabile che insisterà nell’evidenziare che non c’è alcun accordo ma che comunque il problema della copertura è reale e va affrontato come ha detto anche il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quanto al rapporto con il futuro presidente Usa ribadirà che la relazione tra Italia e Stati Uniti prescinde da chi sia alla Casa Bianca. È saltato invece l’ultimo incontro con Joe Biden, atteso sabato a Roma per la seconda visita in Vaticano da Papa Francesco ma cancellata per gli incendi che stanno devastando la California.I rapporti in EuropaA tenere banco sarà ovviamente anche il rapporto con Bruxelles e le alleanze in Europa. Meloni finora si è mossa abilmente su più fronti e viene vista – soprattutto da Ursula von der Leyen – come un canale per dialogare con Trump. Il tema dei dazi resta centrale. Così come quello dell’automotive. Senza dimenticare la Difesa e la Nato. Per il futuro Presidente Usa la spesa deve raggiungere il 5% del Pil. Un traguardo impossibile. Soprattutto per l’Italia ancora lontana anche dal 2%. A chi glielo chiederà è probabile che la premier risponderà rilanciando il leit motiv sullo scorporo della spesa per la Difesa. Quanto alla legge di Bilancio appena approvata, se ci sarà tempo lo dedicherà a rivendicare la conferma del taglio del cuneo fiscale e dello sconto Ires per le imprese. I mugugni degli alleati per il momento restano sullo sfondo. La liberazione di Cecilia Sala lo ha oscurati. LEGGI TUTTO

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    Terzo mandato, oggi il governo impugna la legge di De Luca: ecco gli scenari

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl tempo è scaduto: il termine utile per impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale della Campania che permetterebbe di fatto il terzo mandato per il governatore dem Vincenzo De Luca scade il 10 gennaio. Il testo dell’impugnativa, messo a punto tra il ministero per le Riforme retto dall’azzurra Elisabetta Casellati e quello per gli Affari regionali retto dal leghista Roberto Calderoli, è pronto per essere approvato nelle prossime ore dal primo Consiglio dei ministri dell’anno. E ad essere già più che maturo è il malcontento della Lega e dei governatori del Nord, il veneto Luca Zaia e il friulano Massimiliano Fedriga in testa, tanto che a Via Bellerio prende corpo l’ipotesi del non voto («valuteremo a ridosso del Cdm», fanno sapere i collaboratori del vicepremier Matteo Salvini).Il “trucco” di De Luca contro la legge nazionaleIl “trucco” escogitato da De Luca per tentare la terza elezione nella primavera del 2025 – nonostante il no del suo partito di provenienza, ossia il Pd, e soprattutto nonostante il fatto che la legge nazionale del 2004 stabilisca in maniera inequivocabile il limite di due mandati consecutivi – è far valere il calcolo dal mandato in corso e non dalla prima elezione del 2015: «Il computo di due mandati consecutivi decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge», recita la legge regionale approvata il 5 novembre scorso. Legge alla quale in via diretta si può opporre solo il governo entro 60 giorni, appunto. Ma se è vero che quella elettorale è materia concorrente tra Stato e Regioni, la disposizione contenuta nella legge nazionale del 2004 è così precisa – è l’argomento del governo per l’impugnazione – da essere autoapplicativa, senza cioè bisogno di essere recepita.Loading…L’ipotesi elezioni anticipate in Campania e il rischio sospensivaQuale sarà la reazione del governatore sceriffo che la segretaria del Pd Elly Schlein ha giurato di mandare in pensione appena vinte le primarie nel febbraio del 2023? Dall’entourage di De Luca era trapelata nei giorni scorsi l’ipotesi di sue dimissioni immediate in modo da tentare la rielezione, sia pure sub iudice, prima della pronuncia della Corte. Ma sarebbe una scelta altamente rischiosa, ai limiti dell’azzardo, dal momento che i giudici costituzionali potrebbero optare per la sospensiva in base alla legge 87 del 1953 sul funzionamento della Corte: l’efficacia della disposizione impugnata può essere infatti sospesa «per evitare irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o ai diritti dei cittadini» (si pensi agli altri candidati presidenti in campo e al fatto che le elezioni potrebbero doversi ripetere a stretto giro).Meloni vuole ridisegnare la mappa del potere al Nord in favore di FdiSe i termini giuridici della questione sono chiari, meno lo sono i termini politici, visto il forte pressing leghista per il via libera al terzo mandato del “doge” Zaia. Perché uno stop della Corte a De Luca sarebbe naturalmente uno stop per tutti i governatori che aspirano al terzo mandato, anche se il governatore veneto confida sul fatto che i giudici costituzionali potrebbero ribaltare la questione riportando la competenza su questo tema in capo alle regioni. Ad ogni modo, ci sarà qualche contropartita? La premier, in questi giorni assorbita dai casi internazionali, ha intanto interesse a mettere un punto a una questione che si trascina da troppo tempo e a liberare così la casella del Veneto e delle altre regioni del Nord (Friuli, ma anche Lombardia) per ridisegnare la mappa del potere settentrionale in favore di Fratelli d’Italia. Poi si vedrà.Il piano B dei governatori: far slittare le regionali al 2026Da parte sua Zaia ha sicuramente interesse a rinviare le elezioni al 2026, così come già deciso dal Viminale per i sindaci in scadenza tra il 2025 e il 2026, per poter presiedere alle olimpiadi invernali. E uno slittamento al 2026 potrebbe essere una compensazione anche per De Luca. Meglio tirare a campare che tirare le cuoia, come diceva Giulio Andreotti. Ma al momento anche questa soluzione, su cui sembrava esserci accordo in Conferenza delle Regioni, sembra sbarrata: «Non capisco su quali basi giuridiche…», ha detto il ministro meloniano per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Che ha subito aggiunto, a scanso di equivoci: «Tocca a noi di Fratelli d’Italia scegliere il candidato in Veneto». LEGGI TUTTO

