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    Unicredit, Giorgetti: concorrenza bellissima ma l’interesse nazionale è cosa seria

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Noi riteniamo di aver avuto soddisfazione dai giudici e quelle motivazioni dei giudici sono quelle che diremo esattamente alla commissione Europea, la dg competition tutela la concorrenza, che è una bellissima cosa, ma forse non si sono accorti che c’è una guerra in questo momento in Europa, quindi gli Stati difendono altre cose che non sono soltanto la concorrenza». Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in Transatlantico alla Camera, sul caso Unicredit-Bpm. «La sicurezza nazionale è una cosa seria», conclude.Salvini “Golden Power? L’Ue non rompa le scatole al governo italiano”«Banche centrali, non su Marte ma per famiglie e imprese»«È chiaro che la pressione di Trump verso la Federal reserve per abbassare i tassi al netto delle implicazioni macroeconomiche, qualora avvenisse, creerebbe un ulteriore problema qui», ha detto il ministro dell’Economia. «Diciamo che qui non è concepibile la pressione o, diciamo, gli epiteti che rivolge il presidente Usa verso il governatore della Banca centrale. Sarà che le banche centrali devono difendere determinati principi, determinati obiettivi, però non è che vivono fuori dal mondo, non è che vivono su Marte, vivono in mezzo a noi, in mezzo all’economia fatta da famiglie e imprese», sottolinea il titolare dell’Economia. «Se scoppiano le guerre, se ci sono queste cose qua, non ci sono soltanto le sacre regole delle banche, ci sono anche la valutazione, purtroppo, della realtà così come la vediamo».Loading…«Sui dazi trattativa estenuante, questione anche di approccio» «La trattativa dei dazi è una trattativa lunga ed estenuante in cui da una parte c’è un negoziatore particolare e dall’altra altri che hanno degli approcci completamente diversi, quindi non è soltanto nel quantum ma anche nel metodo dell’approccio» ha detto ancora Giorgetti. LEGGI TUTTO

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    Mille giorni di governo Meloni, il sondaggio: chi ha lavorato meglio secondo gli italiani

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    ©IPA/Fotogramma

    Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra l’11 e il 14 luglio 2025 su un campione di 800 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagate per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%. LEGGI TUTTO

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    Urso e la polemica per la moglie che salta fila a Fiumicino: “È la scorta che decide”

    Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso affronta le polemiche scoppiate per il video con cui l’attore Luca Zingaretti denunciava che “la moglie di un politico italiano” nella giornata di ieri, 15 luglio, era stata fatta passare davanti a tutta la fila di passeggeri in attesa di imbarcarsi all’aeroporto Fiumicino di Roma. Si trattava, come si è scoperto dopo, di Olga Sokhnenko, consorte di Urso. “Ho accompagnato mio figlio di sette anni e mia moglie in aeroporto prima di andare al ministero. È compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza. Mi rammarico se questo possa aver recato disagio ad altri. Non è nel mio stile, come sa chi mi conosce”, dice il ministro in un’intervista a Repubblica. Che però non risponde alla domanda principale: “È stato giusto avere scavalcato la fila?”.

    La versione del ministro Urso: “Non ho notato modi poco gentili della mia scorta”

    Urso ripete più volte di non aver notato “modi poco gentili” da parte della sua scorta in aeroporto, perché – pur essendo vicino alla moglie mentre si dirigeva all’imbarco – “ho trascorso tutto il tempo al telefono” per preparare “un incontro importante”, un tavolo per l’accordo di programma sull’ex Ilva di Taranto. È lecito quindi che la scorta, che deve concentrarsi sulla sicurezza del ministro a cui è legata, si occupi dei familiari? “È la scorta a valutare le condizioni, io ero accanto a mia moglie anche se al telefono. Per l’esattezza portavo la sua valigia”, dice Urso. LEGGI TUTTO

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    Ministero della Giustizia: “10mila detenuti possono avere misure alternative”

    Il ministro della Giustizia ieri è stato al carcere delle Vallette a Torino dopo la morte di due detenute in un solo giorno, a cui si è aggiunta sabato una terza vittima in Calabria. ‘Affrontare l’emergenza del sovraffollamento’, ha detto, proponendo l’uso delle caserme dismesse per i condannati per reati minori. Associazione Antigone: ‘Puntare su misure alternative e garantire personale’. I sindacati degli agenti penitenziari osservano come nuovi edifici non serviranno senza personale adeguato LEGGI TUTTO

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    Dl fiscale, stop a ispezioni non motivate di Agenzia delle Entrate e Gdf nelle aziende

    Obbligo per il personale del Fisco e della Guardia di Finanza di indicare e motivare negli atti di autorizzazione e nei verbali specifici per le ispezioni nelle aziende o negli studi professionali le circostanze e le condizioni che ne giustificano l’accesso. Questa la richiesta, in arrivo con un emendamento del relatore Vito De Palma (FI), di modifica rispetto al decreto fiscale attualmente in discussione presso la commissione Finanze alla Camera. Succede, come sottolinea anche “Il Sole 24 Ore” a seguito di una sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo secondo la quale l’Italia avrebbe messo in atto garanzie non idonee in caso di controlli fiscali con accessi e verifiche nei locali delle aziende o negli studi professionali. Di fatto, dunque, verrà proposto lo stop ad ispezioni non motivate e l’obbligo per gli 007 del Fisco e per i verificatori delle Fiamme Gialle di indicare e motivare “espressamente e adeguatamente” tutte le circostanze che implicano i controlli. E, in assenza di tali motivazioni, la verifica o l’accesso potrebbero risultare viziati e, per questo motivo, impugnabili davanti al giudice tributario.

    La condanna della Corte Europea

    A febbraio 2025, come detto, proprio la Corte Europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia sul merito, in quanto era emerso che le regole attuali non fornissero un livello consono di difese nel momento in cui si verifica un’ispezione da parte delle autorità fiscali. La violazione, infatti, si poteva prestare secondo i giudici anche a possibili abusi. Adesso questa sentenza obbliga l’Italia a rivedere di fatto tutta quella che è la normativa e le regole su accessi e verifiche che però, va sottolineato, avrà valore effettivo solamente per le verifiche e le ispezioni future successive alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge fiscale.

    Approfondimento
    Meno controlli ma più fondi recuperati: i paradossi del fisco italiano LEGGI TUTTO