More stories

  • in

    Export, l’allarme di Orsini: “I dazi sono un problema”

    Ascolta ora

    Nel presentare il Rapporto di Previsione di Primavera del Centro Studi Confindustria, il presidente Emanuele Orsini ha lanciato un messaggio chiaro: per rilanciare l’economia italiana servono investimenti, politiche industriali efficaci e una visione di lungo periodo.Investimenti al centro della ripresaOrsini ha sottolineato come gli attuali strumenti di incentivo agli investimenti non siano sufficienti: “Noi sappiamo benissimo che un punto di PIL equivale a 21 miliardi, ma purtroppo misure come 5.0 non sono la reazione che serve agli investimenti del Paese. Abbiamo bisogno di mettere al centro gli investimenti.” L’attenzione è rivolta anche alle politiche di sostegno alle imprese, sia a livello nazionale che europeo: “Abbiamo bisogno che vengano fatte politiche a sostegno delle imprese in Italia e in Europa.”Il peso della burocrazia e il costo dell’energiaDue temi chiave per la competitività delle imprese italiane sono il costo dell’energia e il peso della burocrazia. Orsini ha evidenziato un dato preoccupante: “L’Italia oggi non può pagare il 78-80% in più della Francia. Non saremo mai attrattivi per le produzioni industriali europee e internazionali.” Sul fronte burocratico, il costo per le piccole e medie imprese è enorme: “La burocrazia in Italia vale 80 miliardi di euro all’anno. 80 miliardi all’anno sono più di tre finanziarie.”Industria 5.0: servono più risorseL’industria italiana ha beneficiato in passato di incentivi importanti, ma oggi le risorse stanziate non sono sufficienti: “Industria 4.0 l’anno scorso ha saputo dare alle nostre imprese 8 miliardi. In Industria 5.0 siamo a 600-700 milioni. Ma non è la soluzione: servirebbe un piano strutturale per il nostro Paese e per l’Europa, come quello costruito in Germania. Serve coraggio.”Dazi e mercati globali: una minaccia per l’exportOrsini ha espresso forte preoccupazione per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che potrebbe avere ripercussioni gravi anche per l’Italia: “Per un paese come il nostro, esportatore di 626 miliardi di prodotti, con un saldo positivo di 100 miliardi, i dazi sono un problema. Se verranno applicati dazi all’Europa, sarà un colpo durissimo per le nostre imprese.”Serve fiducia e un piano di rilancio LEGGI TUTTO

  • in

    Consorzi Agrari d’Italia e Laviosa lanciano la prima lettiera vegetale upcycled 100% da scarti agricoli

    Ascolta ora

    Consorzi Agrari d’Italia e Laviosa uniscono le forze per lanciare un progetto che dà una nuova vita agli scarti vegetali: nasce la prima lettiera per gatti completamente upcycled da materiali agricoli. L’iniziativa promuove un’innovazione sostenibile, capace di generare benefici concreti per il territorio, le comunità, le aziende e le persone.Un aspetto centrale è l’upcycling, un processo di riutilizzo creativo che trasforma materiali di scarto in prodotti innovativi, uno dei principi alla base della green economy. La produzione avviene presso l’impianto di CAI Nutrizione a Mantova, uno degli stabilimenti produttivi del polo mangimistico di Consorzi Agrari d’Italia. Questa scelta consente una gestione più efficiente delle materie prime e una significativa riduzione delle emissioni di CO2 legate al trasporto, contribuendo così a un minore impatto ambientale lungo l’intera filiera produttiva.La nuova lettiera è composta da un blend di scarti vegetali provenienti dalla produzione agricola alimentare. Il dipartimento di Ricerca & Sviluppo di Laviosa ha perfezionato la formula per garantire eccellenti prestazioni di prodotto nel pieno rispetto delle esigenze del gatto e del suo proprietario. La lettiera vegetale upcycled è certificata TUV OK Compost INDUSTRIAL attestando la conformità alla norma europea EN 13432 per quanto riguarda la compostabilità negli impianti di compostaggio industriale. Sono in corso di ottenimento ulteriori certificazioni volte a garantire che il prodotto sia conforme rispetto a elevati standard di sicurezza e qualità nonché interamente composto da sottoprodotti che non sottraggono risorse all’alimentazione umana. Il piano di sviluppo di questo progetto, interamente italiano, rappresenta un modello virtuoso e replicabile in tutti i Paesi in cui Laviosa è presente, a partire dalla Francia, per valorizzare i sottoprodotti dell’agricoltura locale, nell’ottica di ridurre al massimo le emissioni di CO2 e contribuire positivamente all’economia del territorio che ci ospita.Gianluca Lelli, AD di Consorzi Agrari d’Italia, dichiara: “La collaborazione con Laviosa conferma l’impegno di CAI nel valorizzare i prodotti degli agricoltori italiani, anche quando si tratta di scarti di lavorazioni. Grazie alla partnership tra i ricercatori di Laviosa e i tecnici di CAI Nutrizione, abbiamo trasformato un residuo alimentare in una nuova risorsa, dimostrando come visione, competenze e tecnologia siano la risposta concreta alla crescita sostenibile”.Olimpia Laviosa, direttore Laviosa Pet Care ha dichiarato: “Crediamo in un progresso capace di generare benefici concreti per le persone, le comunità e i territori. La nostra lettiera upcycled è un esempio virtuoso di economia circolare: nasce dalla terra e alla terra ritorna. Leader nel segmento delle lettiere minerali, conosciamo a fondo il valore delle risorse naturali. È grazie alla nostra spinta verso l’innovazione e ai continui investimenti in ricerca e sviluppo che abbiamo creato un prodotto in cui la valorizzazione di sottoprodotti e riduzione dei consumi si incontrano in perfetto equilibrio”. LEGGI TUTTO

