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La Bce affonda il colpo su Popolare Sondrio. “Prestiti a rischio, governance inadeguata”


Severa reprimenda della Banca centrale europea alla Popolare di Sondrio. Nel mirino dell’istituto di Francoforte sono finite «gravi» e «significative carenze» che «incidono tra l’altro sul suo sistema di gestione del rischio di credito dell’istituto». Per questo, la Bce prescrive a Sondrio – che vive una fase delicata essendo sotto Offerta pubblica di scambio di Bper – «misure di vigilanza» volte a migliorare il funzionamento del governo societario.

Le richieste, comunicate alla banca guidata da Mario Alberto Pedranzini (in foto) lo scorso 29 aprile, sono il risultato di un’ispezione di sei mesi sul rischio di credito. La notizia è piovuta improvvisamente sul tavolo del board dell’istituto che ieri si era riunito per rinnovare i Comitati consiliari, tra i quali Controllo e rischi, Nomine e governance, Remunerazione, Operazioni con parti correlate e quello sulla Sostenibilità.

In particolare, Francoforte vorrebbe che fossero presi accorgimenti affinchè il cda sia in grado di sorvegliare «adeguatamente e proponga critiche costruttive» ai vertici su strategie, gestione e processi decisionali «con particolare attenzione al rischio di credito e al funzionamento delle unità di controllo interno». La Bce vorrebbe «una valutazione indipendente» di un «consulente esterno» che indichi come «evitare la concentrazione di responsabilità e poteri nelle mani di pochi dirigenti». Sta di fatto che ora la Sondrio sarà chiamata a presentare alla vigilanza bancaria «un piano che delinea le azioni necessarie ad attuare il quadro di governance rivisto», nonché le date in cui intende farlo.

Secondo Ansa, la Bce ha prescritto alla Sondrio di riclassificare come inadempienze probabili 219 milioni di esposizioni in bonis relative a 33 debitori che la banca aveva già accantonato alla fine del 2023 su espressa indicazione della vigilanza, rilevandone l’impatto a conto economico ma mantenendole tra i crediti sani.

Una cifra, tuttavia, che sarebbe diversa da quella ravvisata dall’istituto valtellinese che, in serata, ha divulgato una nota specificando che si tratta di ispezioni datate, già rese note dalla banca stessa e relative al periodo «tra ottobre 2022 e aprile 2023» specificando inoltre che i prestiti «per i quali è stato richiesto di procedere alla riclassificazione sono 27 e hanno un controvalore lordo per cassa di 158 milioni» (riferiti al segmento grandi imprese e Pmi, che ammonta a 15,5 miliardi). Qualora le posizioni creditorie «dovessero essere riclassificate come crediti deteriorati» queste non comporterebbero «significativi effetti aggiuntivi sul conto economico».


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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