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    Trema l’automotive. “2025 turbolento”

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    Tremila aziende, dalle multinazionali alle Pmi; investimenti annui in ricerca e sviluppo di oltre 30 miliardi e 1,7 milioni di occupati: la realtà europea della componentistica automotive, da sempre riconosciuta un’eccellenza mondiale, ha di fronte a sé «un 2025 turbolento» e scarsamente redditizio. Senso di crescente incertezza, calo dei volumi produttivi, inevitabili chiusure di impianti, profitti bassi e concorrenza cinese sempre più aggressiva sono i problemi evidenziati nel sondaggio di Clepa, l’Associazione europea dei fornitori automobilistici, e McKinsey con il contributo di 120 imprese.I fornitori vedono la propria competitività sempre più a rischio, come denuncia il 72 per cento. Elevata è anche la percentuale di chi segnala forti difficoltà nel trasferire i costi crescenti ai costruttori. E ad aggravare la situazione si aggiungono ora i dazi Usa: solo il 19% delle aziende interpellate da Clepa e McKinsey indica di poter trasferire il costo delle tariffe doganali ai clienti, cioè i costruttori di vetture, mentre oltre il 50% dovrà rivedere i contratti. A pagare le conseguenze di questo scenario, avverte l’indagine, saranno in particolare i soggetti più piccoli, praticamente prossimi al fallimento.Benjamin Krieger, segretario generale di Clepa, se la prende con la politica Ue. «Si spostino le discussioni del Piano d’azione – afferma – su misure concrete; se non agiamo ora, l’Europa rischia di essere ricordata non per la potente industria che ha costruito, ma per quella che ha perso a favore di altre regioni». LEGGI TUTTO

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    Mps, anche Serra schierato sull’Ops

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    Nuovo endorsement a sostegno delle nozze tra Mps e Mediobanca. Davide Serra, fondatore e amministratore delegato del fondo Algebris, in qualità di azionista della banca senese ha deciso di supportare l’operazione annunciata due mesi fa da Siena. «Ci sembra corretta e intelligente, i numeri parlano chiaro», ha affermato ieri l’investitore intervenendo a margine del convegno annuale di Aifi, facendo capire che il prossimo 17 aprile, quando è prevista l’assemblea di Mps per deliberare il via libera all’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Piazzetta Cuccia, il suo voto sarà a favore. LEGGI TUTTO

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    Panetta: “La lotta all’inflazione non è ancora vinta”

    Ascolta ora Le prossime decisioni di politica monetaria della Bce «dovranno bilanciare due fattori»: la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche che «stanno frenando consumi e investiment». E poi «l’aumento dell’incertezza, dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti» che «impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali». Il […] LEGGI TUTTO

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    Pensioni, Durigon conferma: “Nessun aumento dell’età pensionabile nel 2027”

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    Niente aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, una misura che sarebbe scattata automaticamente in base alla normativa vigente e all’incremento della speranza di vita. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha ribadito la posizione dell’esecutivo: “Bloccheremo l’aumento nel 2027, lo sterilizzeremo”. Ha inoltre confermato l’impegno già espresso nei mesi scorsi dal governo: “Confermo quanto detto da me e dal ministro Giorgetti nei mesi scorsi”.Secondo i dati pubblicati dall’Istat, la speranza di vita a 65 anni è salita nel 2024 a 21,2 anni, il valore più alto dal 2019. Tale incremento avrebbe comportato un adeguamento dell’età pensionabile secondo le tabelle della Ragioneria Generale dello Stato. In base a queste proiezioni, nel 2027 l’età per la pensione di vecchiaia sarebbe dovuta salire a 67 anni e tre mesi, mentre il requisito contributivo per la pensione anticipata sarebbe aumentato a 43 anni e un mese.Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito più volte la volontà del Governo di evitare tale incremento. “Io sono per sterilizzare l’adeguamento”, ha spesso dichiarato nei mesi scorsi. Tale affermazione conferma la linea dell’esecutivo, che mira a mantenere inalterata l’età pensionabile a 67 anni e il requisito contributivo per la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dalle variazioni della speranza di vita.L’aumento dell’età pensionabile, secondo la normativa attuale, è legato al meccanismo di adeguamento automatico alla speranza di vita. Questo significa che, quando l’Istat rileva un aumento della longevità media, scatta un incremento dei requisiti pensionistici per mantenere la sostenibilità del sistema previdenziale. Tuttavia, il governo ha deciso di intervenire per evitare che questo meccanismo penalizzi ulteriormente i lavoratori.L’adeguamento del 2027 sarebbe stato determinato confrontando la speranza di vita del biennio 2023-2024 con quella del biennio 2021-2022. Durante la pandemia di Covid-19, infatti, si era verificata una riduzione della speranza di vita, causata dall’aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione. Negli ultimi anni, con la stabilizzazione della situazione sanitaria, la speranza di vita è tornata a crescere, ripristinando un trend positivo che ha riattivato il meccanismo di adeguamento.Tuttavia, il governo ha deciso di intervenire con un provvedimento specifico per evitare che l’aumento dei requisiti pensionistici diventi un ulteriore ostacolo per chi si avvicina all’età della pensione. La decisione di “sterilizzare” l’adeguamento rappresenta una misura volta a garantire maggiore stabilità e certezza per i lavoratori, senza modificare i requisiti attualmente in vigore.L’intervento del Governo si inserisce in un contesto più ampio di riforma del sistema previdenziale, che dovrà tenere conto non solo dell’andamento demografico, ma anche della sostenibilità economica delle pensioni e delle necessità dei lavoratori. La questione della previdenza rimane centrale nel dibattito politico, e il blocco dell’aumento dell’età pensionabile rappresenta solo uno degli aspetti da affrontare nel percorso di riforma. LEGGI TUTTO

