«Mi è appena arrivato un messaggio dalla conferenza dei servizi, è stata approvata l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, ndr), lo stabilimento di Taranto è salvo, la siderurgia italiana è salva». L’annuncio del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è arrivato ieri pomeriggio dal palco della Cisl, durante il congresso della sigla sindacale.
La nuova autorizzazione integrata ambientale Aia appena rilasciata (contrari Regione, Comune e Provincia) prescrive il limite di sei milioni di tonnellate annue di produzione per 12 anni e pone 470 prescrizioni. Si tratta, comunque, di un’autorizzazione temporanea, che andrà rivista a partire da agosto in base all’accordo di programma tra governo, enti locali di Taranto e Regione Puglia sulla decarbonizzazione della fabbrica. Per la definizione di questo accordo, Urso ha convocato per il 31 luglio l’incontro conclusivo. Il vero successo sarà, dunque, la versione definitiva; ma il documento rilasciato ieri serve per non far eseguire al tribunale di Milano la chiusura dello stabilimento tarantino.
Lo stesso ministro, poco prima di dare l’annuncio, aveva spiegato che l’autorizzazione è una sorta di «ponte» in attesa che venga approvato il piano di piena decarbonizzazione, «perché io non posso imporre al comune di Taranto la nave rigassificatrice, è competenza del Comune, né posso fare una gara sapendo che il comune si oppone ad un fattore abilitante. Nessuno investe se non ha certezza che l’investimento si realizzi».
Intanto, l’Ombudsman europeo – ovvero l’organo che indaga sulla cattiva amministrazione delle istituzioni Ue – ha avviato un’indagine sulla Commissione Ue per la presunta inazione nei confronti dell’Italia sul caso ex Ilva, nonostante la procedura d’infrazione aperta nel 2013 per violazioni delle norme Ue sulle emissioni industriali e sull’ambiente. Lo ha comunicato lo stesso Mediatore in una lettera a Ursula von der Leyen. L’Ombudsman chiede a Bruxelles, entro il 30 settembre, un resoconto dettagliato delle misure adottate a partire dall’invio della prima lettera di costituzione in mora a Roma. Ai fini dell’indagine, il team incaricato dall’Ombudsman, Teresa Anjinho, dovrà esaminare l’intero fascicolo relativo alla procedura d’infrazione sempre entro il 30 settembre.
La decisione dell’Ombudsman è arrivata a seguito di una denuncia presentata dall’eurodeputata del M5S, Valentina Palmisano.
Ma era stato il governo Conte a togliere lo scudo penale a Arcelor Mittal e poi, a marzo 2020, per evitare «la causa del secolo», a cambiare in gran segreto gli accordi parasociali stralciando la riassunzione degli operai in esubero in Ilva in amministrazione straordinaria.