  • in

    Il sogno rivoluzionario dei cripto libertari

    Ascolta ora

    Bitcoin non è per tutti. Usarlo significa essere liberi di gestire il proprio denaro senza intermediari, ma a un prezzo: essere responsabili delle proprie scelte. Significa confrontarsi con la propria indole e con il mondo in cui si vive. Se ti sta bene che qualcuno decida per te cosa studiare, cosa comprare, come curarti e quanto guadagnare, allora Bitcoin non fa per te. Puoi anche trattarlo come una commodity qualsiasi su cui speculare. Ma se senti che qualcosa non torna, se cerchi un significato più profondo oltre le apparenze, allora potresti voler entrare nella tana del Bianconiglio.Bitcoin è più di una moneta: è un pensiero sociologico, un urlo politico, una trama matematica e un flusso finanziario. Ognuno lo interpreta a modo proprio, ma una cosa è certa: non può più essere cancellato. Troppo diffuso per essere fermato, Bitcoin ti mette di fronte a una scelta: fidarti o studiare.E chi sono quelli che hanno scelto di studiarlo e di abbracciarlo? I cripto-libertari. Non sono speculatori alla ricerca dell’ennesima scommessa vincente, non sono maghi della finanza: sono sognatori realisti, rivoluzionari pacifici, libertari (da non confondersi con i liberali). Per loro, Bitcoin non è solo un mezzo per fare soldi, ma un’opportunità per costruire un futuro diverso, più libero, più equo, sano ed eticamente morale, dove il potere non è accentrato nelle mani di pochi.Nonostante le narrative dominanti vogliano ridurre Bitcoin a un semplice asset finanziario, la realtà è diversa. La partita non è ancora chiusa e ogni giorno nuovi individui si uniscono a questa rivoluzione. C’è il bitcoiner della prima ora, che ha chattato con Satoshi Nakamoto, ma anche l’operaio di Brescia che ha trovato un modo innovativo per usarlo nella vita quotidiana, il ragazzo marocchino che scambia antiquariato in bitcoin, il falegname friulano e il camionista pienontese, il barista di Lignano, il pizzaiolo veneto, l’ingegnere romano, il venditore di telefonini e il dipendente dell’acquedotto di Napoli. Persone normali, che credono in una moneta libera e non inflattiva, una moneta che protegge dall’erosione del valore e dall’arbitrarietà dei governi e della sua moneta fiat.Bitcoin sta già cambiando il mondo: in Sud America e in Africa protegge milioni di persone dall’inflazione, permette agli «unbanked» di conservare i loro risparmi al sicuro, senza dipendere da banche o istituzioni finanziarie. E anche se questi nuovi utenti non hanno studiato i filosofi anarchici o l’economia austriaca, stanno vivendo sulla propria pelle l’importanza di un sistema finanziario libero. LEGGI TUTTO

  • in

    “Mediolanum va in prima linea per aiutare a capire la finanza”

