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    Il giorno dei dazi: ecco come Meloni si prepara a trattare con Trump

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaOramai è questione di ore. Il presidente Usa Donald Trump annuncerà i nuovi dazi alle 16 locali (le 22 in Italia) nel giardino delle rose alla Casa Bianca. La stretta sulle tariffe doganali sarà immediatamente operativa. L’Italia si prepara all’impatto. La prospettiva di una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti preoccupa, e non poco, il governo di Giorgia Meloni. La premier si prepara a trattare. L’invito a tutti i suoi interlocutori è sempre lo stesso: «Bisogna evitare di alimentare un’escalation di dazi contro dazi, perché tutti ne farebbero le spese». Il Made in Italy, dall’alimentare ai farmaci, è particolarmente esposto.La visita di J.D.Vance in Italia a Pasqua Un canale di dialogo con gli Stati Uniti potrebbe svilupparsi a metà mese. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha in programma una visita a Roma e ha chiesto un incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo l’agenzia Bloomberg, l’ambasciata statunitense a Roma ha comunicato al Ministero degli Affari Esteri italiano i piani del vice di Trump. «I piani sono in evoluzione e potrebbero cambiare prima di essere finalizzati», ha detto un funzionario Usa. Il programma provvisorio prevede che Vance sia a Roma dal 18 al 20 aprile (nel ponte di Pasqua) e i diplomatici statunitensi hanno chiesto alle loro controparti italiane di coordinare un incontro con la Meloni. Al momento da Palazzo Chigi non arrivano indicazioni, ma gli uffici – secondo quanto si apprende – sono al lavoro per organizzare l’incontro. Nella maggioranza e all’interno dello stesso esecutivo, la speranza è che l’eventuale faccia a faccia tra Vance e Meloni produca risultati e conduca a una “exit strategy” non troppo dolorosa per le aziende italiane.Loading…Niente eccezioni da parte degli UsaLa speranza, coltivata a lungo ai piani alti del governo, che gli Usa potessero fare eccezioni si è infranta sulla realtà. Qualche speranza di esenzioni sul vino ancora resiste. «Magari Trump colpisce solo lo champagne…», prova a scherzare un meloniano, mal celando la consapevolezza diffusa nell’esecutivo che le tariffe saranno per tutti e pesanti. Una volta valutato l’effettivo impatto sull’economia, si potrà provare poi a cambiare lo scenario trattando con l’Amministrazione americana, è la convinzione di Meloni, puntando su dialogo e diplomazia. Non in modo bilaterale, come auspicava la Lega, ma in una cornice europea. In quest’ottica, due elementi vengono letti dai suoi fedelissimi come aperture di credito: il placet della commissione Ue alle modifiche sui Cpr in Albania e, prima ancora, l’intervista di sabato al Corriere della Sera, in cui von der Leyen ha riconosciuto alla premier «un ruolo molto importante a livello europeo», definendo «positivo» il fatto che abbia «un rapporto diretto» con Trump. Le ultime parole della leader tedesca, che ha preannunciato la dura risposta europea, sono invece andate di traverso a Matteo Salvini. «Aprire guerre commerciali con gli Usa – ha sottolineato – è una scelta infelice, non fa l’interesse di nessuno». L’altro vicepremier, Antonio Tajani, ha chiarito che «non dobbiamo piegare la testa, ma neanche essere antiamericani». E che «l’Italia non può fare da sé, è competenza Ue, i dazi li fa l’Europa». Fra FI e Lega, per quanto la tregua stia reggendo, è sempre gelo. Le tensioni degli ultimi mesi rischiano di lasciare cicatrici sul governo, dove si registra anche un crescente fastidio di Meloni sulle puntualizzazioni leghiste in materia di politica estera. Così in un momento decisamente delicato, l’orizzonte del governo sembra ridursi alla primavera 2026, secondo i ragionamenti sempre più insistenti che si fanno in maggioranza. Al di là delle rassicurazioni di Salvini («Arriveremo al 2027, si metta l’anima in pace chiunque»), e degli azzurri che fanno spallucce («Noi non creiamo alcun rischio»), la convinzione diffusa nella coalizione è che ci si debba far trovar pronti per le elezioni anche fra un anno. Con l’auspicio che un centrodestra ancora più forte in Parlamento possa anche gestire la successiva partita per l’elezione del Capo dello Stato, nel 2029.I dazi spaventano anche RegioniIntanto le Regioni esprimono preoccupazione per le ricadute che i dazi Usa avranno sui territori. A partire da quelle governate dalla Lega. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, si è detto «preoccupato» e ha sottolineato come sia «importante che a livello nazionale ed europeo si intavoli subito una negoziazione con l’amministrazione statunitense. I dazi non fanno bene all’Europa e non fanno bene agli Stati Uniti». Sulla stessa scia il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di «un giorno cruciale per l’economia mondiale. I dazi saranno il terzo cigno nero in cinque anni, dopo la pandemia e le guerre in Ucraina e Israele. L’Italia faccia valere il proprio rapporto privilegiato con gli Usa. Ho voluto approfondire i rischi che correrebbe l’economia veneta con i dazi americani, e i dati sono impressionanti: riguardo al vino, una bottiglia veneta su 5 vendute all’estero è acquistata da partner commerciali statunitensi. Si comprende facilmente quale effetto disastroso possano avere dei dazi del 20% sul fatturato delle aziende venete e italiane, perché l’export verso gli Usa vale al nostro Paese quasi 65 miliardi». Gli stessi timori sono stati espressi dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sempre in quota Lega: «I dazi preoccupano le nostre aziende esportatrici. In Trentino si sente molto il rischio di un effetto negativo. Serve una presa di coscienza a livello europeo». In Trentino i settori più a rischio sono l’agroalimentare e l’automotive. Gli Usa sono il secondo mercato estero, 12% del totale, con 620 milioni di euro di esportazioni nel 2023. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca promette un’analisi «per capire quali sono i prodotti che possono avere il danno maggiore: sicuramente l’agroalimentare, le produzioni agricole, il settore farmaceutico, la moda». Il governatore della Toscana Eugenio Giani, con una regione che ha un export verso gli Usa superiore ai 9 miliardi di euro, ha stigmatizzato quelli che ha definito «gli sbagli che l’amministrazione Trump sta facendo nel cambiare l’opinione che a livello mondiale noi oggi abbiamo degli Usa». Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (Forza Italia) ha condiviso «la posizione del governo italiano, del vicepresidente Tajani e del Ppe: il protezionismo non è la risposta alla competizione globale. I dazi rischiano di danneggiare filiere strategiche per il nostro territorio senza produrre benefici reali per nessuno». LEGGI TUTTO

