Gli Stati Uniti minacciano di colpire le esportazioni di prodotti alimentari della Ue con dazi del 17 per cento. L’avvertimento, secondo quanto riporta il Financial Times, è stato consegnato al commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, durante gli incontri dei giorni scorsi a Washington. Che, evidentemente, non hanno fatto molti progressi. «Dopo aver discusso lo stato di avanzamento della questione con i nostri Stati membri, la Commissione si impegnerà nuovamente con gli Usa sul merito nel fine settimana. Al tempo stesso, ci stiamo preparando all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente», ha dichiarato il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill.
ha, intanto, cominciato a inviare ieri le prime «10 o 12» lettere per informare i partner commerciali dei dazi che dovranno pagare dall’inizio di agosto. L’ennesimo penultimatum in vista della scadenza del 9 luglio. Il presidente Usa la prossima settimana dovrebbe dividere i Paesi in tre grandi gruppi: l’attuale «pausa» tariffaria reciproca rimane per i partner con cui è stato raggiunto un accordo di principio, con possibili agevolazioni tariffarie in una fase successiva. Le precedenti tariffe specifiche per Paese verranno ripristinate laddove non sia stato ancora raggiunto un accordo di principio (il che significherebbe il 20% per la Ue fino alla conclusione dell’accordo). Infine, il ripristino dei dazi per Paese fino a nuovo avviso per i partner con cui i negoziati stanno andando male. Non è ancora chiaro come la Casa Bianca classificherà la Ue. Trump ieri ha, comunque, avuto una conversazione telefonica con la presidente Consiglio , con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, e anche con il preContinuano le controversie sui commerci È guerra continua tra l’Europa, gli Stati Uniti e la Cina sidente francese, Emmanuel Macron.
Con tutti e tre i leader la discussione ha riguardato l’Ucraina e le tariffe.
«Siamo soddisfatti di avere ricostruito un dialogo che sembrava interrotto e ora è continuativo, stiamo facendo tutti la nostra parte ma non posso entrare in merito a quelli che saranno gli accordi», ha detto Meloni. Nel frattempo, la Cina ha deciso di imporre dazi antidumping tra il 27,7% e il 34,9% sull’import di brandy dalla Ue a partire da oggi per un periodo di cinque anni. Lo ha riferito il ministero del Commercio, comunicando «la sua decisione definitiva sull’inchiesta antidumping» basata sulla conclusione «che il brandy importato dall’Europa costituisca un caso di dumping», che l’industria nazionale del settore «è sottoposta a una minaccia sostanziale di danno». Da Bruxelles ieri è arrivata la prima reazione: «La Ue deplora» la decisione di Pechino e definisce le misure della Cina «incoerenti con le norme internazionali applicabili e, pertanto, infondate», ha detto il portavoce Gill. La Cina è un mercato importante per il cognac transalpino, con l’export da 1,4 miliardi di euro all’anno, mentre le misure antidumping pesano per 50 milioni al mese. Le imposte si applicheranno al brandy in contenitori sotto i 200 litri.
L’aliquota su Jas Hennessy è del 34,9%, su Remy Martin del 34,3% e su Martell del 27,7 per cento. Il capo della diplomazia cinese Wang Yi, in visita in Europa, ha tenuto incontri con i vertici Ue in vista del summit di Pechino del 24-25 luglio sui 50 anni di rapporti bilaterali.