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Comunali 2024, la presenza delle donne in lista cala al 40%. Aspiranti sindache solo il 21%

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A contendersi la fascia tricolore nelle amministrative 2024 saranno soprattutto uomini. Le aspiranti sindache coinvolte in questa tornata elettorale sono solo il 21% del totale, anche se in lieve crescita (20% nel 2023 e 19% nel 2022). A questo ritmo la parità verrebbe raggiunta nel 2053. Se si guarda invece alle liste degli aspiranti consiglieri comunali, le candidate donne sono di più, il 41% del totale (50.870 su 123.536), ma in calo del 2% sul 2023. I dati emergono dalle elaborazioni di Centro Studi Enti Locali, basata su dati del Viminale.

Il confronto

Identica al biennio precedente anche la percentuale di comuni in cui la corsa per diventare primo cittadino è tutta al maschile: in ben 6 comuni su 10 si registra infatti la completa assenza di candidate sindaca. Sale, seppure di poco (dal 4 al 5%), la percentuale di casi in cui – viceversa – la competizione elettorale è una questione tutta femminile, 191 comuni, contro i 2.613 in cui i candidati sono tutti maschi. Nel 74% dei casi (il 77% nel 2023) il numero di candidati di sesso maschile supera quello delle avversarie donne. Nell’8% dei casi (+ 1% rispetto all’anno precedente) avviene il contrario e ci sono più candidate sindache donne che candidati uomini. Nel 18% dei casi la sfida è invece perfettamente bilanciata.

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Classifica regionale

Significative le oscillazioni di queste percentuali dal punto di vista territoriale. Le regioni che vedono il maggior numero di aspiranti sindache in corsa sono l’Emilia Romagna, la Toscana (entrambe a quota 26%) e il Veneto (25%). All’estremo opposto troviamo Campania (13%), Abruzzo (15%), Liguria e Molise (16%). In mezzo: Lazio (17%), Umbria (19%), Piemonte e Puglia (21%), Marche (22%), Lombardia e Sardegna (23%).

Le liste

«Se si allarga lo sguardo alle intere liste, la situazione migliora ma il genere femminile resta comunque sottorappresentato», spiega Veronica Potenza che ha elaborato i dati: le candidate donne sono il 41% del totale (50.870 su 123.536), il 2% in meno rispetto al 2023. Sebbene la percentuale di enti che non centrano l’obiettivo “quote rosa” sia ancora alta rispetto alle amministrative 2023 la percentuale di comuni al di sotto dei 5mila abitanti nei quali le candidate erano meno di un terzo del totale è calata sensibilmente, passando dal 47 al 37%. Tuttavia, la legge stabilisce solo per gli enti con più di 5mila abitanti una quota massima di candidati del genere più rappresentato in ciascuna lista: non può essere oltre i due terzi dei candidati della stessa lista.

Male il Sud

«Gli artefici di questo miglioramento – spiega ancora Potenza- sembrano essere stati soprattutto gli enti del centro-nord che in questa tornata elettorale fanno la parte del leone dato che sono localizzati in queste aree più di 8 comuni su 10 tra quelli chiamati alle urne”. A mancare l’obiettivo sono infatti solo il 33% dei comuni del nord, il 34% di quelli del centro e il 57% di quelli del sud e delle isole. Ai due estremi, l’Emilia Romagna, dove i piccoli comuni con meno di un terzo di candidate donna nelle liste sono il 15% del totale, e la Campania dove questa percentuale sale al 76%.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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