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    Usa-Italia, il vicepresidente Vance programma un incontro a Roma con Meloni

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaIl vicepresidente americano JD Vance sta programmando una visita in Italia alla fine di aprile. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, sottolineando che Vance potrebbe essere a Roma fra il 18 e il 20 aprile. I diplomatici americani hanno chiesto alle controparti italiane di coordinare un incontro con la premier Giorgia Meloni.Un incontro importante che arriverà dopo l’entrata in vigore dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump ai quali dall’Italia si guarda con forte apprensione per l’impatto che potranno avere su settori chiave per l’export italiano.Loading…In un’intervista al Financial Times Meloni si era detto d’accordo con il vicepresidente Usa, perché come lei sostiene «da anni» l’Europa «i è un po’ persa» e aveva liquidato come «infantile» e «superficiale» l’idea che l’Italia dovrà scegliere tra Washington e Bruxelles, ricordando comunque che gli Stati Uniti sono il «primo alleato». LEGGI TUTTO

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    Carceri, da tre mesi manca il capo del Dap. Nordio: presto risolveremo

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl nome previsto per la poltrona del nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, vacante da tre mesi, rischia di creare più di un’incomprensione tra il ministero della Giustizia e il Quirinale, con palazzo Chigi in mezzo a cercare di mediare e ad attivare proprio in queste ore un’interlocuzione per uscire dall’impasse. E in quest’ottica va letta la presenza nella sede del governo del ministro Carlo Nordio, che poi garantisce: «E’ una questione che sarà risolta a breve». Attaccano i sindacati della Polizia Penitenziaria e l’opposizione: «Sul Dap il Guardasigilli è debole, ormai è commissariato».L’incidente diplomaticoAlla base dell’incidente, che già mesi fa avrebbe suscitato irritazione negli ambienti della presidenza della Repubblica, ci sarebbero le modalità sulla proposta del nome di Lina Di Domenico per la sostituzione di Giovanni Russo, che si dimise alle fine del dicembre scorso. La notizia della possibile scelta era trapelata da via Arenula prima di una qualsiasi comunicazione ufficiosa a Sergio Mattarella, nonostante spetti formalmente al capo dello Stato la scelta e dunque la firma che sancisce la nomina. Anzi, rumours ministeriali, raccontano che addirittura ci fu una richiesta al Csm di mettere Di Domenico fuori ruolo per poter ricoprire l’incarico, il tutto senza avvertire il presidente.Loading…I tre mesi di reggenza di Di DomenicoMolto prima del malinteso, la candidata del ministero era subentrata a Russo come reggente del Dap, in quanto già vice. Poi da allora si sono susseguiti tre mesi di reggenza: un’attesa fin troppo lunga e senza precedenti, che avrebbe dovuto portarla – nelle intenzioni del ministero – ad assumere pienamente quel ruolo. Ma la comunicazione formale non è mai arrivata al Quirinale dove ora sono in attesa di conoscere la nuova indicazione del governo.Il ruolo del sottosegretario DelmastroA questo punto la candidatura di Di Domenico sembra sempre di più bruciata dagli eventi, ma non solo per gli errori di forma. Secondo diversi ambienti politici, a pesare sulla vicenda sarebbe anche il fatto che quella di Di Domenico sia una nomina suggerita e supportata dal sottosegretario Andrea Delmastro, recentemente nella bufera per una serie di dichiarazioni oltre alla sua condanna in primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso