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Climatizzatore in condominio: regole e limiti

Con il caldo, ad accendere le discussioni fra condòmini sono la presenza, il posizionamento e la rumorosità del condizionatore. C’è chi vuole installarlo e chi teme che rovini il decoro, tolga aria e luce o, peggio ancora, faccia rumore a tutte le ore.

La questione non è banale, perché bisogna trovare il giusto equilibrio tra il diritto del singolo ad avere un impianto considerato ormai essenziale per vivere bene in casa e quello degli altri a non subire disagi. Analizziamo quindi le varie situazioni e come vanno gestite.

Posizionamento sul muro comune

Alla domanda se il condizionatore si possa installare o meno sul muro comune, la risposta è sì, ma a certe condizioni. La Cassazione ha chiarito che l’articolo 889 del Codice civile (che impone certe distanze per tubi e condotte) non si applica se l’impianto è necessario per un uso pieno e moderno dell’abitazione. Installare un condizionatore sul muro perimetrale del palazzo rientra infatti nell’uso della cosa comune previsto dall’articolo 1102 del Codice, purché:

non si impedisca ad altri di utilizzare lo stesso muro;

non si compromettano stabilità e sicurezza dell’edificio;

non si alteri il decoro architettonico.

Se questi limiti sono rispettati, la collocazione è in genere legittima, anche derogando in certi casi alle distanze, purché compatibile con la struttura del fabbricato.

Altezza e “colonna d’aria”

Un aspetto che crea discussioni è l’installazione del motore su un muro che si affaccia sopra una proprietà esclusiva, come una corte o un terrazzo di un altro condòmino. La regola generale è che il proprietario non può opporsi se l’apparecchio si trova a un’altezza tale da non incidere concretamente su aria e luce. In altre parole, se il condizionatore è molto in alto e non crea un reale pregiudizio, la sua presenza è di norma lecita.

Chi contesta l’installazione ha l’onere di dimostrare un danno concreto (non solo temuto) sulla base della normale destinazione dell’area.

Se il problema è il rumore

Il capitolo forse più spinoso riguarda le immissioni sonore. L’articolo 844 del Codice civile stabilisce che non si possono impedire i rumori se non superano la “normale tollerabilità”, valutata in base anche alla condizione dei luoghi. D’altra parte, un condizionatore troppo rumoroso può giustificare:

lo spostamento o la rimozione dell’unità esterna;

l’adozione di sistemi di insonorizzazione;

il risarcimento dei danni per il disturbo subito.

La Cassazione ha ricordato che non basta rispettare i limiti di legge: bisogna considerare anche il contesto, le abitudini degli abitanti e la rumorosità di fondo. Ecco perché, prima di agire, è fondamentale una perizia tecnica.

Quando si arriva al penale

Se il rumore è tale da disturbare un numero indeterminato di persone, può configurarsi il reato di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” (articolo 659 del Codice penale). In questo caso non si parla più solo di conflitto tra vicini, ma di tutela della quiete pubblica.

In sintesi, la questione condizionatore è piuttosto complessa. È possibile installarlo sul muro comune, ma nel rispetto di regole precise e con buon senso.

Se si contesta l’installazione, bisogna dimostrare un danno concreto; se invece il problema è il rumore, la valutazione va fatta caso per caso, con il supporto di rilievi tecnici.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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