Mercato globale e terre rare. Sono stati questi i grandi temi economici e geopolitici, affrontati in due rispettivi panel, al centro dell’evento organizzato ieri dal Giornale a Milano. Palazzo Mezzanotte la location. Nel primo dibattito, moderato da Hoara Borselli, si è posta la questione del consumo di energia per la mobilità delle persone e delle merci e la sua compatibilità con le nuove politiche di sviluppo sostenibile. Andrea Porchera, responsabile comunicazione Renexia, ha affermato che le aziende oggi «non possono permettersi un approccio ideologico, bensì pragmatico». Un atteggiamento opposto, infatti, «non farebbe l’interesse del sistema» e comporterebbe solamente dei danni per tutti. Ecco perché è necessario sicuramente porre in atto una «progressiva transizione verso fonti rinnovabili più pulite», senza tuttavia dimenticare le tradizionali.
Sulla stessa linea si colloca anche Filippo Rodriguez, head of Macro Area Nord Enel, secondo il quale «non ci si può innamorare di un’idea o di un progetto qualunque a prescindere», ma bisogna affrontarlo pensando ai vantaggi costituiti nei confronti di questi tre imprescindibili capisaldi: ambiente, società ed economia. L’obiettivo è «rispettare le vocazioni del territorio, specialmente per un’azienda come Enel che gestisce infrastrutture strategiche destinate a durare nel tempo». L’head of Leaf Eu Philip Morris Italia, Cesare Trippella, rivendica con orgoglio la visione di un mondo senza fumo, immaginato dal 2008. «Abbiamo soppresso il nostro prodotto fondamentale e stiamo andando velocemente in una precisa direzione scientifica e ambientale», ha affermato aggiungendo che «quaranta milioni di persone sono passate dalle sigarette al tabacco riscaldato e presto arriveranno prodotti di nuova generazione».
Tutti e tre i panelist hanno rimarcato l’importanza delle cifre che le rispettive società hanno destinato alla transizione green. Renexia ha messo in campo un investimento che sfiora i 10 miliardi di euro per «il più grande parco eolico offshore galleggiante del Mediterraneo, Med Wind». Enel ha puntato 44 miliardi dei quali «22 miliardi sono stati destinati all’Italia e ben 16 alle reti, che rappresentano un fattore abilitante». Philip Morris ha speso 15 miliardi in tecnologia per una «scelta senza ritorno».
La discussione sulle terre rare ha coinvolto la Ceo & Founder di Race Consulting, Simona Benedettini. L’economista, intervistata da Vittorio Macioce, spiega che con questa espressione si descrivono «elementi presenti nella forma di tracce minerarie altamente disperse». Le terre rare sono diventate importanti perché «soddisfano il fabbisogno di una serie di settori che riguardano soprattutto le energie pulite». Da questo punto di vista, la Cina ha assunto un enorme potere per due motivi.
«Detiene il 90% della capacità di raffinazione delle terre rare, nonché specialmente della grafite» e poi può basarsi su «un assetto politico non democratico, che diventa una leva di successo agli occhi dei mercati». Il problema è il ruolo dell’Europa. «Il dato che preoccupa è la totale mancanza di una strategia Ue in termini di difesa e transizione energetica», ha concluso.