dell’anarchico Cospito.Quella del nuovo capo del Dap resta una partita aperta, ma prima adesso tocca ricucire con il Quirinale. E si fa strada per il futuro, secondo quanto filtra da ambienti dello stesso Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il nome di Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Catania ed in passato direttore generale dell’ufficio detenuti. Ma ora i sindacati attaccano: «Mai nella storia era accaduto che la debolezza di un ministro o la sua indifferenza nei confronti delle carceri abbia consentito ad un sottosegretario delegato di prendere in mano la situazione così come fa Delmastro: comanda tutto lui e dispone trasferimenti di comandanti», sostiene il segretario dell’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, Leo Beneduci. Accuse a cui si associa il fronte dell’opposizione: «Ancora una volta il ministro Nordio viene commissariato dal suo stesso sottosegretario», dice la dem Debora Serracchiani, mentre Ilaria Cucchi di Avs rincara: «È evidente a tutti che Delmastro non può più occuparsi del Dap. Il ministro batta un colpo». LEGGI TUTTO

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    Contratto sospeso fino a 300 giorni per l’autonomo malato oncologico

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaParlamento al lavoro per accrescere le tutele dei lavoratori, sia dipendenti che autonomi, che siano malati oncologici oncologici. Per i lavoratori autonomi, in particolare «abbiamo pensato di raddoppiare, cioè di portare da 150 a 300 giorni, i termini già previsti dalla legge 81 del 2017 (Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato, ndr) che parlano di una sospensione del rapporto di lavoro autonomo verso un committente». A dirlo è il deputato Andrea Giaccone (Lega), relatore delle nuove disposizioni “concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche”, appena approvate in prima lettura dalla Camera e ora all’attenzione delle Camere.Fino a 24 mesi di congedo per i dipendentiIl cuore della riforma, che fonde insieme un pacchetto di 5 diverse proposte di legge, è l’introduzione nel nostro ordinamento di un congedo speciale fino a 24 mesi – continuativi o frazionati – in favore dei dipendenti pubblici e privati affetti da malattie oncologiche nonchè da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportano un grado di invalidità pari o superiore al 74%. Previsto anche, in aggiunta alle tutele previste dalla normativa vigente, la possibilità di usufruire di ulteriori 10 ore annue di permesso per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche e cure mediche frequenti, sempre per i lavoratori pubblici e privati affetti da malattia oncologica in fase attiva o in follow-up precoce o da malattie invalidanti o croniche.Loading…Nel 2024 390mila casi oncologiciAl momento, in Italia, sono circa 4 milioni le persone che convivono con una malattia oncologica, invalidante o cronica. «Per il 2024, l’incidenza dei nuovi casi di malattia oncologica era stimata in circa 390mila casi», sottolinea Giaccone: «È chiaro che non possiamo pensare che tutte queste persone siano in età lavorativa, ma sicuramente parliamo di una platea tra i malati oncologici lavoratori, e i pazienti affetti da malattie invalidanti croniche o rare che va sulle cinque cifre, cioè parliamo nell’ordine di centinaia di migliaia di persone».La nuova normativa potrebbe essere in vigore già all’inizio del prossimo ano: «Il testo approvato a Montecitorio prevede il 1° gennaio 2026, quindi l’auspicio è che l’iter si concluda direttamente al Senato», in modo da rispettare tale previsione, conclude Giaccone. LEGGI TUTTO

