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    Rotta verso la decarbonizzazione: il futuro sostenibile del trasporto marittimo

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    Il settore marittimo, responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO2, si trova di fronte a una sfida cruciale: ridurre il proprio impatto ambientale e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Questo obiettivo, ambizioso ma necessario, richiede una roadmap chiara, investimenti mirati e soluzioni tecnologiche concrete. È quanto emerso dal convegno organizzato da Eni, Fincantieri e Rina, durante il quale è stato presentato uno studio sulla decarbonizzazione del trasporto marittimo, realizzato con il supporto di Bain & Company.Lo studio offre per la prima volta una panoramica globale sulle opzioni disponibili, gli impatti e gli investimenti necessari per rendere il trasporto marittimo più sostenibile. Il documento si inserisce nel contesto dell’accordo siglato il 25 marzo 2024 tra Eni, Fincantieri e Rina, con l’obiettivo di sviluppare un osservatorio su scala globale per monitorare l’evoluzione delle soluzioni di decarbonizzazione nel settore.Il mix energetico del futuro: biocarburanti e carburanti sinteticiAttualmente, il 93% dell’energia utilizzata dal settore marittimo proviene da combustibili fossili. Tuttavia, il processo di transizione è già in corso: nel 2023, circa il 50% degli ordini di nuove navi è stato destinato a unità alimentate con combustibili alternativi.A breve termine, i principali vettori energetici in grado di ridurre le emissioni di CO2 includono:GNL (gas naturale liquefatto): un combustibile fossile con minore intensità carbonica, che richiede però investimenti nelle infrastrutture portuali per deposito e rifornimento.Biocarburanti (HVO e FAME): l’HVO può essere utilizzato in purezza senza necessità di nuove infrastrutture, mentre il FAME presenta alcune limitazioni nell’uso puro.Nel lungo periodo, il panorama energetico evolverà ulteriormente. I biocarburanti rimarranno fondamentali, con l’introduzione di BioGNL e Biometanolo. Inoltre, i carburanti sintetici prodotti da idrogeno verde e l’idrogeno stesso potranno assumere un ruolo crescente, specialmente per le crociere a bassa e media potenza.Scenari di decarbonizzazione: velocità diverse tra Europa, USA e AsiaL’Outlook presentato identifica tre possibili scenari futuri, basati su diversi livelli di ambizione nella decarbonizzazione, sul progresso tecnologico e sulla disponibilità di combustibili e infrastrutture. Le previsioni suggeriscono che la transizione sarà più rapida in Europa e Nord America, dove si prevede un significativo passaggio dai combustibili fossili ai biocarburanti HVO e al BioGNL nel periodo 2030-2040.Al contrario, nell’area Asia-Pacifico e nel resto del mondo, l’uso di combustibili fossili e GNL continuerà a predominare, rappresentando circa il 70% del mix energetico nel 2050.L’infrastruttura portuale: un investimento fondamentaleIl successo della transizione dipenderà in larga parte dalla capacità dei porti di adattarsi alle nuove esigenze. Saranno necessari investimenti significativi per sviluppare infrastrutture in grado di supportare i nuovi combustibili. Solo nell’Unione Europea, si stima che l’adeguamento delle infrastrutture richiederà fino a 24 miliardi di euro.L’impatto economico varierà a seconda della tecnologia:I biocarburanti HVO e il GNL avranno un impatto limitato (circa 15%), grazie alla possibilità di sfruttare infrastrutture già esistenti.I carburanti sintetici richiederanno investimenti maggiori (circa 85%), poiché le infrastrutture per la loro distribuzione e utilizzo sono ancora da sviluppare.Una transizione complessa, ma necessariaL’industria marittima sta già attraversando un cambiamento significativo, ma per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica sarà necessaria una combinazione di strategie: adozione di nuovi combustibili, investimenti nelle infrastrutture portuali e politiche di incentivazione a livello globale. LEGGI TUTTO

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    Fsi punta 200 milioni in Casalasco