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    Il nodo Musk tra Meloni e Ue mentre Salvini riaccende la gara

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDella visita lampo di Meloni da Trump, intanto va riconosciuto l’impegno per Cecilia Sala, la giornalista imprigionata in Iran e oggetto di un difficilissimo negoziato anche con gli Usa. Certo, bisogna aspettare i risultati ma la mossa a sorpresa ha portato sulla scena una premier che ha voluto agire in prima persona anche per riparare agli errori fatti e di cui si saprà meglio col tempo. Però, di questo blitz americano vanno analizzati gli aspetti politici e quindi i rischi e le convenienze per la premier. E non c’è dubbio che la drammaticità dell’arresto di Sala ha accelerato i piani di Meloni su Trump dandole l’opportunità per un faccia a faccia con il neo presidente che segnala lo sganciamento da Biden. Perfino le parole e i toni con cui è stata accolta in Florida, dimostrano quanto lei sia riuscita a far dimenticare quella relazione speciale che si diceva aveva costruito con il presidente democratico.Ma la partenza a sorpresa è stata tale anche per i suoi alleati – Tajani e Salvini – che per l’ennesima volta hanno solo assistito al protagonismo meloniano. Insomma, non siamo costituzionalmente dentro a un premierato ma nei fatti è quello che i leader dei due partiti della coalizione stanno vivendo. E per Salvini il boccone è più amaro perché aveva pensato di poter scavalcare Meloni nel rapporto con Trump e invece non c’è spazio per lui vista l’accoglienza riservata alla premier a Mar – a – Lago. Tant’è che ieri nonostante le smentite di Palazzo Chigi di accordi con Musk sulla rete satellitare, il capo leghista ha provato a rimettersi in gara per conquistarsi le simpatie del tycoon rilanciando la bontà di un’intesa. Ecco, non demorde.Loading…Invece Meloni si mostra più cauta su una vicenda controversa com’è quella dei rapporti con un privato, miliardario. Non si tratta, infatti, di giudicare i legami con gli Usa ma i rapporti con imprenditore che gestisce settori strategici per uno Stato quali le telecomunicazioni, quindi la sicurezza nazionale e un social media in grado di indirizzare l’opinione pubblica. Doveroso chiedersi degli affari di Musk e soprattutto vanno capiti i veri obiettivi di Trump e del capo di Tesla quando indicano la premier italiana un ponte verso l’Europa che lei «ha preso d’assalto».È stato già detto molto sulle intenzioni di disarticolare l’Ue ma l’obiettivo non pare solo politico. Perché la strategia trumpiana dei dazi se abbinata all’appoggio verso partiti “sovranisti” come l’Afd – dopo l’endorsement di Musk – porterebbero pure a un rischio di declino per il mercato unico e per l’industria europea. E sarebbe un colpo anche per l’Italia. LEGGI TUTTO

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    Regioni, terzo mandato della discordia. Verso lo stop del Governo al prossimo Consiglio dei ministri