    Ascolta ora

    Sara Doris, vicepresidente di Banca Mediolanum, presidente del cda di Fondazione Mediolanum e presidente di Fondazione Ennio Doris, da quale esigenza è nata CosaConta e come si lega al ritardo che l’Italia accusa nell’educazione finanziaria?«Ci siamo basati sul riscontro dei nostri clienti, che si sono detti interessati a capire meglio questi argomenti. Da qui l’iniziativa CosaConta. L’educazione finanziaria è necessariamente parte della nostra vita perché tutti abbiamo a che fare con l’economia, che è fatta da transazioni umane».L’emancipazione finanziaria nel nostro Paese è senza dubbio in ritardo rispetto ad altri in termini di propensione e conoscenza degli strumenti di investimento, però siamo campioni nella capacità di risparmio.«Vero. Ma il 31% del reddito degli italiani è depositato nei conti, una percentuale alta se la confrontiamo con il 12,5% degli Stati Uniti. Vuol dire che il denaro è dormiente e perde potere d’acquisto per l’erosione inflattiva. L’educazione finanziaria va proprio nella direzione di una maggiore consapevolezza e conoscenza degli strumenti finanziari più adatti per il raggiungimento dei propri obiettivi».Il 31 marzo si è svolta la prima tappa del vostro tour di presentazione del progetto che comprende cinque appuntamenti. Quali sono i temi trattati?«Le cinque tappe hanno lo scopo di approfondire gli argomenti economici con cui le persone si confrontano nel corso del tempo. Si affronterà il concetto di credito, approfondendo la distinzione tra debito considerato vantaggioso e quello potenzialmente dannoso. Si analizzerà la protezione, quale punto di partenza essenziale di una corretta pianificazione finanziaria, al fine di evitare che un imprevisto possa compromettere anche la più solida strategia».Durante le tappe parlate anche di previdenza?«Certo, soprattutto in relazione all’allungamento della vita media delle persone. E ovviamente si parlerà di risparmio e investimenti. L’intento è di sensibilizzare le persone, affiancando all’alfabetizzazione un percorso strutturato di educazione finanziaria, affinché possano acquisire strumenti utili per una gestione consapevole delle risorse».Qual è la differenza?«L’alfabetizzazione finanziaria è la conoscenza dei prodotti, dei servizi e delle modalità di investimento. Fare educazione finanziaria significa invece incidere nei comportamenti delle persone, cioè fare in modo che le persone cambino le loro abitudini in base alle esigenze che vengono identificate e agli obiettivi che possono cambiare lungo il percorso della vita. La differenza si vede in due esempi, che citiamo spesso».Allude a Lehman Brothers e al caso Ronald Read?«Sì. Il primo racconta di un gestore di un grande fondo che andò in bancarotta nonostante la sua intrinseca alta alfabetizzazione finanziaria. Qualche anno fa ha fatto invece scalpore il caso di Read, un cittadino americano con un’occupazione umile, che è diventato milionario grazie alla sua educazione finanziaria».Come è potuto accadere un simile miracolo?«Non fu un miracolo. Read è stato un investitore straordinariamente paziente, tenendo in portafoglio gli investimenti per decenni. Il tempo, ha vissuto oltre 90 anni, e il reinvestimento dei dividendi, gli hanno permesso di sfruttare a pieno la magia dell’interesse composto. Quindi, con i nostri incontri, vogliamo fare un po’ di rumore per sensibilizzare il pubblico affinché si renda conto che il tema della cultura finanziaria riguarda tutti noi da vicino».Da dove si inizia per realizzare questo lavoro di consapevolezza? LEGGI TUTTO

  • in

    “Tim insieme a Poste primo passo del risiko”

    Ascolta ora

    Dopo l’apertura del governo, Pietro Labriola (in foto) candida Tim a protagonista del consolidamento delle tlc auspicando un’accelerazione del processo. Con l’arrivo di Poste come primo azionista al 24,8% delle azioni ordinarie al posto della francese Vivendi, il gruppo di tlc «ha fatto un passo nel consolidamento, anche se c’è altra strada da percorrere». Questo, in sintesi, il messaggio dell’ad di Tim.A margine dell’inaugurazione della rete 5G nella metro A di Roma, Labriola ha osservato che «in Europa tutti quanti stanno dibattendo riguardo alla possibilità del consolidamento. Soprattutto in Francia, dove si parla di passare da 4 a 3 operatori». In questo scenario un’accelerazione è in agenda e le parole del manager sembrano il preludio a un risiko che sta per partire. Da tempo, il primo indiziato è Iliad, ma riferimenti ai competitor non sono stati esplicitati. Anche nel cda riunitosi ieri non si sono affrontati temi riguardanti il consolidamento; lo stesso nuovo ruolo di Poste nel capitale è stato solo accennato. La riunione, pur essendo la prima dopo la staffetta avvenuta nell’azionariato, è servita come da programma per trattare temi più ordinari e ad approvare in particolare i premi per i top manager nel 2025. Il punto dovrà essere votato dall’assemblea fissata per il 24 giugno e che difficilmente sarà anticipata. Poste, che punta ad arrivare al closing già a maggio se non si saranno intoppi sul fronte Antitrust, chiederà almeno due posti in cda o tramite la cooptazione, oppure aumentando il numero degli amministratori. Si fanno al momento i nomi dell’ad Matteo Del Fante e del direttore generale Giuseppe Lasco. LEGGI TUTTO

