Parlando a Venezia al Festival delle Regioni e delle Province Autonome, la manifestazione promossa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in collaborazione con la Regione del Veneto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha salutato la platea con un lungo messaggio. “Rivolgo un saluto molto cordiale a tutti i presenti, ai Ministri, al Presidente e al Vicepresidente della Conferenza, al Presidente della Regione che ci ospita, ai Presidenti e agli assessori regionali, al Sindaco. Partecipo sempre volentieri al Festival delle Regioni che si avvia ormai a diventare un appuntamento fisso e che ogni anno propone contenuti nuovi e specifici”. Il Capo dello Stato ha partecipato alla sessione mattutina della seconda giornata del Festival delle Regioni al Palazzo Ducale. All’incontro sono intervenuti il presidente del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Michele Emiliano e il presidente Massimiliano Fedriga. “Oggi, come ha ricordato il Presidente Fedriga, celebriamo innanzitutto una ricorrenza di rilievo: i 25 anni della riforma costituzionale che ha introdotto l’elezione a suffragio universale e diretto dei Presidenti delle Regioni. È significativo che, nonostante la Costituzione lasci agli Statuti la facoltà di disporre in modo diverso, nessuna Regione abbia scelto una diversa modalità di individuazione del proprio Presidente. L’elezione diretta ha segnato l’avvio di un percorso riformatore che ha avuto il suo approdo in una significativa modifica del Titolo V della Costituzione con la quale è stato attribuito alle Regioni, unitamente ai Comuni, alle Province e alle Città Metropolitane e al pari dello Stato, il carattere di ente costitutivo della Repubblica, sulla base della comune derivazione dalla sovranità popolare. Sono state, inoltre, contestualmente incrementate, in misura rilevante, le competenze legislative delle Regioni. Il principio autonomista, presente sin dall’origine tra i principi fondamentali nella nostra Carta costituzionale, ha avuto in tal modo più ampia attuazione. Il nuovo riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni ha richiesto del tempo per assestarsi. Nella fase iniziale si è manifestato, come è noto, un elevato tasso di conflittualità istituzionale che la giurisprudenza della Corte costituzionale ha tuttavia col tempo e ricondotto a livelli fisiologici, assicurando stabilità all’esercizio delle funzioni tra i diversi livelli territoriali di governo”.
Autonomia efficace se rispetta carta e sussidiarietà
“L’autonomia ha trovato in tal modo un’adeguata valorizzazione ed è risultato evidente come essa si dimostri efficace e vantaggiosa per le collettività quando comporta l’esercizio di funzioni e competenze secondo una ragionevole applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, termini che la nostra Costituzione impiega con riferimento alle funzioni amministrative ma che costituiscono criteri validi anche con riferimento all’articolazione delle funzioni legislative. Vorrei richiamare brevemente l’attenzione su un particolare aspetto della governance multi-livello nel quadro della quale si esercitano le competenze regionali. L’autonomia comporta il riconoscimento di determinate competenze da esercitare nel rispetto dei limiti stabiliti dal dettato costituzionale e al riparo da sconfinamenti altrui. Tuttavia, nell’esercizio delle proprie attribuzioni i diversi livelli di governo hanno la necessità di coltivare un rapporto tra loro al fine di gestire le intersezioni, talvolta intense, tra le rispettive competenze. La gestione delle molteplici forme di intreccio nel riparto delle competenze – in particolare tra le Regioni e lo Stato -riveste un’importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell’interesse dei cittadini”, ha proseguito Mattarella.
Indispensabile leale e proficua collaborazione Stato-Regioni
“La Corte costituzionale, al fine di orientare tali rapporti, ha da tempo enunciato il principio della leale collaborazione. Questo perché, affinché l’ordinamento della Repubblica funzioni, è indispensabile che Regioni e Stato collaborino proficuamente nel rispetto – ripeto -dei limiti delle proprie competenze stabilite dalla Costituzione o dalla legge. Questo vale per i diversi livelli di Governo ma anche nei rapporti tra i poteri. Lo stesso Presidente della Repubblica, pur nella particolare specificità del suo ruolo, è tenuto ad adottare come metodo quello della leale collaborazione. Sono numerosi i casi in cui Regioni e Stato concorrono all’esercizio di una funzione attribuita dalla Costituzione in vista di un risultato comune. Diventa, in queste ipotesi, indispensabile la convergenza e un corretto bilanciamento tra le rispettive istanze ed esigenze. La collaborazione tra i diversi livelli di governo ha, come sappiamo, individuato sedi e spazi nelle diverse Conferenze che, in varie forme, l’hanno istituzionalizzata e resa un modus operandi al quale sempre più spesso si ricorre. Senza la pratica della leale collaborazione diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria e a come, particolarmente in quest’ambito, il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi risulti essenziale, perché l’esercizio delle rispettive competenze ha un solo fine, doverosamente comune: il diritto alla salute dei cittadini. Un sistema – soggetto a una dinamica di costi crescenti e per il quale, accanto al problema delle risorse, che sussiste, con alterne vicende, dal biennio 2088 / 2009 – si pongono esigenze di razionalizzazione e di riqualificazione per migliorare i servizi offerti ai cittadini”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
Collaborazione necessaria, superare divari sanità
“Una strategia unitaria e la collaborazione tra istituzioni sono necessarie per superare intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali e garantire una copertura universale e un accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della Repubblica, obiettivi irrinunciabili di un Servizio sanitario nazionale. Un metodo – quello della leale collaborazione – che sembra dover presiedere anche alle politiche volte a promuovere le eccellenze nazionali, obiettivo che avete posto al centro dei lavori di questi giorni. Eccellenze che costituiscono dei punti di forza per la Repubblica ma che per essere adeguatamente valorizzate richiedono che se ne prenda coscienza e si affrontare, attraverso riforme coraggiose, i punti di debolezza del sistema economico e istituzionale. La digitalizzazione dell’amministrazione, i tempi della giustizia, l’alto costo dell’energia, la sostenibilità ambientale, le criticità che si riscontrano nel settore dei lavori pubblici, sono tutti ambiti interessati da interventi previsti dal PNRR sui quali occorre mantenere fissa l’attenzione e costante l’impegno. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati occorre praticare intensamente la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, a partire dalle istituzioni europee nonché attraverso una stretta cooperazione tra Stato e Regioni che devono procedere nella stessa direzione. L’Unione Europea è, spesso, per questi problemi parte indefettibile della soluzione – penso, ad esempio, al tema della difesa e della sicurezza – e risulta, inoltre, estremamente utile il confronto con le esperienze degli altri partner europei. La collaborazione istituzionale, dando forza e stabilità alle decisioni assunte, agevola l’adozione di quelle politiche di medio e lungo periodo necessarie a misurarsi con i nodi strutturali che limitano la crescita economica e sociale del Paese. Il mio augurio – e sono fiducioso che questo accada – è, dunque, che i lavori di questi giorni abbiano luogo in questo spirito, alla ricerca di intese, orientate al conseguimento di obiettivi condivisi che rafforzino le istituzioni, l’economia e la coesione sociale. Buon lavoro, dunque, nell’interesse delle Regioni e di tutti i cittadini della Repubblica”, ha concluso il Capo dello Stato.