Sono passati 40 giorni dalla coppia dei black friday e monday in cui le Borse hanno bruciato centinaia di miliardi di dollari ed euro in poche ore. Era l’effetto dazi, scatenato da il 2 aprile 2025. Quaranta giorni dopo l’indice di Piazza Affari ha pressoché recuperato tutto quello che aveva perso. Dopo essere passato da 39 a 33mila punti in un paio di giorni, oggi, 8 maggio, è tornato sopra i 39mila punti. Tutto finito? No. Intanto, a livello di investimenti globali va detto che nello stesso periodo il dollaro si è svalutato di circa il 10% e questa perdita non è stata recuperata. Significa che nei grandi portafogli di investitori e risparmiatori, che hanno buona parte dei loro asset denominati in dollari, il peso della mossa sui dazi si sente ancora. E continuerà a sentirsi perché l’indebolimento del dollaro è proprio uno degli obiettivi che ha in testa Donald Trump per invertire la tendenza del deficit commerciale. Dopodiché le grandi questioni restano irrisolte. Trump ha chiuso un accordo con Londra, molto pubblicizzato dai media e dalla Casa Bianca, ma a ben guardare si tratta di un’intesa parziale e soprattutto con un Paese, la Gran Bretagna, che presenta un deficit e non un surplus. Diverso è il discorso con la Unione Europea, tutto ancora da fare e sul quale non c’è ancora una buona visibilità.
Possiamo però dire che quello che abbiamo visto in questi 40 giorni fa ben sperare. E cioè la tendenza mostrata da Trump a fare marcia indietro pur sostenendo il contrario. Una sorta di strategia di Penelope che permette di tenere il punto con la propria base, guadagnare tempo, e nel frattempo negoziare condizioni commerciali più favorevoli ancorché ben distanti dalle minacce inziali di tariffe doganali a due o addirittura tre cifre. Ecco, le Borse sembrano scontare questo tipo di strategia, rimandando a una fase successiva le valutazioni rispetto al dollaro, all’inflazione e alla crescita globale. Per questo non possiamo dire che la crisi di quel week end di 40 giorni fa sia già rientrata.
Di fronte a questa nuova situazione di instabilità, il giudizio autorevole che più condividiamo è quello arrivato da Marina Berlusconi, imprenditrice subentrata ormai da tempo al vertice del gruppo fondato dal padre Silvio. «Sono preoccupata in generale per quello che Trump fa.
E obiettivamente quelle che erano solo preoccupazioni fino a poco tempo fa, durante la campagna elettorale, si sono purtroppo trasformate in realtà. Bisogna sperare che Trump sia costretto, dai danni provocati dalle sue decisioni, a fare marcia indietro. E sta succedendo».