Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha aperto il suo intervento all’assemblea dell’Ania, l’associazione delle compagnie assicurative italiane, ribadendo la solidità economica dell’Italia. Il ministro ha sottolineato come il Paese stia attraversando un periodo di “crescita solida”, con l’occupazione in aumento e l’inflazione sotto controllo. In particolare, ha ricordato che il “deficit pubblico è in progressiva riduzione, previsto al 3,3% del Pil nel 2025”, con un percorso di riduzione graduale negli anni a venire. In questo contesto, ha ribadito l’impegno del governo italiano a mantenere un’impostazione di “serietà e responsabilità nei conti pubblici”, pur sostenendo al tempo stesso “investimenti, competitività e export a beneficio della crescita strutturale delle nostre imprese e dell’economia nazionale”.
La previdenza integrativa
Il vero tema caldo emerso dall’intervento di Giorgetti è stato quello della riforma della previdenza integrativa, un sistema che, come ha ricordato il ministro, è ancora regolato dal quadro normativo del 2005. In un contesto sociale e demografico ormai mutato, ha sollevato la necessità di intervenire per “modernizzare” il sistema e “rafforzarne la diffusione, l’efficacia e l’equità”. Ha affermato che “l’adesione alle forme previdenziali integrative è cresciuta, ma è lontana dai livelli riscontrabili in altri Paesi”, nonostante gli “interventi fiscali favorevoli”. In particolare, ha messo in evidenza che i rendimenti delle forme previdenziali italiane “non sempre si discostano in modo significativo da quelli conseguiti optando per il mantenimento del Tfr in azienda o destinandolo all’Inps”, sottolineando che questo non basta a garantire una protezione adeguata per i lavoratori, né a risolvere il “pension gap”.
Giorgetti ha insistito sul fatto che un “sistema di previdenza complementare maggiormente sviluppato” è necessario non solo per ridurre il gap pensionistico, ma anche per contribuire al “finanziamento e allo sviluppo del sistema Paese”. Ha chiuso questa sezione affermando che l’Italia deve “rispondere agli interessi dei singoli e a quello generale di un sistema di previdenza complementare più competitivo”.
L’ironia sulle compagnie assicurative
Nel corso del suo intervento, Giorgetti non ha risparmiato una certa ironia nei confronti delle compagnie di assicurazione italiane, facendo riferimento alla loro scelta di ridurre gli investimenti in titoli di stato italiani (Btp) proprio nel momento in cui il consenso internazionale nei confronti dell’Italia stava crescendo. “È curioso che questa diminuisca mentre il consenso generale aumenta”, ha detto, riferendosi al fatto che nel 2024 gli investimenti delle compagnie assicurative italiane in titoli di stato italiani sono scesi al 21,2%, rispetto al 2023. Questo calo è avvenuto in un periodo in cui, come sottolineato dal ministro, il “rating del nostro Paese è aumentato e lo spread con i Bund tedeschi è sceso”, segnalando un crescente riconoscimento internazionale della stabilità dell’Italia.
Tuttavia, nonostante questo calo, Giorgetti ha rassicurato che “abbiamo ovviato a questa diminuzione”, facendo intendere che, nonostante l’ironia, l’Italia sta comunque procedendo con una gestione solida e responsabile dei suoi conti pubblici.
La vigilanza europea
Un altro tema sollevato dal ministro è stata la necessità di una vigilanza europea più coerente e omogenea nel settore assicurativo. Giorgetti ha parlato della “vigilanza di tipo europeo” come un obiettivo da perseguire, ma ha precisato che ciò “non necessariamente comporta un passaggio di poteri dalle autorità nazionali alle autorità europee”, bensì dovrebbe comportare una “capacità di coordinare e uniformare le pratiche di vigilanza nazionali”. In questo contesto ha richiamato la recente crisi di Eurovita nel 2023, sottolineando che l’episodio si è concluso positivamente “senza che si sia realizzata alcuna perdita di valore per gli assicurati”.
Giorgetti ha quindi esortato a una maggiore “simmetria delle regole e delle prassi” a livello europeo per evitare che una compagnia, grazie alla sua giurisdizione di origine, possa godere di vantaggi ingiustificati rispetto alle concorrenti. “Il mercato unico deve garantire al cittadino assicurato le medesime tutele quale che sia l’origine della controparte”, ha concluso, ribadendo la necessità di un “level playing field” a livello europeo.
Le sfide future: assistenza sanitaria e calamità naturali
Infine, Giorgetti ha trattato due ambiti in cui il settore assicurativo può giocare un ruolo decisivo nell’interesse pubblico. Il primo riguarda la crescente domanda di assistenza sanitaria, legata all’invecchiamento della popolazione. Il ministro ha ricordato che il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” ha stanziato “elevate risorse per rilanciare la sanità” e ha sottolineato l’importanza di “rafforzare la collaborazione tra il pubblico, l’offerta di prestazioni private e le forme di sanità integrative”.
Il secondo ambito è quello delle calamità naturali.
Giorgetti ha evidenziato che le assicurazioni private hanno un ruolo fondamentale nel “proteggere dotandosi di polizze assicurative per coprire i danni”, ma ha anche invitato le istituzioni a “promuovere la consapevolezza sui rischi naturali e sull’importanza della protezione assicurativa”.
Concludendo il suo intervento, Giorgetti ha rimarcato la centralità del settore assicurativo nel garantire un futuro più sicuro e sostenibile per l’Italia.