Si è svolta oggi nell’aula di Montecitorio la commemorazione di Papa Francesco. In tanti hanno preso la parola per ricordare Jorge Mario Bergoglio, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che lo ha definito “il Papa degli ultimi”, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e quello di Italia Viva, Matteo Renzi
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Il mondo della politica omaggia Papa Francesco. Si è svolta oggi nell’aula di Montecitorio la commemorazione del Pontefice, a cui hanno partecipato senatori, deputati e membri di governo. In tanti hanno preso la parola per ricordare Jorge Mario Bergoglio, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che lo ha definito “il Papa degli ultimi”, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e quello di Italia Viva, Matteo Renzi. Papa Francesco era “un grande uomo” e “un grande Pontefice, che ha guidato la Chiesa con segni profetici in tempi complessi e certamente imprevedibili”, ha detto la premier, intervenendo in aula. Papa Francesco “ha portato il respiro della periferia del mondo, lo sguardo attento verso gli ultimi, e una voce per la pace, per la giustizia sociale, per l’ambiente e per la dignità delle persone”, ha sottolineato Schlein. Nel pomeriggio alcuni ministri si sono recati nella Basilica di San Pietro per rendere omaggio al feretro di Papa Francesco. Tra questi, la premier Meloni, il vicepremier Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e quello dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. In Basilica anche Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, e il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi.
Meloni: “È stato il papa degli ultimi”
Durante la commemorazione a Montecitorio, la presidente del Consiglio ha preso la parola per ricordare il pontefice. È stato il “papa degli ultimi”, “delle periferie fisiche ed esistenziali”, “ha restituito voce a chi non l’aveva anche rompendo gli schemi perché diceva ‘non devi avere paura di andare controcorrente se devi fare una cosa buona’. Così, il papa venuto da lontano è entrato nel cuore delle persone”, ha spiegato la presidente del Consiglio in aula (IL VIDEO). “Ricordare Papa Francesco non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che, anche per me personalmente, ha rappresentato molto di più”, ha detto la premier intervenendo in aula.
Meloni: “Papa Francesco ti faceva sentire prezioso”
“Io ho avuto il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice. Che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”, ha aggiunto la presidente del Consiglio. Per Meloni, Papa Francesco “sapeva essere determinato, ma quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava barriere. Con lui eri a tuo agio, potevi parlare di tutto, e raccontarti senza filtri e senza timore di essere giudicato. Poteva vedere la tua anima e guardarti a nudo. Come se per lui significasse dire ‘io ci sono per te’. Ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile”, ha ribadito (IL VIDEO).
Meloni: “Sapeva trasmettere gioia, passione per la sua missione”
Papa Francesco “diceva che la diplomazia è un esercizio di umiltà, perché richiede di sacrificare un po’ dell’amor proprio per comprendere le ragioni e il punto di vista dell’altro. Un insegnamento che intendiamo coltivare”, ha poi ricordato Meloni nel corso del suo intervento alla commemorazione del pontefice. “Sarò sempre grata per il tempo trascorso insieme, per gli insegnamenti e i consigli, tra cui ‘non perda mai il senso dell’umorismo’”, ha aggiunto la premier. Papa Francesco, ha ricordato Meloni, “disse ai pellegrini che è triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai. E Papa Francesco sapeva trasmettere la gioia, la passione, per la sua missione. Ne sapeva trasmettere anche la difficoltà, e questo dava alla sua allegria un valore molto più grande”, ha rimarcato la presidente del Consiglio. Bergoglio “ha adempiuto alla sua missione fino all’ultimo giorno, quando ha impartito la benedizione Urbi et Orbi e abbracciato i fedeli a San Pietro. E ha sintetizzato, nelle semplici parole sussurrate al suo infermiere: ‘Grazie per avermi riportato in piazza’, la cifra forse più significativa del suo intero pontificato”, ha ribadito Meloni.
Meloni: “I suoi appelli alla pace sono un monito alla responsabilità”
Papa Francesco “non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre che finiscono l’umanità, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel, lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole potevano essere travisate e strumentalizzate”, ha ribadito Meloni, sottolineando che “i suoi molteplici appelli alla pace oggi sono ulteriore monito alla responsabilità”. Poi ha aggiunto: “Io, il governo e l’Italia gli saremo sempre riconoscenti anche per aver regalato quella presenza storica, la prima volta di un pontefice ai lavori del G7”.
