Premio alla ricostruzione e al rilancio del Centro Italia: i dati più recenti, presentati dal Commissario straordinario Guido Castelli, mostrano risultati concreti e segnali incoraggianti sia sul fronte della crescita economica sia dell’occupazione. Durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Roma, Castelli ha sottolineato come la strategia messa in campo, grazie al sostegno del Governo e alla piena collaborazione delle Regioni, stia guidando una rinascita reale nelle aree colpite dal sisma.
Secondo il Rapporto, aggiornato ai primi cinque mesi del 2025, il numero di nuclei familiari rientrati nelle proprie abitazioni è in costante aumento: solo nell’ultimo anno sono tornate a casa 1.340 famiglie, mentre negli ultimi tre anni sono oltre 4.000 i nuclei che hanno potuto recuperare la propria dimora abituale. Tuttavia, nei 138 Comuni del cratere sismico restano ancora circa 10.000 nuclei familiari – pari a oltre 20.000 persone – in attesa di una sistemazione definitiva, un dato che conferma quanto sia ancora cruciale mantenere alta l’attenzione sul tema della ricostruzione e del contrasto allo spopolamento.
La ricostruzione
Un capitolo di particolare rilievo è rappresentato dalla ricostruzione degli edifici di culto, che hanno un forte valore simbolico, culturale e spirituale per le comunità locali. Tra il 2016 e il 2017, sono stati danneggiati 2.456 edifici di culto, pubblici e privati, di cui 1.270 (escludendo quelli pubblici) sono attualmente in fase di intervento, con un investimento complessivo di circa 738 milioni di euro. Solo negli ultimi due anni, inclusi i primi quattro mesi del 2025, sono stati approvati 121 progetti, pari al 50% di tutti quelli definiti nelle conferenze permanenti di coordinamento.
Il fronte occupazionale
I risultati sono altrettanto positivi. Le due Macro-misure di NextAppennino hanno avuto un impatto decisivo non solo sulla crescita economica, ma anche sull’aumento dei posti di lavoro nelle regioni colpite dal sisma. I dati del Cresme indicano la creazione di 4.631 nuovi posti in Abruzzo, 1.233 nel Lazio, 8.521 nelle Marche e 913 in Umbria. Grazie all’efficienza migliorata nei processi produttivi, favorita dalla digitalizzazione e dal potenziamento delle infrastrutture, l’occupazione è aumentata a un ritmo del 7% nei 138 Comuni del cratere tra il 2022 e il 2024. Nel complesso, il tasso di crescita occupazionale è stato del 12,4%, un valore significativamente superiore alla media nazionale del 3,9% e più alto rispetto a regioni quali Lombardia ed Emilia-Romagna.
Il ritorno alla normalità
Castelli ha concluso la conferenza ricordando che, nonostante i progressi, “c’è ancora molto da fare e nessuna distrazione è possibile“. L’obiettivo primario rimane il ritorno alla normalità per le tante persone ancora fuori dalle loro case e la lotta allo spopolamento, che da anni colpisce duramente queste comunità. La strategia fin qui adottata – ha evidenziato – dimostra che il declino dei territori non è inevitabile e che un nuovo sviluppo, basato su sicurezza, sostenibilità e legalità, può garantire la rinascita del Centro Italia, rappresentando un modello replicabile anche in altre aree dell’Appennino.
Il Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia delinea un quadro
positivo e in crescita, frutto di uno sforzo coordinato tra Governo, Regioni e territori, con risultati tangibili che incoraggiano a proseguire con determinazione il percorso di rilancio socio-economico e umano.