- La 49enne alla regia di un cortometraggio che parla di ‘dittatura estetica’, “Unfitting”, ossia “Inadeguata”
- Dopo la gravidanza gemellare è stata discriminata per il peso in più: nessuno le è stato vicino
Giovanna Mezzogiorno esordisce alla regia con un cortometraggio che parla di “dittatura estetica” e di body shaming. “Unfitting”, ossia “Indeguata”. La pellicola racconta di un’attrice che viene messa da parte perché ingrassata. La protagonista è Carolina Crescentini. La 49enne prende spunto dalla sua storia. A Il Messaggero parla dei 20 kg. presi dopo la gravidanza gemellare avuta, mentre aspettava Leone e Zeno, i suoi figli ora 12enni. E’ una vera e propria denuncia. “Ho intrapreso un dimagrimento violento con gravi conseguenze”, rivela. Tutta colpa delle critiche ricevute.
“Volevo raccontare la mia storia che somiglia a quella di tante altre donne penalizzate perché non sono fisicamente perfette. Io, che ho quasi 50 anni, sono stata molto male. Ma per una ragazza questo tipo di pressione può essere devastante”, spiega Giovanna. Ora è tornata al peso forma. Quando le si domanda perché abbia deciso di dimagrire, chiarisce: “Perché purtroppo mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente, dalla società. Stavo impazzendo. Così ho intrapreso un dimagrimento violento che ha avuto gravi conseguenze sulla salute. E’ stata una debolezza di cui mi pento. Alla ne ce l’hanno fatta a farmi perdere venti chili, ma a che prezzo…“.
La Mezzogiorno è stata lasciata sola: nessuno le è stato vicino. Non se lo aspettava: “Assolutamente no. Ero ingrassata anche per colpa mia, dopo la nascita dei gemelli mi sono lasciata andare e ho trascurato l’esercizio fisico. Ma sono stata presa di contropiede dall’atteggiamento del mio ambiente”. A parte i medici che l’hanno seguita, non c’è stato uno a darle conforto: “Nemmeno quell’attore che consideravo un fratello ma è sparito nel nulla quando il cinema ha iniziato a tagliarmi fuori e a ricamare leggende infondate su di me: è malata, non tornerà mai più in forma… Perfino una cisti sull’occhio che ho mostrato in un programma tv è servita ad alimentare le cattiverie su di me”.
“Le donne sono state molto più crudeli degli uomini. La solidarietà femminile non esiste. E’ uno slogan di cui ci si riempie la bocca perché fa figo, si sbandiera perché richiama l’aria del tempo”, sottolinea l’attrice. E aggiunge: “Sono le prime schiave della dittatura estetica che richiede la perfezione fino a 80 anni”. Giovanna non ha fatto nomi nel film: “Ma conosco uno per uno quelli che mi hanno derisa, discriminata, offesa. In futuro potrei cambiare idea… Devono sentirsi scomodi sulle loro sedie”.
I figli, la sua famiglia, tutti hanno visto il corto: “Gliel’ho mostrato anche perché sappiano che non devono azzardarsi a fare commenti sull’aspetto fisico delle ragazze. Adesso si preoccupano che io mi nutra. E se mangio, lo faccio anche per loro”. E’ riuscita ad andare avanti con la sua bravura. A testa alta e ne va fiera.
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