Il direttore finanziario (cfo) di Stellantis, Doug Ostermann, nel commentare i dati preliminari della prima metà dell’anno e quelli del secondo trimestre, ha fatto da apripista al nuovo ceo Antonio Filosa che il 29 luglio, in occasione dei risultati finanziari, si sottoporrà per la prima volta al fuoco di domande degli analisti. E a conferma dell’eredità pesante lasciata dal precedente ceo Carlos Tavares, uscito di scena a inizio dicembre 2024, il cfo ha sottolineato come “ci sia molto lavoro da fare, in particolare per quanto riguarda la ripresa commerciale; ovviamente non siamo contenti del punto in cui siamo, ma rispetto al periodo precedente si vedono alcuni passi avanti”.
I dati preliminari di Stellantis presentano, infatti, una situazione molto complessa: tra gennaio e giugno sono stati riportati ricavi per 74,3 miliardi con una perdita netta di 2,3 miliardi, mentre l’utile operativo adjusted è stato pari a 0,5 miliardi e il free cash flow industriale negativo per 3 miliardi. Tra i fattori che hanno avuto un impatto significativo sui risultati del primo semestre, ci sono i primi effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti. A 300 milioni ammontano i danni economici relativi alla perdita di produzione, tra cui il fermo della linea Dodge Hornet, a Pomigliano d’Arco, il “gemello” di Alfa Romeo Tonale destinato al mercato Usa. Al 31 dicembre prossimo, comunque, le tariffe doganali avranno un effetto negativo stimato sul gruppo tra 1 e 1,5 miliardi di euro.
A Piazza Affari il titolo Stellantis, dopo un avvio in rosso a 7,68 euro, ha ripreso quota portandosi a 8,04 euro con una crescita dell’1,5 per cento. Il mercato, pur nella consapevolezza delle difficoltà del gruppo, sembra aver apprezzato le affermazioni del cfo. Tra l’altro, i numeri presentati ieri sono risultati sotto le aspettative di Banca Akros, Morgan Stanley, Ubs e Jefferies.
Un segnale importante il cfo Ostermann ha voluto darlo e riguarda la guidance che era stata sospesa lo scorso 30 aprile, in occasione della prima trimestrale, a causa delle incertezze legate alle tariffe doganali. “Ebbene – ha spiegato il manager americano – la società prevede di reintrodurla per l’intero anno con i conti del prossimo 29 luglio”. “I numeri dei primi 6 mesi – ha aggiunto – sono molto sotto il nostro potenziale, ma in questa prima metà del 2025 i progressi sui prodotti hanno rappresentato una parte importante: a cavallo del 2024 e dell’anno in corso abbiamo lanciato molte novità, tra cui 5 nuovi modelli nel segmenti B (vetture compatte) e C (medie) che hanno colmato alcune lacune temporanee nella nostra offerta, oltre al restyling dei pick-up Ram e Dodge di media e grande portata. E quello che è importante riguarda ciò che abbiamo in serbo da qui alla fine dell’anno”.
C’è poi la presa d’atto, da parte del gruppo, della sempre maggiore richiesta di veicoli compatti. “Prevediamo – ha precisato Ostermann – un significativo aumento della produzione delle nuove auto del segmento B (quello della Fiat Grande Panda, per fare un esempio), il lancio imminente di tre modelli Stellantis di fascia media in Europa e il ritorno della Jeep Cherokee in Nord America, che contribuiranno a migliorare i risultati della seconda metà dell’anno”.
In chiusura, il cfo ha ricordato come “il team di gestione non è soddisfatto della situazione attuale, per questo continueremo a progredire nel secondo semestre”.
E sul fronte della liquidità? “Siamo ancora in buona posizione – la risposta di Ostermann a un analista – e lavoriamo sodo per avere un bilancio più solido”. La parola passa a Filosa dal quale si attendono soprattutto indicazioni sui piani per l’Italia. C’è solo un anno di tempo per ridare ossigeno agli impianti.