In condominio, la manutenzione del giardino non riguarda solo chi si affaccia sul verde: è affare di tutti. Un’area ben curata incide sul decoro dell’intero edificio e sul valore di mercato delle singole unità. Non a caso, le spese per la cura delle parti comuni verdi, come taglio dell’erba, potature e sistemazione degli alberi, vanno ripartite tra tutti i condomini, box e negozi inclusi, secondo i millesimi di proprietà.
Ma cosa accade quando a crescere “troppo” non è il verde comune, bensì quello di un singolo condomino? Quando, ad esempio, rami e rampicanti superano i confini, oscurano finestre altrui o addirittura si avvolgono a strutture pericolose come i tubi del gas? Cerchiamo di capirlo, prendendo spunto da un caso reale.
Se la pianta invade: cosa dice la legge
Quando i rami sporgono nella proprietà altrui, il Codice civile (articoli 896 e 899) parla chiaro: chi li subisce può chiedere al vicino di tagliarli e, in caso di inerzia, farlo lui stesso a sue spese, previa autorizzazione. Ma se i rami oscurano finestre, o compromettono la vivibilità di un’abitazione, si può andare oltre e chiedere un risarcimento del danno.
Il caso: una magnolia troppo invadente
Un esempio concreto lo offre una recente sentenza del Tribunale di Roma (la numero 4583 del 2025). Una condomina si è rivolta al giudice perché i rami di una magnolia, cresciuta nel giardino della vicina del piano terra, invadevano le sue finestre al primo piano, riducendo luce e aerazione. A peggiorare le cose, c’erano anche rampicanti finiti sul tubo del gas, con potenziali rischi.
Il giudice ha stabilito che la pianta era di esclusiva proprietà della condomina del piano terra, e che nessun beneficio condominiale derivava dalla sua presenza. Di conseguenza, la responsabilità della manutenzione (e dei danni) era tutta sua. Risultato: potatura obbligatoria, rimozione dei rampicanti e risarcimento di 3.500 euro.
Buone regole per un verde condiviso
Per evitare liti e contenziosi, in realtà, basta poco:
controllare periodicamente alberi, siepi e rampicanti, anche nei giardini privati;
rispettare le distanze e i confini, soprattutto in verticale;
intervenire subito se un vicino segnala disagi: evitare il problema è meglio che risolverlo in tribunale;
ricordare che anche il verde ha un impatto sulla vivibilità altrui. E in condominio, questo conta.
Se è vero che il verde apporta un indubbio contributo alla nostra vita e alla nostra salute, e che un giardino curato è certamente un bene per tutti, è importante considerare che rappresenta anche una responsabilità personale.
Quando una pianta privata crea problemi agli altri condomini, chi la possiede deve intervenire.
Se non lo fa, rischia di dover pagare, e anche caro. Trovare l’equilibrio tra i propri diritti e il rispetto di quelli altrui, seguendo le regole e utilizzando il buon senso, resta la chiave per evitare discussioni ed eventuali azioni legali.