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    Un investimento da oltre 200 milioni di euro in Casalasco Società Agricola, realtà storica dell’agroalimentare italiano con oltre 2mila dipendenti, 5 stabilimenti e oltre 600 milioni di fatturato. Questa è l’iniziativa di Fsi, il fondo di investimento specializzato in partecipazioni in aziende italiane che ora punta a creare un polo aggregativo di respiro europeo, in grado di raggiungere 1,5 miliardi di ricavi. Casalasco si è segnalata come una realtà molto attenta al suo impatto ambientale, tant’è che gestisce l’intero ciclo produttivo: dalle materie prime locali, come pomodoro e basilico, trasformate subito dopo la raccolta, fino al prodotto finito. La filiera corta e sostenibile, orientata alla salvaguardia ambientale, risponde agli obiettivi Onu e alla strategia europea «Farm to Fork». L’azienda – si legge sul comunicato che annuncia l’operazione – si distingue per un’ampia offerta di prodotti che valorizzano le materie prime del territorio, trasformate subito dopo la raccolta, assicurando una filiera «a chilometro zero». LEGGI TUTTO

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    BF sigla un accordo di sviluppo in Congo. Vecchioni: “Così l’Africa potrà crescere”

    Ascolta ora BF International Best Fields Best Food Limited (Bfi, controllata da BF) e il governo della Repubblica del Congo hanno siglato un accordo per avviare un progetto di sviluppo agricolo sostenibile. L’iniziativa, che rientra nel Piano Mattei per l’Africa, ha l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e la sovranità alimentare del Paese. Il progetto prevede […] LEGGI TUTTO

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    Calendario del fisco, le date di aprile 2025

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    L’invio ai lavoratori dipendenti della Certificazione unica ricorda, ai contribuenti italiani, che il periodo della dichiarazione dei redditi si sta avvicinando. Mentre si attende, però, non ci si deve dimenticare delle ulteriori scadenze del fisco da rispettare anche nel mese di aprile.Si passa dal versamento dei contributi per i lavoratori domestici nella prima metà del mese alla data più attesa, l’invio del modello precompilato 730.Vediamo insieme le date e le scadenze più importanti.10 e 16 AprileIl secondo giovedì del mese i datori di lavoro che abbiano assunto collaboratori impiegati in mansioni previste dal Ccnl del lavoro domestico, tra cui badanti, colf o baby-sitter, saranno tenuti al versamento dei contributi previdenziali relativi al primo trimestre che va dal mese di gennaio a marzo 2025.Il 16 aprile, invece, i condomini che abbiano operato in qualità di sostituto d’imposta su ritenute effettuate a titolo di acconto corrispettivi pagati nel mese precedente per prestazioni relative a contratti per servizi offerti (ad esempio lavori di manutenzione ordinaria), dovranno versare le ritenute effettuate utilizzando il modello F24.Lo stesso giorno, i lavoratori con partita Iva che nel corso del 2023 abbiano dichiarato ricavi o compensi totali non superiori a 170mila euro e che abbiano deciso di usufruire della proroga e optato per il pagamento a rate, entro il 16 aprile saranno tenuti al versamento al Fisco della quarta rata del secondo acconto delle imposte sui redditi per il 2024, a seconda di quanto dichiarato nel modello Redditi PF 2024.30 AprileL’ultimo giorno del mese, i contribuenti che al 31 dicembre dello scorso anno risultino decaduti dalla Rottamazione-quater per mancato, insufficiente o tardivo pagamento delle somme dovute, potranno essere riammessi alla misura di pace fiscale, solo relativamente alle somme indicate nelle dichiarazioni e concordate con l’Agenzia delle entrate. Dunque, potranno essere riammessi solo i debiti già inclusi in un piano di pagamento della Rottamazione.Per presentare richiesta di riammissione, i contribuenti dovranno presentare apposita domanda entro l’ultimo giorno del mese, secondo le modalità, esclusivamente telematiche indicate dall’Agenzia delle entrate.Infine, il 30 aprile sarà messa a disposizione, da parte del fisco attraverso l’Agenzia delle entrate, la dichiarazione precompilata 2025 in cui il contribuente potrà trovare redditi e oneri da versare relativi al periodo reddituale del 2024. LEGGI TUTTO

