Tempo di trimestrali per Volkswagen e Stellantis, rispettivamente primo e secondo gruppo europeo dell’auto. Per entrambi l’avvio del nuovo anno non è stato facile. I primi tre mesi di Stellantis segnano, infatti, un calo dei ricavi netti del 14%, a 35,8 miliardi di euro, comunque in linea con le stime degli analisti, e la sospensione della guidance per l’anno in corso a causa delle incertezze legate ai dazi americani. A questo proposito, il gruppo nato dalla fusione di Psa con Fca, «si sta impegnando a fondo con le autorità politiche in materia di tariffe doganali, adottando al contempo misure per ridurne gli impatti», come precisa una nota.
Volkswagen ha registrato un calo di quasi il 41% degli utili, che si attestano così a 2,19 miliardi, mentre i ricavi del colosso tedesco sono aumentati del 2,8% a 77,55 miliardi grazie alle maggiori vendite nei mercati al di fuori di quello cinese.
In casa Stellantis a scendere sono anche le consegne consolidate: 1,217 milioni di veicoli (-9%). Il dato negativo è dovuto principalmente alla minore produzione in Nord America, «a causa di un prolungato periodo di inattività durante le vacanze di gennaio, nonché all’impatto delle transizioni del portafoglio prodotti e alla diminuzione dei volumi di veicoli commerciali nell’Europa allargata». Il prossimo 5 maggio, ricevuto l’ok dalla recente assemblea degli azionisti, sarà corrisposto il dividendo ordinario di 0,68 euro per azione.
Sempre Stellantis, a proposito della nomina del nuovo amministratore delegato, fa sapere che «il processo di dell’iter è a buon punto e si concluderà entro la prima metà del 2025», di fatto ribadendo quanto annunciato dal presidente John Elkann fin dall’uscita milionaria di Carlos Tavares a inizio dicembre scorso.
In tema di nuovi modelli, le azioni di rilancio commerciale hanno incluso il lancio di tre novità insieme a diversi restyling, con «un impulso alla crescita della quota di mercato nell’Ue30 rispetto al quarto trimestre del 2024, nonché a maggiori volumi di ordini al dettaglio negli Stati Uniti», sottolinea la nota del gruppo.
Il commento al risultato trimestrale del Cfo, Doug Ostermann, in attesa della conferenze call di oggi alle 13: «Mentre i ricavi del primo trimestre del 2025 sono stati inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente, altri indicatori riflettono i primi, iniziali progressi dei nostri sforzi nel recupero commerciale. Il Nord America è in fase iniziale, con un miglioramento nella raccolta ordini al dettaglio, mentre stiamo assistendo a un miglioramento sequenziale della quota di mercato nell’Ue30. Nel contempo, l’azienda sta beneficiando della sua presenza geografica diversificata, dato che le regioni che costituiscono il nostro “Terzo Motore” (il Sud America, ndr), nel primo trimestre 2025 hanno registrato una crescita aggregata positiva su base annua».
Sul futuro di Maserati, marchio in forte crisi e con alla porta gruppi pronti ad acquisirlo (i cinesi di Chery, ma anche altri), un portavoce di Stellantis ha fatto sapere che il Tridente «non è in vendita». Smentite anche le ipotesi di scorporo in favore di un possibile accasamento in Ferrari.
A questo punto, i dati del primo semestre dell’anno conseguiti da Stellantis, in agenda il prossimo 30 luglio, rappresenteranno l’occasione di ascoltare commento e intenzioni del nuovo amministratore delegato (Antonio Filosa? Maxime Picat?, un terzo a sorpresa?), fresco di nomina.
Tornando a Volkswagen, i tedeschi hanno registrato una perdita maggiore nel settore delle batterie.
Questioni come gli accantonamenti per la CO2 in Europa, la ristrutturazione della filiale software Cariad e le riserve per lo scandalo Diesel hanno comportato costi speciali per circa 1,1 miliardi di euro, facendo scendere il risultato operativo di circa il 37% a 2,9 miliardi di euro. Il gruppo ha confermato le sue previsioni per l’anno in corso, che tuttavia non includono ancora gli effetti doganali della politica commerciale americana.