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  • Meccanica quantistica da Nobel, ancora una volta

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 09/10/2025
    I premi Nobel per la fisica 2025 John Martinis, Michel H. Devoret e John Clarke
    MateriaMartedì 7 ottobre, il comitato Nobel dell’accademia delle scienze svedesi ha assegnato il premio per la fisica 2025 a John Clarke, dell’Università della California Berkeley, Michel Devoret, dell’Università di Yale e John Matthew Martinis dell’Università della California Santa Barbara, per aver dimostrato l’effetto tunnel e la quantizzazione dell’energia a livello macroscopico in un circuito elettrico. More

  • Bengio vs Pearl: coscienza, rimorso e i limiti dell’IA

    di Gilberto Corbellini

    Pubblicato il 01/10/2025
    Il dibattito sulla minaccia esistenziale dell’IA passa oggi dalle celebri allarmistiche profezie a un confronto tecnico-filosofico tra due giganti: Yoshua Bengio, che invoca guardiani e regole strette per evitare derive di potere e comportamenti «non allineati», e Judea Pearl, che chiede che l’IA impari a pensare per cause e controfattuali se vogliamo sperare in un allineamento morale. Ma la domanda centrale non è tanto «quando» arriverà l’IAG, quanto «come» la progetteremo (o la non progetteremo) dal punto di vista causale ed etico.
    Intelligenza artificialeL’argomento probabilmente più discusso riguardo alle ricadute sociali dell’intelligenza artificiale (IA) è la sua potenziale minacciosità per il mondo umano. Da anni si discute di “singolarità”, “superintelligenza”, “Armageddon” e oggi il pericolo verrebbe dal fatto che si sarebbe prossimi all’intelligenza artificiale generale (IAG). Umilmente mi viene da osservare che è difficile trovare due psicologi dell’intelligenza umana che siano d’accordo sulla natura, la definizione e la misurazione dell’intelligenza generale. Stessa situazione per l’IAG. More

  • iLAB Sostenibilità: un nuovo laboratorio per imparare a pensare per sistemi

    di Natalia Milazzo

    Pubblicato il 26/09/2025
    Al Museo Scienza e Tecnologia di Milano è stato appena inaugurato iLAB Sostenibilità, nuovo spazio educativo per riflettere sull’interconnessione tra le nostre scelte e il mondo che ci circonda. Il nuovo progetto propone un’esperienza immersiva per esplorare la complessità, comprendere le interazioni e imparare a guardare il mondo contemporaneo in termini di sistemi.
    AmbienteAccostarsi alla complessità della realtà in modo creativo, animando con i propri gesti e le proprie interazioni un mondo di ombre. E scoprendo concetti importanti, come quello di feedback o di soglia di cambiamento, attraverso esperimenti pratici, come un vaso pieno di acqua che solo dopo una certa quantità di aggiunte d’un tratto si colora. «Un effetto che può applicarsi anche al riscaldamento globale: la temperatura aumenta senza conseguenze apparenti, fino a che non si oltrepassa una certa soglia», spiega Enrico Miotto, fisico e curatore di iLAB Sostenibilità. More

  • Perseverance e la possibile biofirma su Marte: tra scienza e geopolitica

    di Elena Gallo

    Pubblicato il 15/09/2025
    Il rover Perseverance ha individuato nel cratere Jezero rocce con tracce che potrebbero essere antiche biofirme microbiche, un risultato presentato dalla NASA insieme a un articolo su Nature. Una scoperta che apre scenari cruciali per l’astrobiologia, ma che si intreccia anche con la politica spaziale statunitense: la conferenza stampa ha mostrato come, accanto alla ricerca e alla cooperazione internazionale, lo spazio torni a essere terreno di competizione e di nuove ambizioni geopolitiche.

    Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech/MSSS
    Politica della RicercaUniversoIl 10 settembre 2025 si è tenuta una conferenza stampa della NASA per annunciare un importante risultato nel campo dell’astrobiologia e dell’esplorazione di Marte, in concomitanza con l’uscita dell’articolo scientifico sulla prestigiosa rivista Nature. Si parla di una potenziale biofirma: sono state individuate dal rover Perseverance della NASA alcune rocce che presentano tracce forse prodotte da antiche forme di vita microbiche. More

  • L’IA svela nuovi dettagli dell’attività sismica dei Campi Flegrei

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 04/09/2025
    L’immagine mostra i terremoti che si sono verificati nell’intera caldera dei Campi Flegrei, circa 11 chilometri a ovest del centro di Napoli, dal 2022 al 2025, sovrapposti alle immagini satellitari di Google Earth. Credit: Xing Tan (Stanford University).
    Tra il 2022 e il 2024, ai Campi Flegrei i sismologi hanno rilevato circa 12 mila terremoti. Ora grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale, basato cioè su una rete neurale profonda, hanno rianalizzato i dati raccolti dalla rete di monitoraggio sismico e sono riusciti a individuarne 54 mila, più di quattro volte tanto. More

  • A cosa serve il sonno? La risposta può essere nel metabolismo neuronale

    di Raffaele Sarnataro

    Pubblicato il 29/08/2025
    Dormire è un comportamento universale nel mondo animale, ma ancora misterioso. Un nuovo studio condotto in D. melanogaster rivela che il bisogno di sonno potrebbe nascere direttamente dal metabolismo dei neuroni: nei mitocondri, il flusso di elettroni accumulato durante la veglia genera stress ossidativo, segnalando la necessità di dormire. Il sonno, insomma, sarebbe una conseguenza inevitabile della respirazione cellulare.
    Ricerca scientificaPerché dormiamo? La risposta a questa domanda rimane uno dei grandi misteri della biologia. Come scrisse il neurofisiologo Alan Rechtschaffen: «Se il sonno non avesse una funzione assolutamente vitale, sarebbe il più grande errore che l’evoluzione abbia mai compiuto». Dormire, cioè disconnettersi dal mondo per ore, è un comportamento apparentemente rischioso: durante il sonno non possiamo nutrirci, riprodurci o fuggire dai predatori. Eppure, tutti gli animali studiati finora dormono, in forme e con durate diverse: dalle meduse agli insetti, dalle seppie ai draghi barbuti. More

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    Scienza – Il Post

    Scienza – Il Post


    Gli articoli, le rassegne, i blog, le foto, tutto quello che arriva dal mondo e dalla rete.
    Thu, 16 Jan 2025 08:43:53 +0000
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    Scienza – Il Post

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    SpaceX ha un nuovo concorrente
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    Thu, 16 Jan 2025 08:29:37 +0000

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    Uno dei posti più bui al mondo rischia di essere illuminato