Meloni: “Al G7 richiamò l’attenzione sulle sfide del nostro tempo”
Ricordando la partecipazione di Papa Francesco al G7, Meloni ha sottolineato che “da leader globale ha richiamato l’attenzione del mondo sulle grandi sfide del nostro tempo, dalla difesa del Creato all’Intelligenza artificiale. Aveva introdotto il concetto di algoretica, dare un’etica agli algoritmi per invocare uno sviluppo delle tecnologie che non superasse il limite invalicabile della centralità dell’uomo. E quando io gli chiesi di partecipare al summit del G7 per portare questo messaggio, lui non esitò”. “Tra i tanti messaggi che ci ha consegnato” al G7, ha ribadito la premier, “ce n’è uno che tocca tutti in quest’aula. Il Santo Padre ha detto che ‘la politica serve’ e che ‘di fronte a tante forme di politica meschine, tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine'”.
Meloni: “Papa Francesco ci ha indicato il valore infinito della persona e il coraggio”
“Come pontefice”, Papa Francesco “ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui, guardate, l’uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso: il cambio di un’epoca investe ogni livello della vita dell’uomo, quello religioso, quello sociale, quello politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti”. Così la presidente del Consiglio ha ricordato ancora una volta Bergoglio in aula. “Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio”, ha aggiunto. Concludendo il suo intervento, la premier ha poi spiegato che “tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci. A Dio, Papa Francesco”.
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Schlein: “La scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa”
Anche la segretaria del Pd Elly Schlein ha ricordato Jorge Mario Bergoglio durante la commemorazione a Montecitorio (IL VIDEO). “Le sue parole hanno saputo attraversare le frontiere della fede raggiungendo credenti e non credenti, indicando un cammino di fratellanza, di solidarietà e di dialogo anche con altre religione”, ha dichiarato la leader del Pd. “La scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti, merita il nostro cordoglio; quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli ed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio, di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”, ha ribadito Schlein, al termine del cui intervento i parlamentari di maggioranza non hanno applaudito.
Conte: “Ricordiamo la sua portata rivoluzionaria”
Si è unito alle commemorazioni anche il leader del M5S Giuseppe Conte (IL VIDEO), che ha ricordato Papa Francesco “con grande commozione per la passione e il coraggio con cui ha testimoniato la radicalità del messaggio evangelico, la sua portata rivoluzionaria”, ha detto il presidente del Movimento. “Ci sorprese sin dall’inizio quando scelse, era la prima volta di un pontefice, di chiamarsi Francesco per professare l’impegno contro la povertà, per la pace, per preservare l’ambiente e custodire la nostra casa comune da tramandare alle nuove generazioni”, ha spiegato Conte. Bergoglio “ha onorato questa scelta ogni giorno, con grande forza d’animo ha spinto la Chiesa a rifuggire le vecchie tentazioni di trasformarsi, parole sue, in una élite intellettuale o mondana, invitandola a essere presente nei luoghi anche più reconditi, dove albergano ingiustizie e sofferenze”, ha aggiunto.
Conte: “Su Gaza e i palestinesi Francesco ha avuto parole coraggiose”
Conte ha poi ricordato le parole di Papa Francesco “su Gaza, sulla condizione attuale dei palestinesi”, nei confronti dei quali “ha avuto parole coraggiose non scontate in mezzo a tanta ignavia. Fino allo scorso sabato ha continuato a telefonare al parroco dell’unica chiesa della Striscia di Gaza per informarsi sulle condizioni di salute dei bambini palestinesi dimenticati da tanti ma non da lui che conosceva anche i loro nomi”, ha ribadito il leader del M5S. “Si è sempre e tenacemente schierato contro ogni guerra, contro i signori delle armi, a favore di tutte le vittime dei conflitti. La guerra è sempre una sconfitta, ci ammoniva. E ancora, non si ceda alla logica delle armi e del riarmo, la pace non si costruisce mai con le armi ma tenendo le mani, aprendo i cuori”, ha sottolineato.
Conte: “Il modo migliore per ricordarlo è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti”
“Ora che non c’è più”, Papa Francesco “viene universalmente celebrato da tutti. Nello scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie nel mondo, i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra”, ha rimarcato Conte. “Il modo migliore per ricordare Papa Francesco è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, la sua personale testimonianza. Il modo migliore per onorarlo è essere scomodi, con azioni ferme e scelte conseguenti”, ha aggiunto.
