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Dl Sicurezza, la relazione della Cassazione: “Ci sono criticità”

L’ufficio del Massimario della Cassazione ha rilevato criticità sul decreto sicurezza. In una relazione di 129 pagine viene espressa perplessità, in particolare, contro “la decretazione di urgenza”, “le norme troppe eterogenee” e “sanzioni sproporzionate”.

Cosa ha detto la Cassazione

Per l’Ufficio del Massimario della Cassazione, il decreto “riproduce quasi alla lettera” il contenuto del corrispondente disegno di legge che la Camera dei deputati, “dopo un’ampia discussione in Assemblea, aveva approvato in prima lettura il 18 settembre 2024” e poi trasmesso al Senato. Non c’è stato – si legge nella relazione – “per unanime giudizio dei giuristi finora espressisi” alcun “fatto nuovo configurabile come ‘casi straordinari di necessità e di urgenza’” tra “la discussione alle Camere del ddl sicurezza e la scelta di trasformarlo in un decreto legge dal medesimo contenuto”. La scelta di sottrarre il testo all’ordinario procedimento legislativo e trasfonderlo in un decreto-legge produrrebbe, per la Cassazione, “una serie di conseguenze: ‘l’accelerazione dei tempi di discussione, la conseguente contrazione della possibilità di apportare emendamenti, che saranno comunque sempre pro futuro, la complessiva compressione del pieno dispiegarsi di quei tempi e modi di dibattito, di esame e di voto che dovrebbero caratterizzare la funzione legislativa, in particolare in materie coperte da riserva di legge, come sono i diritti di libertà e la materia penale”. A questo si aggiunge “l’estrema disomogeneità dei contenuti di questo testo”. Quanto alle disposizioni che “determinano il trattamento sanzionatorio, in quanto destinate a incidere sulla libertà personale dei loro destinatari, devono ritenersi suscettibili di controllo” da parte della Corte per “gli eventuali vizi di manifesta irragionevolezza o di violazione del principio di proporzionalità dovendosi scongiurare il rischio di irrogazione di ‘una sanzione non proporzionata all’effettiva gravità del fatto'”.


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Le norme 

Il provvedimento, formato da 39 articoli, ha recepito gran parte del ddl in materia risalente al 2023: dopo l’approvazione della Camera, era rimasto fermo in Senato anche a seguito dei rilievi sollevati dal Quirinale per poi essere riproposto dopo una serie di aggiustamenti. Il provvedimento a fine maggio ha incassato la fiducia in Aula alla Camera. Poi è passato all’esame del Senato, dove il 4 giugno ha avuto il via libera definitivo diventando legge. Alcune misure: stretta sulle occupazioni abusive delle case, reato di blocco stradale, misure contro il terrorismo, un giro di vite sulle rivolte in carcere, misure per le detenute madri, una stretta sulla cannabis light. 


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