    Caricamento playerDi notte, il deserto di Atacama, nel nord del Cile, è uno dei luoghi più bui della Terra. La mancanza di inquinamento luminoso ne ha fatto la sede ideale per osservatori e iniziative internazionali per lo studio dell’Universo, ma un progetto per costruire un grande impianto industriale nella zona potrebbe avere un forte impatto sui telescopi molto sensibili impiegati per le osservazioni e le ricerche scientifiche, in particolare dell’European Southern Observatory (ESO).
    L’ESO, una collaborazione internazionale di 16 paesi (Italia compresa), ha costruito una parte importante dei propri osservatori sul Cerro Paranal, una montagna alta circa 2.600 metri a una decina di chilometri dalla costa cilena sull’oceano Pacifico. È una delle aree più secche al mondo e con un clima relativamente stabile tutto l’anno: il cielo terso rende possibili le osservazioni astronomiche con minime interferenze dovute all’atmosfera terrestre.
    Gli strumenti sul Cerro Paranal come il Very Large Telescope (VLT, formato da quattro telescopi ciascuno di 8,2 metri di diametro) funzionano al meglio se sono immersi nel buio ed è quindi essenziale che non abbiano intorno inquinamento luminoso. Per questo i responsabili dell’ESO sono contrari alla proposta di costruire un grande sito industriale nelle vicinanze dei loro telescopi.
    (ESO)
    La società energetica AES Andes, controllata dal gruppo statunitense AES, ha da tempo proposto al governo cileno di costruire un impianto per la produzione di ammoniaca e idrogeno nella zona. I sistemi sarebbero alimentati da pale eoliche e pannelli fotovoltaici in modo da sfruttare vento e Sole, che raramente mancano nell’Atacama. Il progetto prevede l’occupazione di circa 30 chilometri quadrati di territorio, con alcune strutture che potrebbero essere a meno di 5 chilometri dal VLT. Secondo l’ESO i cantieri produrrebbero nel breve-medio periodo enormi quantità di inquinamento e polveri, impedendo ai telescopi di funzionare normalmente, e nel lungo periodo un forte inquinamento luminoso.
    Oltre agli osservatori sul Cerro Paranal, l’impianto potrebbe interferire con l’Extremely Large Telescope (ELT) in costruzione sul Cerro Armazones e che sarà il più grande telescopio di quel tipo al mondo. L’ESO collabora inoltre alla costruzione del Cherenkov Telescope Array, per studiare l’Universo attraverso i raggi gamma (onde elettromagnetiche con la caratteristica di essere il tipo di radiazione più energetica conosciuta).
    L’Extremely Large Telescope (ELT) in fase di costruzione nel 2023 (ESO)
    Per questi progetti, i paesi che fanno parte dell’ESO hanno investito l’equivalente di molti miliardi di euro, rassicurati da una legge del Cile che limita lo sviluppo edilizio per tutelare le attività di ricerca. Negli anni il VLT ha dato per esempio un contributo fondamentale nella ricerca sui buchi neri, sulle interazioni tra stelle di neutroni e per approfondire le nostre conoscenze sugli esopianeti, cioè i pianeti che si trovano all’esterno del nostro sistema solare.
    Anche al di fuori della zona tutelata, un impianto di grandi dimensioni come quello proposto da AES Andes interferirebbe comunque con le attività di ricerca, come ha ricordato il direttore generale dell’ESO, Xavier Barcons: «Le emissioni di polvere durante la costruzione, l’aumento della turbolenza atmosferica e, in particolare, l’inquinamento luminoso avranno un impatto irreparabile sulle capacità di osservazione astronomica».
    L’ESO sostiene di avere cercato di mantenere un dialogo aperto con AES Andes, ma di non avere ricevuto particolare considerazione da parte del gruppo industriale, che ha di recente concluso uno studio di fattibilità ambientale del progetto. La società sostiene che nell’area scelta sia consentito lo sviluppo di attività industriali e che siano previsti «alti standard per quanto riguarda gli impianti di illuminazione».
    I responsabili dell’ESO non ritengono siano rassicurazioni sufficienti e hanno più volte proposto di trasferire il progetto in altre zone dell’Antofagasta, la regione che comprende buona parte del deserto di Atacama. Secondo Barcons a 50 chilometri di distanza si potrebbero ridurre gli eventuali danni, rendendo comunque possibili le attività previste da AES Andes: «Paranal e Armazones sono i posti più bui al mondo per condurre le osservazioni ottiche e agli infrarossi. Non c’è motivo di metterli in discussione per produrre idrogeno».
    Veduta aerea del deserto di Atacama (John Moore/Getty Images)
    La proposta di AES Andes è sostenuta dal governo cileno perché permetterebbe di portare lavoro nel nord, in alcune delle aree economicamente più povere e depresse del Cile. La zona ha molte risorse minerarie, ma il loro sfruttamento si è ridotto e ci sono necessità di convertire alcune delle attività estrattive, non più sostenibili economicamente e dal punto di vista ambientale. Un paio di anni fa, il governo aveva avviato un piano per la produzione di idrogeno, un gas che può essere utilizzato come “carburante pulito”, producendolo sfruttando l’energia eolica e quella solare.
    AES Andes appartiene a un gruppo industriale influente e il progetto rispecchia gli obiettivi che si è posto il governo cileno sulla produzione sostenibile di idrogeno. Il piano al momento è nelle prime fasi di sviluppo e devono essere ancora decisi gli investimenti, ma potrebbe diventare più concreto in seguito alle valutazioni di fattibilità ambientali proprio da parte delle autorità cilene. More