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Detto e contraddetto: l’autonomia differenziata fra polemiche e accordi

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La legge sull’autonomia differenziata, diventata legge dello Stato è da anni il cavallo di battaglia della Lega. Le opposizioni l’hanno subito soprannominata lo Spacca Italia, accusando la premier Giorgia Meloni di aver accettato uno scambio con il Carroccio per il via libera al premierato. Più cauta Forza Italia, all’attacco la segretaria del Pd Elly Schlein. Promettono un referendum tutti i leader delle opposizoni, da Matteo Renzi, leader di Italia viva all’Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni. Dal canti suo Bruxelles boccia la legge: «La devolution di ulteriori competenze alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese», ma anche sul fronte delle «disuguaglianze tra le regioni», si legge in un documento di lavoro della Commissione Ue sull’Italia redatto nell’ambito delle raccomandazioni sulle politiche economiche, sociali, occupazionali, strutturali e di bilancio. Ecco le voci pro e contro della politica sull’autonomia differenziata.

Meloni, con l’Autonomia basta assistenzialismo al Sud

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, 19 giugno 2024

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«Più autonomia, più coesione e più sussidiarietà, che rappresentano i cardini del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, ossia l’esatto contrario delle logiche del passato incentrate su politiche meramente assistenziali, soprattutto nel Mezzogiorno».

Schlein, con l’autonomia la destra vuole lasciare indietro Sud

 Elly Schlein, segretaria del Pd, 20 giugno


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