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Legge di Bilancio 2025: tutte le novità per le pensioni


I punti chiave

Dal 2025 le pensioni subiranno un aumento grazie al consueto meccanismo di perequazione, che adegua gli importi all’inflazione. Per i trattamenti pensionistici fino a quattro volte il minimo, è prevista una rivalutazione provvisoria dello 0,80%, con eventuale conguaglio a fine anno, come stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia del 15 novembre 2024. L’indice di adeguamento per il 2024 rispetto al 2023 è stato confermato al 5,4%, in linea con le previsioni. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il meccanismo di rivalutazione

Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni si basa su un sistema a fasce, come previsto dall’articolo 69 della legge 388/2000, con una particolare attenzione verso gli assegni di importo più basso, che beneficiano di un adeguamento pieno. Al contrario, gli assegni di importo più elevato subiscono una rivalutazione ridotta. A partire dal 2025, sarà nuovamente adottato il criterio delle fasce differenziate descritto nell’articolo 1, comma 478, della legge 160/2019. Con questa modalità, come anticipato, l’importo delle pensioni fino a quattro volte il minimo sarà rivalutato applicando l’intero tasso dello 0,80%. Per gli importi compresi tra quattro e cinque volte il minimo, il tasso di rivalutazione sarà ridotto al 90% dello 0,80%, ossia allo 0,72%. Per gli assegni superiori a cinque volte il minimo, invece, si applicherà una rivalutazione pari al 75% dello 0,80%, ovvero dello 0,60%. Questo sistema mira a tutelare maggiormente le pensioni più basse, garantendo un adeguamento integrale, mentre quelle di valore più elevato ricevono incrementi proporzionalmente più contenuti.

Il trattamento minimo

L’importo minimo del trattamento, pari a 598,61 euro, subirà una rivalutazione aggiuntiva del 2,2% per il 2025, come stabilito dalla legge di Bilancio 2025, portandolo a 616,67 euro. Per il 2026, la rivalutazione aggiuntiva sarà dell’1,3%. Inoltre, nel 2025 è previsto un incremento di 8 euro al mese per 13 mensilità a beneficio di coloro che percepiscono l’assegno sociale e hanno almeno 70 anni di età. Questo aumento riguarda pensionati previdenziali e assistenziali, ciechi titolari di pensione, soggetti di età superiore a 18 anni, invalidi civili totali, sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione.

I benefici per chi lavora anche dopo aver ottenuto i requisiti pensionistici

La Legge di Bilancio 2025 potenzia gli incentivi per chi sceglie di continuare a lavorare dopo aver maturato i requisiti pensionistici. I dipendenti che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata flessibile o AGO entro il 31.12.2025 possono rinunciare alla quota contributiva IVS a loro carico. In tal caso, il datore di lavoro non verserà tale quota, che sarà invece aggiunta in busta paga. Tuttavia, questa somma aumenta il reddito Irpef e, di conseguenza, la tassazione.

Agevolare il pensionamento anticipato

La legge di Bilancio 2025 introduce diverse opzioni per agevolare il pensionamento anticipato. Per la cosiddetta Quota 103, i requisiti sono fissati a 62 anni di età e 41 anni di contributi, con una finestra mobile di 7 mesi per i lavoratori privati e di 9 mesi per quelli pubblici. L’APE sociale viene rifinanziata, permettendo il prepensionamento a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 anni di contributi, elevati a 36 per chi svolge lavori gravosi e a 32 per gli edili. Opzione Donna consente il pensionamento a 61 anni di età con 35 anni di contributi, ma è accessibile anche a 60 anni per le donne con un figlio o a 59 anni con almeno due figli, nonché per le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi.

Infine, la pensione anticipata contributiva, che richiede 64 anni di età, 20 anni di contributi e una soglia minima di importo pari a tre volte l’assegno sociale, introduce dal 1° gennaio 2025 la possibilità di includere nel calcolo anche le rendite da fondi di previdenza complementare, con soglie ridotte per donne con figli.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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