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    Ue: decreto per i Cpr in Albania in linea con la legge europea

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti questo decreto e il centro in Albania. Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà al centro», come «finora per l’asilo». «E in linea di principio, ciò è in linea con la legge Ue. Continueremo a monitorare l’implementazione del protocollo» e «rimarremo in contatto con le autorità italiane. E in termini di soluzioni innovative, abbiamo detto che siamo pronti a esplorarle, sempre in linea con gli obblighi del diritto dell’Ue e internazionale e dai diritti fondamentali». Così un portavoce della Commissione Ue.Decreto, irregolari anche dall’ItaliaLa struttura italiana di Gjader arriverà a 144 posti e ospiterà anche migranti irregolari trasferiti direttamente dall’Italia, aggiungendosi alla rete nazionale dei centri di permanenza per il ripatrio già esistenti. Ma la sua funzione originaria dedicata alle procedure accelerate di frontiera resta comunque in attesa di essere riattivata, in vista delle prossime mosse dei giudici internazionali. Il centro in Albania intanto cambia pelle e si espande con il decreto approvato venerdì in Consiglio dei ministri, aspettando che la Corte di Giustizia europea si pronunci sulla questione del trattenimento dei migranti e le indicazioni sui Paesi sicuri: una questione da mesi al centro di polemiche e tensioni dopo i pronunciamenti dei magistrati italiani, i quali finora hanno di fatto bocciato il progetto del governo in tema di procedure accelerate.Loading… LEGGI TUTTO

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    Meloni oggi al congresso di Azione, Schlein dà forfait. Calenda: «Io a destra? Risibile»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGiorgia Meloni, ministri, il commissario Ue Raffaele Fitto. Ma anche Mario Monti, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, la segretaria Cisl Daniela Fumarola. Vanta una scaletta nutrita il congresso di Azione in programma oggi e domenica al Life hotel di Roma. Il segretario Carlo Calenda, appena confermato, apre e chiude i lavori con due interventi, sabato alle 10,45 e domenica alle 12.Calenda: «Mi sposto a destra? Risibile»A dispetto delle tante presenze di primo piano, gli occhi sono tutti puntati sulla premier. Meloni è annunciata come ospite d’onore della prima giornata, con tanto di intervento in programma alle 11,30. Un evento politico, a suo modo, se si considera che Azione non è un partito nella coalizione di governo. Un annuncio di non belligeranza tra Azione e il centrodestra o qualcosa di più? Ipotesi respinta da Calenda che a Radio 24 ha sgomberato il campo: «Mi sposto a destra? Risibile. Abbiamo fatto lo stesso l’altro anno, uguale. Al Congresso ci sono anche Gentiloni, Monti, Picierno, Guerini e ci saremo anche noi. Ci confronteremo e discuteremo. Mentre il mondo cade, invece di parlare della borsa della Santanchè si può parlare di cose rilevanti?».Loading…A parte i nomi citati da Calenda, nel programma non figurano i leader di centrosinistra: «Ho invitato Schlein, ci mancherebbe, ma non poteva e ha mandato Boccia. Ci sarà tutto il mondo liberale», ha sottolineato ancora Calenda.Al Congresso non sono invitati a parlare Salvini e M5sNegli scorsi giorni l’ex ministro del governo Renzi aveva spiegato il criterio nella scelta di chi parlerà al congresso di Azione: «Abbiamo invitato a parlare i rappresentanti di tutti quei partiti che hanno comunque sostenuto l’Ucraina, per noi è un discrimine fondamentale della politica interna. Quindi non abbiamo invitato a parlare il M5s, l’abbiamo invitato a sentire. E non abbiamo invitato a parlare Salvini», mentre ci sarà il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. LEGGI TUTTO

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    Caso Todde, Governo contro il ricorso della Sardegna sulla decadenza della governatrice