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa battaglia contro il terzo mandato non è una novità per la maggioranza, sostenuta dal partito della premier e Forza Italia. I messaggi che arrivano alla spicciolata nelle ultime ore contro l’ipotesi di un ulteriore allargamento dei termini per le candidatura di Luca Zaia esplicitano una linea di fatto già scritta. E ha un parallelo in Campania, dove “regna” Vincenzo De Luca del Pd. Nei prossimi giorni, con un ricorso alla Corte costituzionale, l’esecutivo potrebbe impugnare la legge campana che autorizzerebbe il terzo giro di De Luca, peraltro osteggiato duramente dalla leader dem Elly Schlein. I tempi sono stretti, la norma va “contrastata” al massimo entro il 10 gennaio perché la Consulta lo recepisca e abbia tempo per dare un parere.FdI, altolà dallo stato maggioreMa la questione dei governatori potrebbe essere il prossimo tallone d’Achille del centrodestra. Protagonista Luca Zaia, il leghista al timone del Veneto dal 2010 e che punterebbe a un altro quinquennio. Un netto no è arrivato da Luca Ciriani, ministro fedelissimo di Giorgia Meloni e responsabile dei rapporti con il Parlamento. In un’intervista smonta l’ipotesi e respinge la proposta della Lega di un rinvio del voto in Veneto al 2026, rispetto a quest’autunno. Difficile non vedere nella doppia frenata una scelta politica. Il partito di Ciriani, Fratelli d’Italia, non ha mai nascosto mire sul Veneto, dove da tempo ha sorpassato la Lega nei consensi. Da qui una sorta di prelazione che il ministro rivendica («mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome», e «non per rivincita o rivalsa, ma per oggettività»).Loading…Le contromosse del CarroccioLa Lega non ci sta a farsi da parte, con o (più probabilmente) senza Zaia, in una roccaforte del partito. Ciriani boccia il terzo mandato dicendo che la questione si poteva affrontare in Parlamento «con una proposta di legge, magari da parte della Lega». Invece dopo un blitz tentato dai leghisti mesi fa per inserirlo in un decreto stoppato dal Parlamento, per l’esponente di FdI «ora è difficile tornare indietro». Un ragionamento «sbagliato» per i parlamentari più vicini a Matteo Salvini che ribattono: per guidare una Regione, contano più di tutto l’esperienza e la maturità di una classe dirigente, sostengono. E qualcuno nel Carroccio punzecchia che sarebbe curioso che FdI guidasse il Veneto senza avere molti sindaci lì.Ricorso al Tar in CampaniaMentre si attende la decisione dell’esecutivo sul terzo mandato alcuni consiglieri regionali della Campania (centrodestra e indipendenti) hanno deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale nel corso della quale si è dato – a maggioranza – il via libera a De Luca per candidarsi appunto per la terza volta alla guida della Campania. In punta di diritto i ricorrenti contestano «la palese violazione e la falsa applicazione della legge in materia di regolamento interno del Consiglio regionale della Campania, oltreché degli articoli 3 e 97 della Costituzione». Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia, è intervenuto dopo la nota degli esponenti del centrodestra per precisare che «sul terzo mandato la linea sarà dettata dal Governo nella seduta del 7 gennaio, in accordo con i leader nazionali». «Il Tar – aggiunge – non ha competenza sulla legittimità della legge relativa al terzo mandato, ma solo sulle procedure seguite. È importante – precisa ancora Martusciello – distinguere tra i due ambiti: quello tecnico-giuridico delle procedure e quello politico, che sarà affrontato in sede governativa». Martusciello è uno dei tre esponenti del centrodestra che hanno dato la loro disponibilità alla candidatura. Con lui, che rappresenta FI, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, in quota FdI, e il parlamentare della Lega, Gianpiero Zinzi. La presentazione del ricorso per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale è stata proposta dal capogruppo della Lega, Severino Nappi e condivisa da tutti i consiglieri del centrodestra. LEGGI TUTTO

