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Separazione carriere, Anm pubblica lettera del ’94 in cui Nordio era contrario

Una lettera pubblicata dall’Anm, l’Associazione Nazionale dei magistrati, risalente al 1994, dimostra che il ministro della Giustizia Carlo Nordio era allora contrario alla separazione della carriere. “Contrario da pubblico ministero, favorevole da ministro”, si legge sul sito online La magistratura, dove è stato pubblicato il documento. Il guardasigilli ha però spiegato di aver cambiato idea già nel 1995 a seguito del suicidio di un indagato in una sua inchiesta.

La lettera pubblicata dall’Anm

“Carlo Nordio, il guardasigilli che oggi dà il nome al disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere, è lo stesso Carlo Nordio che, da pm, firmava un appello contro la separazione. Lo dimostra questa lettera firmata dall’allora magistrato a Venezia e inviata all’Anm. Era il 3 maggio 1994”, spiega la rivista curata dell’Associazione nazionale magistrati. Il documento a cui si fa riferimento è del 1994, con intestazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia: fu inviato via fax alla sede romana dell’Associazione nazionale magistrati, in cui Nordio aveva sottoscritto assieme ad altri magistrati di essere “contrario alla divisione delle carriere dei magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti”.


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Il primo punto del documento

Nel primo punto della lettera viene sottolineato che “nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura ha rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principi di eguaglianza dinanzi alla legge”. Sono proprio queste le argomentazioni che l’Anm porta avanti ancora oggi e che Nordio invece respinge, dopo averle condivise e sottoscritte nella veste di magistrato. 


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Nordio: “Cambiato idea 30 anni fa”

II ministro, intervistato dal Giornale, spiega: “Nel ’92 eravamo tra stragi e tangentopoli. Io stesso ero oggetto di attacchi da parte della politica perché avevo arrestato democristiani e socialisti, e la magistratura doveva restare compatta. Ma tre anni dopo scrissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali”. “Il Giornale e il Corriere uscirono con un titolo in prima pagina: il giudice Nordio si pente’. Da allora, non ho più cambiato idea. E nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell’Anm per render conto delle mie idee eretiche. Naturalmente li mandai al diavolo. Ho recuperato la corrispondenza e l’ho fatta metter nel sito del ministero”.  Nordio ha anche ricordato di aver scritto della separazione delle carriere “la prima volta 30 anni fa, e naturalmente fui pesantemente criticato dall’Anm. Non era facile a quei tempi mantenere la barra dritta. Ora questa impresa si sta realizzando”.

Il ministro della Giustizia ha poi spiegato all’Ansa che “in quegli anni ero contro la separazione delle carriere perché auspicavo che la magistratura restasse compatta, in tempo di stragi e tangentopoli. Poi ci fu il caso del suicidio di un indagato in una mia inchiesta a Venezia. Da lì capii che si stava esagerando e nel 1995 cambiai idea, tanto che anche alcuni giornali il giorno dopo titolarono su questa mia nuova decisione. Del resto non sono stato certo l’unico tra i magistrati, tra i politici e tra i giornalisti a cambiare idea. Nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell’Anm per render conto delle mie idee, che ribadii”. 

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