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaIl 28 febbraio la Regione Sardegna aveva ufficializzato il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, in merito la decadenza della presidente Alessandra Todde per irregolarità nel rendiconto delle spese della campagna per il voto del febbraio 2024. La delibera era arrivata a seguito della mozione del Consiglio regionale che impegnava la governatrice a sollevare appunto il conflitto di attribuzioni con lo Stato.A un mese di distanza è arrivata la contromossa del Governo: il Consiglio dei ministri del 28 marzo, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzione proposto, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione, dalla regione Sardegna contro lo Stato e, per esso, il presidente del Consiglio dei ministri, il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari e il ministero della giustizia per l’annullamento dell’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, depositata in data 3 gennaio 2025, di decadenza di Todde.Loading…Intanto si dovrà attendere il 22 maggio per capire il destino della legislatura in Sardegna. Per quel giorno è stata fissata dal collegio della prima sezione civile del tribunale ordinario di Cagliari la data della prossima udienza sul ricorso presentato dai legali della governatrice contro l’ordinanza ingiunzione di decadenza emessa dal collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello del capoluogo che ha portato anche a una sanzione a carico della presidente di 40mila euro. LEGGI TUTTO

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    In Cdm arrivano nuove regole su passaporti e carte di identità: ecco cosa cambia

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSul tavolo del Consiglio dei ministri approdano nuove regole sui passaporti. Il disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2025 prevede un rafforzamento delle misure di sicurezza legate al rilascio dei passaporti, che saranno dotati di microprocessore contenente dati biometrici, comprese di fotografia e impronte digitali. Questa innovazione consentirà un miglioramento nella protezione contro il furto d’identità e la falsificazione dei documenti. Contestualmente, il passaporto non sarà più rinnovabile ma dovrà essere richiesto ex novo alla scadenza.Viene altresì abrogato il passaporto collettivo, uno strumento ormai in disuso a causa delle nuove normative europee in materia di sicurezza. La gestione delle richieste di passaporto in caso di furto o smarrimento all’estero sarà semplificata, con procedure distinte per la denuncia e il rilascio di un nuovo documento. A livello sanzionatorio, le nuove disposizioni aggiornano le multe per coloro che escono dal Paese senza un passaporto valido, adattandole all’andamento dell’inflazione e depenalizzando alcune infrazioni minori.Loading…Riforma del sistema dei passaportiLa riforma, riguarda la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero, con modifiche specifiche in vari ambiti legati alla cittadinanza, all’anagrafe, e alle legalizzazioni. La riforma rappresenta un importante passo verso la modernizzazione dei servizi per i cittadini italiani all’estero, con l’obiettivo di semplificare le procedure, potenziare la sicurezza dei documenti di viaggio e migliorare l’efficienza della macchina burocratica. L’adeguamento alle normative internazionali e la digitalizzazione dei dati anagrafici sono elementi centrali di un’operazione che punta a rendere il sistema di gestione dei passaporti e dell’Aire – Anagrafe degli italiani residenti all’estero – più snodato e all’avanguardia. Il miglioramento dell’efficienza del ministero degli Affari esteri contribuirà inoltre a rafforzare il ruolo dell’Italia sulla scena internazionale, con un focus particolare sul sostegno alle imprese e agli scambi commerciali.Le carte d’identità e la validità per l’espatrioUn altro importante intervento riguarda le carte d’identità, che acquisteranno maggiore rilevanza nel contesto internazionale. Con la riforma, le carte d’identità diventeranno valide per l’espatrio anche verso Paesi extra-Ue, grazie a nuovi accordi bilaterali. In caso di impedimenti legali all’espatrio, sarà apposta sull’identità una chiara annotazione che il documento non può essere utilizzato ai fini di viaggio, rendendo più trasparenti e facilmente comprensibili le condizioni per gli italiani.Modifiche all’Aire e al sistema di censimento degli italiani all’esteroLe modifiche all’Aire – Anagrafe degli italiani residenti all’estero – mirano a migliorare l’efficienza del sistema di registrazione dei cittadini italiani all’estero, in particolare allineando i dati degli uffici consolari con quelli dell’anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). La riforma prevede l’introduzione di nuove categorie di cittadini che potranno iscriversi facoltativamente, come ad esempio i lavoratori di organizzazioni internazionali che mantengono il domicilio fiscale in Italia. Una novità importante riguarda anche le categorie escluse dall’Aire, come il personale pubblico inviato all’estero per servizio, ora ampliato per includere anche il personale di altre amministrazioni pubbliche e delle regioni o delle province autonome operative nell’Unione europea. In questo modo, si risponde alla necessità di un sistema di censimento sempre più in tempo reale e preciso. LEGGI TUTTO