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    Multe, tributi e atti ufficiali arrivano sull’app IO: come funziona il servizio SEND

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    Tutto (sempre di più) nel proprio smartphone, e tutto (sempre di più) digitale. La Pubblica Amministrazione italiana compie un altro passo avanti con l’introduzione di SEND, ovvero il Servizio Notifiche Digitali all’interno dell’app IO. Un cambiamento epocale nella gestione delle comunicazioni ufficiali tra enti pubblici e cittadini che offre una soluzione digitale alle tradizionali notifiche cartacee.​ Vediamo in concreto di cosa si tratta.Cos’è il servizio SENDSEND è una piattaforma che permette ai cittadini di ricevere, consultare e gestire comunicazioni a valore legale inviate dagli enti pubblici. Queste comunicazioni possono includere esiti di pratiche amministrative, rimborsi, multe o avvisi di accertamento tributario, tutte accessibili in formato digitale direttamente dall’app IO. L’obiettivo principale del servizio è semplificare e velocizzare la ricezione di documenti legali, riducendo la dipendenza dalle tradizionali raccomandate cartacee, spesso più costose e lente. L’accesso al servizio avviene tramite credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d’Identità Elettronica), garantendo sicurezza e autenticità nell’identificazione dell’utente.​Vantaggi del servizioL’adozione di SEND comporta numerosi benefici per i cittadini. Innanzitutto si tratta di un miglioramento in efficienza, visto che le notifiche digitali vengono ricevute in tempo reale, particolare che presenta anche un aspetto economico. In tema di sostenibilità c’è inoltre una diminuzione dell’uso della carta contribuisce alla tutela dell’ambiente, con la comodità che tutte le comunicazioni ufficiali sono raccolte in un unico spazio digitale, facilitando la gestione e l’archiviazione.​Infine c’è l’integrazione con pagoPA, il che vuol dire che eventuali riscossioni relative alle notifiche ricevute possono essere effettuati direttamente tramite l’app IO, grazie all’integrazione con il sistema di pagamento della pubblica amministrazione.​Come attivare SEND nell’app IOPer usufruire del servizio SEND, è necessario seguire alcuni semplici passaggi:Aggiornamento dell’app Assicurarsi di avere l’ultima versione dell’app IO installata sul proprio dispositivo.​Accesso Utilizzare le credenziali SPID o CIE per accedere all’app.​Attivazione del servizio Nella sezione “Servizi” dell’app, selezionare “SEND – Notifiche digitali” e procedere con l’attivazione.​Configurazione dei recapiti È possibile indicare o aggiornare i propri recapiti digitali, come l’indirizzo PEC, l’email o il numero di cellulare, per ricevere le notifiche in modo ancora più tempestivoGestione e valore delle notificheUna volta attivato SEND, le notifiche verranno inviate prioritariamente ai recapiti digitali forniti. Se il cittadino non dispone di un indirizzo PEC o non accede alla notifica tramite i canali digitali entro 5 giorni dalla ricezione, l’amministrazione procederà con l’invio di una raccomandata cartacea. Dopo aver consultato il documento sulla piattaforma, l’utente riceverà un avviso di avvenuta ricezione con un link per accedere ai dettagli della notifica e, se necessario, effettuare pagamenti.​ LEGGI TUTTO

