- L’attore 37enne è il protagonista di ‘Supersex’, serie Netflix sul divo dell’hard italiano
- Ha girato diverse scene in cui appare completamente senza veli, era necessario
Alessandro Borghi ha spiegato che il confronto tra le sue parti intime e quelle di Rocco Siffredi sicuramente verrà fatto.
L’attore 37enne è il protagonista della serie Supersex, realizzata da Netflix sulla vita dell’attore a luci rosse più famoso d’Italia.
Ha fatto sapere di aver girato scene di nudo totale e che non ha utilizzato protesi o controfigure: quello che si vede è il suo vero apparato riproduttivo.
Sulla scelta di “farlo vedere”, ha spiegato a Vanity Fair: “Ce lo siamo chiesti, se fosse necessario: perché va bene non abusare delle scene più spinte, ma fare una serie su Siffredi e non vedere mai ‘quello’… Sarebbe sembrato che volessimo nascondere qualcosa”.
I paragoni ci saranno: “Mi sono sempre sentito a mio agio, il confronto ci sarà, a qualcuno farà ridere, a qualcuno interesserà. È una delle prime cose che avevo messo in conto. Sono serenissimo”.
Durante la chiacchierata con il magazine, Alessandro ha parlato della mascolinità tossica, che coinvolge più uomini di quello che si pensi: “Lo sbaglio più grande che possiamo fare noi maschi è di sentirci esenti dalla mascolinità tossica. Io, che mi considero una persona che il problema non ce l’ha, invece ce l’ho: perché ci sono delle cose che mi hanno detto da ragazzino e che per me sono diventate la normalità, che, senza rendermi conto, ancora faccio. Non bisogna sentirsi superiori, ma andarsi a interrogare sulle nostre azioni”.
Un esempio? “Quando avevo 25 anni, ma pure 30 – adesso sono un po’ cambiato – quando uscivo la sera, se passava una donna che trovavo molto bella, la guardavo insistentemente. E non si fa. Era una cosa normale dove sono cresciuto io, per strada, a Roma sud. Si faceva così: tutto quello che sento te lo sbatto in faccia, e se ti va bene bene, sennò vaffanculo. È tutta una semplificazione delle emozioni, non c’è nessuna empatia con l’altro, non ti interessa nulla di come può reagire”.
Poi è cambiato. Quando? “Abbastanza di recente, grazie alla mia compagna, Irene, che mi costringe ad aprire la testa. È stata lei a farmi notare alcune cose che dicevo e a farmi capire che anche io non ero fuori da certi comportamenti tossici. Di solito non le do ragione, ma poi ci ripenso e capisco che è vero. Quando ascolto i miei dieci amici di sempre, è facile che si dicano delle cose misogine, siamo cresciuti così”.
Infine Borghi, che con la compagna Irene Forti ha il figlio Heima, nato lo scorso anno, ha spiegato cos’ha capito dalla paternità: “Ho avuto la conferma che non sono una persona ansiosa e non lo sono diventato con mio figlio. Quello che mi ha sorpreso invece è stato scoprire di poter piangere in sette secondi: basta che lui mi guardi negli occhi per qualche istante e sono irrecuperabile. Ovunque mi trovi, mi riempio di lacrime, senza freni, senza controllo…”.
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