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In Borsa scoppia la token-mania. Faro delle Authority su Robinhood

Azioni che non sono azioni e che addirittura permettono di investire su società non quotate. L’esperimento messo in piedi da Robinhood, che propone agli investitori europei azioni tokenizzate di aziende private quali OpenAI e SpaceX, non è passato inosservato e sta facendo storcere il naso simultaneamente alle autorità di regolamentazione e alle stesse società private coinvolte. La piattaforma statunitense di trading, che spopola soprattutto tra i giovani, a fine giugno ha proposto la distribuzione gratuita di cinque euro in token di OpenAI e SpaceX a ogni utente europeo che si fosse registrato sulla piattaforma entro il 7 luglio. In tal modo Robinhood ha acceso i riflettori sulle azioni basate sulla blockchain che fino ad oggi erano un fenomeno di nicchia in alcune Borse continentali minori. In sostanza i token azionari non sono altro che rappresentazioni digitali di azioni reali, create solitamente su blockchain, che permettono di ottenere un’esposizione al valore di un titolo quotato.
Non sono azioni vere e proprie, ma derivati che replicano il prezzo dell’azione sottostante e non danno diritto di voto né altri diritti tipici degli azionisti. Strumenti che se on spiegati correttamente rischiano di creare potenziale confusione su cosa possegga realmente l’investitore.
La mossa di Robinhood, che proprio in corrispondenza dell’annuncio il 30 giugno ha toccato i massimi storici a Wall Street, ha scatenato la reazione della Banca di Lituania, principale autorità di regolamentazione di Robinhood in Europa, che ha chiesto dei chiarimenti al broker in merito alla struttura dei token azionari OpenAI e SpaceX, nonché alla relativa comunicazione con i consumatori. La stessa OpenAI, società madre di ChatGpt, ha esortato gli investitori a fare attenzione a quanto gli viene proposto. Gli operatori rimarcano come promettere un prezzo accurato delle azioni private 24 ore al giorno non sia molto realistico, inoltre i token diluiscono il valore per gli azionisti, soprattutto nelle aziende che non sono ancora state quotate in borsa.
Robinhoob non sembra intenzionata a fare passi indietro, anzi il suo ceo Vladimir Tenev ha esternato la volontà di avere «migliaia di società private sulla piattaforma» in quanto «l’opportunità è troppo grande per essere ignorata». La storia recente di Robinhood è costellata da numerose controversie regolatorie con accuse quali il diffondere informazioni fuorvianti agli utenti, gestioni inadeguate dei reclami e nel 2021 il blocco degli ordini d’acquisto sul titolo meme GameStop che ha attirato anche le attenzioni della politica che ha chiamato il ceo Tenev a testimoniare al Congresso.

Piattaforme digitali finite sotto la lente anche dell’Antitrust italiana che ha aperto un’istruttori verso la fintech britannica Revolut per una serie di pratiche ritenute scorrette e potenzialmente ingannevoli sulle commissioni applicate ai servizi di investimento tramite l’app.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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