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    L’avvertimento di Blackrock: “Il dollaro rischia di non esser più la moneta di riserva mondiale”

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    “Il protezionismo è tornato con forza” e c’è più “ansia” che mai per l’economia. Lo ha detto il numero uno di BlackRock, Larry Fink, nella lettera agli azionisti osservando che lo status del dollaro di valuta di riserva globale “non è garantito per sempre”. Il messaggio di Fink è chiaro e mette in guardia gli Stati Uniti: attenzione, “se gli Usa non tengono sotto controllo il loro debito, se i deficit continuano a crescere, l’America rischia di perdere quella posizione a favore di asset digitali come i bitcoin”.Il gran capo del colosso Usa della gestione del risparmio ai suoi azionisti non cita Donald Trump ma arriva alla vigilia del cosiddetto Liberation Day del 2 aprile sui dazi. A questo si accompagna l’avvertimento a non sottovalutare i rischi per il ruolo internazionale del dollaro il cui ruolo quale valuta di riserva internazionale “non è garantito duri per sempre”. Nella lettera di Fink, però, c’è anche un messaggio per gli americani che devono avere un accesso migliore agli investimenti privati e meno liquidi grazie a una specie di “democratizzazione” del mercato in modo che anche la massa dei cittadini possa investire in prodotti ad alto rendimento. Quando nel 1602 aprì la prima borsa della storia ad Amsterdam, ricorda il ceo, il 90% dei primi 1.143 investitori era composto da ricchi. Ma in quel 10% restante c’erano 53 artigiani, otto negozianti, sei tessitori, quattro saponificatori e “almeno due domestiche, ciascuna delle quali investì 50 fiorini, una somma sufficiente ad affittare un modesto cottage per un anno”. Lo scopo di una società di gestione, afferma Fink, è quello di rivolgersi a queste persone ordinarie, includendole nel mercato dei capitali. “Il capitalismo ha funzionato, ma non per un numero sufficiente di persone: la soluzione non è abbandonare i mercati ma espanderli. Più investimenti, più investitori: questa è la risposta”. Insomma, investire deve essere un processo sempre più democratico, che riesca a coinvolgere un numero crescente di risparmiatori, soprattutto in Europa. BlackRock è impegnato, dunque, a estendere la partecipazione dei risparmiatori all’investimento pensionistico. E non a caso un intero paragrafo della lettera del ceo è stato dedicato alla diffusione di una nuova cultura finanziaria nel Vecchio continente. Il tutto, si legge tra le righe, parte da un preciso strumento di investimento: gli Etf (Exchange traded funds). I fondi passivi, spiega Fink, “stanno favorendo la crescita della cultura degli investimenti in Europa”. Solo un terzo degli investitori individuali europei (il retail) “ha investito nei mercati dei capitali contro l’oltre 60% degli statunitensi”. In questo modo, evidenzia il top manager, “non solo gli europei non stanno partecipando al potenziale di rendimento offerto dai mercati, ma stanno anche perdendo opportunità di ritorni reali nel momento in cui i bassi tassi dei depositi bancari sono surclassati dall’inflazione”. BlackRock, ricorda inoltre Fink, sta “lavorando attivamente con i player tradizionali e con quelli entrati da poco come Monzo, N26, Revolut, Scalable Capital e Trade Republic”. Queste neobank e broker regolamentati possono, secondo il ceo, abbassare le barriera agli investimenti e creare una cultura finanziaria nei mercati locali: “con la nostra piattaforma europea di Etf da oltre 1.000 miliardi di masse abbiamo un’opportunità gigantesca nell’accrescere la nostra offerta regionale, e aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi attraverso i mercati finanziari”. LEGGI TUTTO

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    “Lavoreremo solo 2 giorni”: cosa non torna sulla profezia di Bill Gates