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    Bonus ristrutturazione bagno 2025: quale detraibilità e come funziona

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    I punti chiave

    Il Bonus ristrutturazione bagno consente di detrarre il 50% delle spese per interventi di manutenzione straordinaria fino a un massimo di 96.000 euro. L’agevolazione riguarda lavori come il rifacimento completo del bagno e l’adeguamento degli impianti idrici e sanitari, contribuendo a migliorare l’efficienza e la sicurezza degli ambienti domestici. Ma vediamo più nel dettaglio per quali interventi è ammesso, i requisiti necessari e le modalità della detrazione.Bonus ristrutturazione bagno: in cosa consisteQuesto bonus rientra nel più ampio incentivo del 50% sulle spese di ristrutturazione edilizia, previsto dall’art. 16-bis del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi). Per il 2025, l’aliquota è del 50% per le abitazioni principali, mentre per le seconde case si riduce al 36%. Dal 2026-2027, invece, scenderà ulteriormente al 36% per le abitazioni principali e al 30% per le seconde case.Il tetto massimo di spesa detraibile, come detto, è fissato a 96.000 euro per ogni unità immobiliare e la detrazione viene suddivisa in 10 rate annuali di pari importo.Gli interventi ammessiPer usufruire del bonus, gli interventi devono rientrare nella categoria di manutenzione straordinaria. Tra quelli ammessi troviamo:rifacimento dell’impianto idrico-sanitario: comprende la sostituzione delle vecchie tubature, l’adeguamento degli impianti di adduzione e scarico, l’installazione di nuovi impianti a norma;rinnovamento delle superfici: riguarda cioè il rifacimento delle piastrelle e dei rivestimenti, se incluso in un progetto di ristrutturazione complessiva;realizzazione o modifica di un bagno: prevede la creazione di un nuovo bagno o modifica della disposizione esistente con spostamento di sanitari e impianti;adeguamento per l’accessibilità: qui sono contemplati gli interventi per la rimozione di barriere architettoniche, l’installazione di sanitari specifici per persone con disabilità, il posizionamento di maniglioni e adeguamenti per una maggiore fruibilità;interventi in zone colpite da calamità naturali: è il caso di lavori per ripristinare o migliorare l’agibilità dell’immobile.manutenzione ordinaria per parti comuni: la semplice sostituzione dei sanitari o delle piastrelle non è agevolabile, salvo che non riguardi parti comuni degli edifici condominiali.Oltre ai lavori principali, sono detraibili anche le spese accessorie, tra cui: consulenze tecniche e progettazione, presentazione della Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata), acquisto di materiali e attrezzature, manodopera e posa in opera.Documentazione necessariaPer ottenere la detrazione, è essenziale conservare tutta la documentazione relativa ai lavori, tra cui fatture e ricevute di pagamento, utilizzo obbligatorio del bonifico parlante, che deve indicare causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione e Partita Iva o Codice fiscale dell’impresa esecutrice, e ancora permessi edilizi richiesti per la manutenzione straordinaria, come la Cila, dati catastali dell’immobile e documentazione attestante la natura straordinaria degli interventi.Se il richiedente non è il proprietario dell’immobile, ma un inquilino o un comodatario, è necessaria una dichiarazione che attesti il diritto di godimento dell’immobile.Requisiti e tempi della detrazione LEGGI TUTTO

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    “Tim sia protagonista nel risiko delle telco”