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    Elisabetta Belloni lascia la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaElisabetta Belloni lascia la guida dell’Intelligence. La decisione di un passo indietro al Dis, dopo quasi cinque anni, da concretizzarsi formalmente entro una decina di giorni, sarebbe stata anticipata ad alcuni amici durante il mese di dicembre. E poi spiegata di persona alla premier Giorgia Meloni in una riunione riservata alla presenza anche del sottosegretario Alfredo Mantovano, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Romana, classe ’58, l’ambasciatrice è – della struttura – direttore generale dal 12 maggio del 2021, su nomina di Mario Draghi. Per l’addio fonti qualificate indicano la data del 15 gennaio.Le voci su possibili incarichi (smentite)Quella di Belloni non sarebbe una decisione improvvisa, ma in anticipo di alcuni mesi rispetto alla naturale scadenza del suo mandato, prevista per maggio al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organismo che coordina l’attività del comparto. Nel futuro di Belloni si è parlato di un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, possibilità tuttavia che (per ora) sembra esclusa. Il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto, di stima reciproca e di collaborazione. Assai meno fluido sembrava quello con Mantovano, soprattutto nell’ultima fase.Loading…Prima donna segretario generale della FarnesinaStudentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina.Più volte candidata “eccellente”Il suo nome è stato proposto molte volte nel corso degli anni per incarichi di alto livello, come la presidenza della Repubblica nel gennaio 2022. L’elezione sfumò quando sembrava cosa fatta. Dopo le Politiche del 25 settembre 2022 il suo nome è stato fatto come possibile ministro degli Affari esteri del nuovo governo. Si era parlato di lei anche come alternativa a Raffaele Fitto per ricoprire l’incarico di commissario europeo nella nuova squadra. Nel marzo scorso Meloni l’ha nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana, ruolo che ha ricoperto – insieme alla direzione del Dis – fino alla fine dell’anno tornando così alla sua prima passione, le relazioni diplomatiche. LEGGI TUTTO

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    Todde, dal 7 il caso in Consiglio regionale. Legali al lavoro per il ricorso in tribunale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDa una parte il ricorso davanti al tribunale ordinario, dall’altra la questione politica in Consiglio regionale. Da martedì, chiusa la parentesi delle vacanze natalizie, l’affaire Todde, ossia l’ordinanza ingiunzione di decadenza della presidente della Regione, arriva nelle stanze dell’assemblea legislativa regionale della Sardegna. Incassato il sostegno e il supporto della coalizione che «si è compattata e rafforzata» oltre che quello del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte e della segretaria del Pd Elly Schlein, la presidente della Sardegna Alessandra Todde va avanti. Della questione, come ribadito anche nel corso dell’ultima conferenza stampa, «se ne occuperanno gli avvocati». E poi anche il Consiglio regionale.Due binari distintiDue binari distinti che vedranno i legali impegnati nella preparazione del ricorso al Tribunale ordinario (civile e non amministrativo) e gli organismi dell’assemblea legislativa affrontare la questione. Ossia l’ordinanza ingiunzione emessa dal Collegio elettorale di garanzia presso la Corte d’appello di Cagliari. La vicenda resta, comunque, complicata anche perché si tratta del primo caso nello scenario nazionale. Per questo motivo già dal 7 gennaio il provvedimento sarà sul tavolo della Giunta per le elezioni. L’atto inizierà a essere affrontato prima con incontri informali e poi in una seduta ad hoc che sarà convocata dal presidente dell’organismo consiliare composto da nove consiglieri tra i quali 5 della maggioranza del campo largo e 4 delle opposizioni. I componenti dovranno quindi studiare le 10 pagine e i 7 punti indicati nell’atto notificato i giorni scorsi alla presidente della Regione. Al centro le irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali di 11 mesi fa. Alla luce degli approfondimenti, poi, ci sarà da sciogliere il nodo sul da farsi: ossia se l’assemblea legislativa sarda possa solo fare una mera presa d’atto del provvedimento del collegio elettorale, o se possa decidere in maniera diversa.Loading…Il sostegno della CoalizioneA sostegno della presidente Todde l’intera coalizione di centrosinistra che ha ribadito «piena fiducia» nella Governatrice. Posizione confermata anche nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza. Per la prossima settimana potrebbe essere prevista la convocazione della conferenza dei capigruppo.La questione ProcuraC’è poi la questione della trasmissione degli atti in Procura che potrebbe aprire un altro fronte giudiziario e politico dato che il Collegio di garanzia oltre ad aver comminato una sanzione da 40 mila euro ha disposto la trasmissione degli atti in Procura «stante – si legge nel dispositivo – le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni depositate e l’omesso deposito della citata fattura presente nel cassetto fiscale della stessa».La presidente va avantiDalla presidente la sottolineatura di avere la «massima fiducia nella magistratura» e di essere «legittimata ad andare avanti» anche alla luce del fatto che si tratta di un atto non definitivo. Dal centrodestra non mancano gli attacchi. Da quello dell’ex governatore Ugo Cappellacci che ha parlato di «dilettanti allo sbaraglio» agli esponenti nazionali allo sconfitto alle regionali Paolo Truzzu che ha chiesto bilancio tecnico e poi il ritorno al voto. LEGGI TUTTO