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    Sarà che il lavoro nobilita l’uomo, ma se è un lavoro che vuoi fare, e quanti fanno davvero il lavoro che vogliono? Intanto, mentre pensiamo a tutti i lavori che presto saranno sostituiti da robot e AI (e sarà un casino), c’è chi prospetta un futuro libero dal lavoro. Nel senso che ognuno farà quello che vorrà, se lo vorrà, per gratificazione personale. Elon Musk ne è convinto da tempo: il lavoro umano non sarà più necessario, robot e AI possono garantire il benessere materiale per tutti (almeno in Occidente). A quel punto, come si guadagna? Musk ha parlato della possibilità di un “reddito universale” (detto così suona molto grillino, ma sarebbe un’altra cosa). Il lavoro non è solo un mezzo per fare soldi, è anche realizzazione e scopo, quindi secondo Musk si lavorerebbe solo per bisogno psicologico, non economico. Non sono un economista, quindi qualcosa non mi torna: chi pagherebbe chi? Da chi verrebbe il reddito universale?Uno tuttavia però può dire: ok, è Musk, è folle, è visionario. Solo che adesso lo ha detto anche Bill Gates. Che è il supermiliardario più colto e più filantropo della Terra, Bill non può sbagliare. Nel suo libro Business alla velocità del pensiero (Business @ the Speed of Thought, del 1999) fece molte previsioni che sono diventate realtà, tra cui: la digitalizzazione totale dei processi aziendali, il commercio elettronico e i pagamenti digitali, gli assistenti vocali (come poi Alexa o Siri) e perfino l’AI (come ChatGPT). Insomma, durante una puntata del Tonight Show sulla Nbc, Bill ha detto che in un futuro non molto lontano le persone lavoreranno solo due giorni a settimana. Spariranno anche i medici e gli insegnanti, sostituiti da robot e AI, ma non per esempio gli sportivi: chi andrebbe a vedere due robot che giocano a tennis anziché Jannik Sinner contro Djokovic?È la stessa visione di Musk (ci sono solo due giorni di lavoro in più, forse Musk parlava di un decennio dopo il futuro previsto da Bill). C’è chi dice: ma l’uomo ha bisogno di lavorare. Non ne sono molto convinto, la maggior parte dei disoccupati cercano lavoro non per darsi uno scopo ma per pagarsi le bollette. LEGGI TUTTO

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    Mfe, Pier Silvio Berlusconi: “Con mossa su ProsiebenSat parlerà a 200 milioni di persone”

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    Con il consolidamento del gruppo tedesco ProsiebenSat, Mfe raggiungerà in Europa quasi 200 milioni di persone. È questo il numero che Pier Silvio Berlusconi ha annunciato la scorsa settimana, nella serata organizzata da Publitalia un paio di giorni dopo il lancio dell’offerta sulla tivù bavarese. “Abbiamo fatto – ha detto il numero uno di Mediaset – quello che si può definire un piccolo passo, però verso quello che speriamo essere un grande futuro. Il prossimo passo è raggiungere un’impronta, un footprint, come dicono sempre gli inglesi, più grande e veramente internazionale. Tenete conto che se il progetto riesce, e arriveremo a influire, consolidare la Germania, MFE tra Italia, Spagna e Germania parlerà a quasi 200 milioni di persone”.Al Portrait di Corso Venezia, a Milano, con il presidente di Publitalia Stefano Sala, erano presenti imprenditori, investitori pubblicitari e top manager delle più grandi aziende italiane e internazionali che hanno contatti e lavorano con Mfe. Tutti a sentire direttamente da Berlusconi i termini dell’operazione lanciata in Germania, con la quale Mfe punta, almento per ora, a superare il 30% di Proseiben. A loro l’Ad di Mfe ha anche ricordato i valori fondanti di un’azienda che è un unicum: “Qui c’è un qualcosa di più. Qualcosa che conta davvero, qualcosa che ha un valore insostituibile – ha detto Pier Silvio -. Questo qualcosa è il rapporto umano. Vogliamo avere e ci sentiamo di avere un rapporto di vicinanza, di stima, persino di amicizia con tutti voi. Pensiamo che questo sia importante, lo è di sicuro per noi e speriamo lo possa essere anche per voi, perché è davvero un valore insostituibile”. Così non poteva mancare, nel momento della costruzione del futuro di Mediaset, il ricordo delle origini. Un passaggio nella memoria, come sempre commosso, di chi ha inventato tutto in casa Mediaset: “Il pensiero, quando vengo a queste serate, va spontaneamente al mio papà, a mio padre. In queste serate, lui si trasformava, diventava spontaneo, si lasciava andare, si sentiva a casa, tornava a fare il suo vero mestiere, molto più della politica, un mestiere fatto di concretezza, di sincerità, di ottimismo”. LEGGI TUTTO