Conte: “Il suo costate pensiero era l’esortazione al dialogo e all’ascolto”
Il leader del M5S ha ricordato la data del “14 marzo scorso”, quando Papa Francesco “era ancora in ospedale” e “scrisse una lettera pubblicata sul Corriere della Sera”. Nel frattempo “nel mondo, nella politica, nei media, si moltiplicavano parole di guerra: ‘Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra’. Di fronte alla spirale di continue minacce e aggressioni, il suo costante pensiero è stato un’esortazione al dialogo e all’ascolto, anche delle ragioni dell’altro, del nostro nemico”, ha ricordato l’ex premier. “Nella sua ultima benedizione Urbi et Orbi di Pasqua ha usato parole chiare, che ancora una volta scuotono le nostre coscienze: ‘L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo’”, ha ribadito.
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Conte: “Ha sempre difeso i più fragili”
Papa Francesco “ha sempre strenuamente difeso i più fragili, dall’indifferenza e dall’accanimento, perché, diceva, ai poveri di oggi non si perdona neppure la loro stessa povertà”, ha aggiunto Conte nel suo intervento a Montecitorio. “All’inizio del suo pontificato invitò i sacerdoti a essere pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge. Anche nelle sue ultime ore di vita ha scelto di sfidare la sofferenza per scendere ancora una volta tra la sua gente. E questa è una grande lezione anche per chi fa politica”, ha aggiunto. “Chi assume ruoli di responsabilità verso una comunità deve farsi carico della sofferenza di tutti, non può mostrarsi servile coi potenti e ottuso verso i bisogni di chi non ha voce, e rimane invisibile ai margini della società”, ha ribadito. Per Conte, Bergoglio “ha fortemente denunciato le tante iniquità causate dalla, lui disse, globalizzazione dell’indifferenza, e il falso mito della ricaduta favorevole per cui in un sistema di mercato basato sul profitto la crescita economica porterebbe automaticamente maggiore equità e inclusione sociale”.
Conte: “Durante la pandemia il suo messaggio dirompente: ‘Nessuno si salva da solo’”
L’ex premier ha ricordato poi le parole di papa Francesco durante la pandemia nel 2020. “In un momento drammatico come la pandemia, il suo messaggio dirompente: ‘Nessuno si salva da solo’. E anche la potenza della sua immagine in una Roma deserta sono stati per me, ma penso per molti, di forte incoraggiamento, in un momento in cui rischiava di prevalere lo sconforto”, ha sottolineato Conte. “Ho avuto il privilegio di confrontarmi con lui più volte, abbiamo parlato di diseguaglianza economiche e sociali, di migrazioni, di ambiente, di impegno per la pace”, ha spiegato il leader del M5S.
Conte: “ È stato un papa scomodo”
Per Giuseppe Conte, Jose Mario Bergoglio è stato “un papa scomodo”. “Ciascuno di noi, ciascuna forza politica può sentirsi sfidata da alcune sue posizioni, mentre può riscontrare condivisione su altre. Dobbiamo riconoscerlo con onestà. Ma è indubitabile che Papa Francesco sia stato il più grande riferimento spirituale e morale di questi nostri tempi in cui prevalgono parole di odio e le atrocità dei conflitti”, ha aggiunto il leader del M5S durante il suo intervento in aula. “Si è sempre costantemente impegnato per tessere le trame del dialogo, per riconoscere le radici di una comune appartenenza e lo ha fatto anche in prima persona”, ha concluso l’ex premier.
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Renzi: “Da Papa Francesco una grande lezione di laicità”
Anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha preso parte alle commemorazioni a Camere riunite. “Molto buffo che ciascuno di noi in qualche misura cerchi di accaparrarsi un pochino dell’eredità” di papa Francesco, “chi lo ricorda per le carceri dimentica le sue parole sull’aborto, chi lo ricorda per la famiglia tradizionale dimentica le parole sull’immigrazione. Non era un politico, era il papa, era Pietro”, ha sottolineato Renzi. Da lui è arrivata una “grandissima lezione di laicità”. Il leader di Iv ha raccontato di averlo incontrato da premier diverse volte e anche “poco prima che il Parlamento votasse la legge sulle unioni civili”, mentre c’erano grandi polemiche nel mondo cattolico e “mai papa Francesco mi ha detto alcunché”, “ha rispettato le nostre idee molto più di quanto noi rispettiamo le sue”, ha ricordato Renzi che nel suo intervento in aula ha citato anche un brano di Fabrizio De Andrè: “Mi sono tornate alla mente le parole del poeta ligure che racconta la passione da un punto di vista di un crocifisso, quando De André nel testamento di Tito dice ‘nel vedere quest’uomo che muore, madre io provo dolore, madre ho imparato l’amore'”.