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    Mentre Vivendi sotterra l’ascia di guerra, promettendo di ritirare la causa sulla rete di Tim dopo il closing dell’operazione con Poste alla quale ha ceduto il 15% delle quote; sul mercato si pensa già alla mossa successiva. E i riflettori, in questo senso, vanno in direzione del cosiddetto consolidamento del settore che al momento può guardare solo nella direzione di Iliad.Certo andrebbe trovata la quadra per una quota di mercato che potrebbe sfondare il 40%, ma certo il mercato ha bisogno di ridurre gli operatori da quattro a tre per trovare una sua sostenibilità nella guerra delle tariffe. La voce del governo, in questo senso, è quella del sottosegretario Federico Freni, che ieri si è espresso a margine di un evento a Milano: «Questa operazione di consolidamento che Poste ha fatto all’interno di Tim denota una vivacità industriale e finanziaria», ha affermato. «Cosa assai gradita, perché un operatore vivo e vivace è sano per il mercato e per il Paese». E poi: «Comprare altri operatori» da parte di Tim «mi sembra azzardato, ma sicuramente dovrebbe essere protagonista del consolidamento». Nel mondo delle tlc, ha proseguito ancora Freni, «finché ci saranno così tanti operatori su un unico mercato, difficilmente le tariffe diventeranno sostenibili».In tal senso, partendo dalle parole di Freni, la strada più percorribile (e forse l’unica) è quella che conduce a un matrimonio tra Tim e Iliad. Ma come si potrebbe realizzare questa operazione? I tempi non si preannunciano brevi, ma le ipotesi sul tavolo sono diverse. Iliad, dal canto suo, non è interessata solamente alla divisione Consumer (quella della telefonia mobile) di Tim e vorrebbe avere un ruolo di peso nella governance, magari con un modello simile a quello adottato per Fibercop. Ci sono tuttavia altre ipotesi come il conferimento della divisione Consumer di Iliad in cambio di una quota nel capitale dell’ex monopolista. Una strada alternativa sarebbe quella che Tim e Iliad conferissero le proprie divisioni Consumer in una società di nuova costituzione, fermo restando che anche questa ipotesi dovrebbe trovare la sponda del governo. In tal senso, l’arrivo di Poste semplifica molto la catena degli interlocutori: il gruppo guidato da Matteo Del Fante e Giuseppe Lasco, infatti, è primo azionista e delegato di Palazzo Chigi. Ieri, intanto, l’ad di Pietro Labriola è intervenuto al Tg1 dichiarando di essere «contento come italiano» per l’ingresso di Poste. «La cosa più importante è che torniamo ad avere un faro, un punto di riferimento in logica industriale di lungo termine», ha sottolineato il manager, anticipando l’arrivo di nuovi servizi per famiglie e imprese. LEGGI TUTTO

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    Panetta: “La lotta all’inflazione non è ancora vinta”

    Ascolta ora Le prossime decisioni di politica monetaria della Bce «dovranno bilanciare due fattori»: la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche che «stanno frenando consumi e investiment». E poi «l’aumento dell’incertezza, dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti» che «impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali». Il […] LEGGI TUTTO

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    Trema l’automotive. “2025 turbolento”

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    Tremila aziende, dalle multinazionali alle Pmi; investimenti annui in ricerca e sviluppo di oltre 30 miliardi e 1,7 milioni di occupati: la realtà europea della componentistica automotive, da sempre riconosciuta un’eccellenza mondiale, ha di fronte a sé «un 2025 turbolento» e scarsamente redditizio. Senso di crescente incertezza, calo dei volumi produttivi, inevitabili chiusure di impianti, profitti bassi e concorrenza cinese sempre più aggressiva sono i problemi evidenziati nel sondaggio di Clepa, l’Associazione europea dei fornitori automobilistici, e McKinsey con il contributo di 120 imprese.I fornitori vedono la propria competitività sempre più a rischio, come denuncia il 72 per cento. Elevata è anche la percentuale di chi segnala forti difficoltà nel trasferire i costi crescenti ai costruttori. E ad aggravare la situazione si aggiungono ora i dazi Usa: solo il 19% delle aziende interpellate da Clepa e McKinsey indica di poter trasferire il costo delle tariffe doganali ai clienti, cioè i costruttori di vetture, mentre oltre il 50% dovrà rivedere i contratti. A pagare le conseguenze di questo scenario, avverte l’indagine, saranno in particolare i soggetti più piccoli, praticamente prossimi al fallimento.Benjamin Krieger, segretario generale di Clepa, se la prende con la politica Ue. «Si spostino le discussioni del Piano d’azione – afferma – su misure concrete; se non agiamo ora, l’Europa rischia di essere ricordata non per la potente industria che ha costruito, ma per quella che ha perso a favore di altre regioni». LEGGI TUTTO