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Europee: alleati in Italia ma divisi in Ue, il risiko dei partiti tra Roma e Bruxelles

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Alleati in Italia, ma ognuno per conto suo nel parlamento europeo. Oppure divisi in Italia ma alleati in Europa. La geografia dei partiti italiani è la più complicata possibile una volta approdati a Strasburgo, come confermeranno le elezioni europee dell’8-9 giugno. Al governo insieme a Roma, Fdi, Lega e Fi hanno ciascuno una propria casa europea (spesso anche in conflitto tra loro). Stesso discorso nel centrosinistra, dove alle divisioni tra partiti si sovrappongono anche quelle al parlamento europeo.

Divisione tra destre e popolari

A Bruxelles, Forza Italia fa parte della famiglia dei Popolari europei (Ppe) insieme alla Cdu tedesca, il partito nazionale più numeroso del Ppe e quindi anche la guida naturale. Probabile che anche dopo queste elezioni europee il Ppe sia il principale gruppo a Strasburgo. Ma se il Cdu non ne vuole sapere di fare alleanze con la destra (in patria ha chiuso le porte ad Afd), Fi è invece al governo con la Lega e con Fdi. La Lega si trova in Europa nel gruppo Identità e democrazia (di cui peraltro nella legislatura che si sta chiudendo rappresenta la componente più numerosa), insieme alla destra francese di Rassemblement national di Marine Le Pen. Sono usciti invece dal gruppo i tedeschi di Afd, dopo le polemiche per le frasi sulle SS e sui rapporti con la Russia.

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Il ruolo di Fdi e Meloni

Nonostante la rottura con Afd, sembra comunque difficile un riavvicinamento tra Ppe e Id, anche per la presenza di Marine Le Pen in Id, che è invece vista come fumo negli occhi dal presidente francese Emmanuel Macron. Il partito di Macron fa parte dei liberaldemocratici di Renew Europe (il gruppo anche di Azione di Carlo Calenda e di Italia Viva di Matteo Renzi), che hanno retto insieme a Ppe e ai Socialisti la maggioranza al Parlamento europeo. Si è invece riavvicinata a Marine Le Pen Giorgia Meloni. Meloni e Fdi che si avviano a svolgere un ruolo da leader all’interno del loro gruppo europeo, i Conservatori e Riformisti (di cui facevano parte anche i Conservatori britannici prima della Brexit). Nel cui gruppo ci sono anche gli spagnoli di Vox (che hanno tentato senza successo una intesa con i popolari spagnoli) e i polacchi del Pis, dell’ex primo ministro Mateusz Morawiecki.

Centro sinistra in ordine sparso

Nel centrosinistra il risiko delle alleanze è altrettanto complicato. Il Pd è saldamente all’interno del Partito socialista europeo, insieme alla Spd tedesca del cancelliere Olaf Scholz. Nel Pse ci sono anche i socialisti italiani del Psi, che però alle europee sono confluiti nella lista di scopo “Stati Uniti d’Europa”, insieme a Iv e Più Europa (destinati questi ultimi due a finire in Renew Europe se entreranno a Strasburgo). Il M5S, invece, è attualmente nel gruppo dei non iscritti (con un peso politico molto ridotto), dopo aver tentato, vanamente, un ingresso nei Verdi. Come detto, i due ex alleati Carlo Calenda e Matteo Renzi ritrovano l’unità in Europa con il gruppo dei liberaldemocratici di Renew Europe. Se dovesse entrate a Strasburgo, invece, è probabile una spaccatura della Alleanza verdi sinistra, con i verdi destinati all’omonimo gruppo e la sinistra avviata verso la Sinistra al Parlamento europeo – GUE/NGL


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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