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Tensione sulla giustizia, oggi la Camera vota sulla sfiducia a Santanchè

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E’ il D-Day per Daniela Santanchè, che oggi, alla Camera, affronterà (di nuovo) la prova dell’Aula. Di persona e dando la sua versione dei fatti, molto probabilmente. Nel pomeriggio i deputati voteranno l’ennesima mozione di sfiducia nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia, rinviata a giudizio per falso in bilancio nell’inchiesta sulla società Visibilia. E in bilico per quello più pesante – per truffa all’Inps – che si teme arrivi a maggio. A chiederne le dimissioni sono le opposizioni. Dal M5S – che ha lanciato la proposta, sottoscritta poi da Pd, Avs e Italia viva – fino ad Azione che, pur non avendola firmata, assicura che voterà a favore.

Giustizia, la partita della riforma

Ma prima del verdetto su Santanché, a Montecitorio finisce sott’accusa pure Carlo Nordio. Al ministro della Giustizia è rivolta la sfiducia del centrosinistra per la vicenda della liberazione e il rimpatrio, con un volo di Stato, del generale libico Almasri. Per il Guardasigilli ci sarà tempo solo per la discussione, il voto sarà nei prossimi giorni. Una doppia sfida al Governo che si gioca sul filo delle ostilità con la magistratura, che la maggioranza non ha mai nascosto. E focalizzate sulla riforma della separazione delle carriere, in discussione al Senato, assegnata alla commissione Affari costituzionali diretta dal fedelissimo della premier Alberto Balboni. Una partita che la maggioranza traina compatta, anche se forse servirà un referendum costituzionale per confermare le modifiche.

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Vuoti banchi centrodestra su mozione sfiducia Nordio

La discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio, presentata dalle opposizioni alla Camera, è iniziata a Montecitorio con i banchi vuoti della maggioranza. Nelle chat delle opposizioni le foto dell’emiciclo deserto nella parte del centrodestra. Dai banchi della minoranza c’è chi ha fatto anche un conto dei presenti in aula: 10 di Fdi, 1 di Forza Italia e nessuno della Lega. Nell’elenco degli iscritti a parlare in discussione generale non c’è nessun rappresentante della maggioranza. Nei banchi del governo accanto al Guardasigilli siede solo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, mentre nella fila dei sottosegretari hanno preso posto il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto e il sottosegretario Ostellari.

I precedenti in Parlamento

Per la lunga giornata delle sfiducie, alla Camera non si temono colpi di scena. I due ministri non rischiano e non entreranno nel poverissimo carniere che vede finora solo un ministro sfiduciato nella storia repubblicana (fu Filippo Mancuso del governo Dini, nel 1995).

Gli umori nel partito della premier

Ma se Nordio è super blindato, su Santanché la difesa sembra d’ufficio e condizionata – si teme – al prossimo eventuale rinvio a giudizio. Così almeno appare tra quei meloniani che, a taccuini chiusi, ammettono di non condividere l’ostinazione della ministra a non lasciare l’incarico. Ministra che confida nello stesso trattamento che maggioranza e FdI in particolare hanno riservato solo pochi giorni fa al sottosegretario Andrea Delmastro. E che il sostegno sia inevitabile, ma di circostanza, si deduce dal fatto che nessun big del centrodestra interverrà per le dichiarazioni di voto in Aula. La scelta dovrebbe cadere, invece, su deputati che fanno parte della commissione Giustizia. È il caso del penalista Andrea Pelliccini per Fratelli d’Italia, di Enrico Costa per Forza Italia e della leghista Ingrid Bisa. Al contrario, per i 5 Stelle, la parola andrà a Giuseppe Conte, a rivendicare probabilmente la paternità della sfiducia. In aula ci sarà pure Elly Schlein per il Pd, mentre nel centrodestra stavolta le presenze dovrebbero essere più numerose rispetto a due settimane fa. Allora c’erano due ministri e una decina di parlamentari di maggioranza. In tutto, in Aula.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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