  • in

    Italiani super risparmiosi, ma la Borsa resta sconosciuta

    Ascolta ora

    Nel nostro Paese, i giovani tra i 18 e i 35 anni non raggiungono la media Ocse per quanto riguarda le competenze finanziarie. Il 35% degli appartenenti a questa fascia d’età non conosce concetti come inflazione, diversificazione del rischio e interesse, e la maggior parte di loro fa affidamento ai social quando si tratta di approfondire queste tematiche. Spesso a mancare, sono proprio le fonti alle quali gli italiani possono attingere quando devono compiere una scelta in campo finanziario: secondo un recente report di Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, il 67% degli investitori cerca informazioni su Internet, mentre i restanti si basano sulle informazioni apprese in televisione.Secondo gli indicatori di Banca d’Italia, la conoscenza finanziaria degli italiani raggiunge un punteggio medio di 3,5 su 7, mentre gli altri Paesi G20 registrano una media di 4,3. In particolare, gli studi segnalano una scarsa propensione a perseguire obiettivi finanziari a lungo termine. In questo contesto, infatti, sono molti i risparmiatori che preferiscono lasciare il proprio denaro a riposare sul conto corrente: si calcola che il totale di queste masse, in Italia, ammonti a 10mila miliardi di euro. LEGGI TUTTO

  • in

    Enav punta sui droni, balzo dell’utile

    Pasqualino Monti, Amministratore Delegato del Gruppo ENAV

    Ascolta ora

    Dopo un 2024 con i margini più alti di sempre, a quasi 311 milioni (+3,6% ) e ricavi oltre il miliardo, Enav fa decollare un nuovo piano industriale al 2029 prevedendo investimenti per 570 milioni. E con il focus sulla modernizzazione delle infrastrutture, sulla crescita all’estero – mercato sui cui il gruppo «punta molto» – e sullo sviluppo di un ecosistema di servizi avanzati mediante droni. LEGGI TUTTO

  • in

    Generali-Natixis, dubbi anche dall’Ivass

    Ascolta ora

    Le nozze tra le Generali e la francese Natixis sollevano perplessità anche ai vertici dell’Ivass. L’autorità di vigilanza delle assicurazioni, secondo quanto risulta a Reuters, ha bisogno di più tempo per completare la sua revisione dell’operazione, così ha chiesto maggiori dettagli sui sistemi di controllo interno, di governance e sul sistema di remunerazione del portafoglio della nuova joint venture che verrebbe costituita ad Amsterdam, nei Paesi Bassi.La proposta di aggregazione è stata fortemente voluta dal vertice del Leone a pochi mesi dalla sua scadenza avendo peraltro sollevato preoccupazioni nel governo, oltre che essere contestata dagli azionisti Caltagirone e Delfin. Lo scorso 21 gennaio Generali ha firmato un accordo non vincolante con Bpce, l’azionista di controllo di Natixis, per la partnership sull’asse Trieste-Parigi che riguarda 1.900 miliardi di masse gestite (di cui 630 miliardi di risparmi degli italiani). La firma del contratto arriverà non prima di maggio poi l’intesa verrà notificata a Palazzo Chigi per seguire l’iter del Golden Power che riguarda banche e assicurazioni. Se andrà in porto, però, impiegherà diversi anni prima di produrre concreti benefici. I primi impatti positivi sull’utile del gruppo triestino sono attesi solo dal 2028, ossia quando finirà l’effetto del dividendo preferenziale previsto per i francesi nei primi due anni. A ciò si aggiunge la spada di Damocle di una penale da 50 milioni di euro che scatterebbe in caso di mancata finalizzazione della fusione per cause riconducibili a una delle parti.Nel frattempo, ieri Generali ha confermato che sono state presentate tre liste di candidati per il nuovo cda che sarà nominato dagli azionisti nell’assemblea del 24 aprile a Trieste. La VM 2006 del gruppo Caltagirone ha anche proposto che il compenso annuo spettante a ciascun consigliere per il triennio 2025-2027 preveda una riduzione in misura pari al 15% rispetto a quanto proposto dal board. Di conseguenza, propone che il compenso sia così determinato: 85mila euro lordi annui, con un incremento del 50% per coloro che fossero componenti del comitato esecutivo, ove costituito; un gettone di presenza per ciascuna seduta del consiglio e del comitato esecutivo pari a 3.400 euro lordi. La società del gruppo Caltagirone, come già reso noto, ha inoltre candidato Annalisa Firmani, per la nomina a sindaco supplente. LEGGI TUTTO