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Disoccupazione, come cambia la Naspi da gennaio


Cambiano i criteri di accesso alla Naspi nel 2025.

La legge di bilancio ha introdotto, difatti, alcune modifiche alla Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego, cioè l’indennità mensile di disoccupazione per i lavoratori che si trovino in stato di disoccupazione dopo un periodo di lavoro con contratti subordinati o similari.

La principale innovazione riguarda coloro i quali si siano dimessi volontariamente o abbiano risolto consensualmente al datore, un contratto a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti.

Ma cosa è Naspi, e come funziona? Entriamo più nel dettaglio.

Cos’è la Naspi

Istituita nel 2015, la Naspi è una indennità mensile di disoccupazione rivolta, come ricorda all’, a lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi:

  • apprendisti.
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative.
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Per accedere è necessario che, oltre a ricadere in una di queste categorie di lavoratori, sussistano quali ulteriori requisiti:

  • delle dimissioni per giusta causa o intervenute durante il periodo tutelato di maternità.
  • la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
  • il licenziamento.

Sono esclusi, invece, dalla Naspi

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni.
  • gli operai agricoli a tempo determinato.
  • i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.
  • i lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato.
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi.

Come richiederla

L’indennità di disoccupazione non scatta automaticamente, ma deve essere richiesta dall’interessato esclusivamente in via telematica, o in alternativa attraverso i patronati o contact center dell’Inps, entro 68 giorni dalla data di fine del rapporto di lavoro.

L’indennità di disoccupazione spetta a partire dall’ottavo giorno successivo alla data di fine del rapporto di lavoro.

Cosa cambia

Secondo quanto stabilito dalla legge di bilancio, a partire dal 2025 l’ottenimento dell’indennità di disoccupazione spetterà ai lavoratori che si siano dimessi volontariamente, o che abbiano risolto consensualmente un contratto a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti, che abbiano accumulato almeno 13 settimane di contributi versati durante il periodo di lavoro appena concluso.

Senza questo requisito non sarà possibile richiedere l’indennità salvo che la chiusura del rapporto lavorativo sia dovuto a dimissioni durante il periodo di maternità o

per giusta causa.

Infine, dal primo gennaio 2025 è scattata la rivalutazione dell’importo dell’assegno di disoccupazione che, quindi, sarà più in relazione al tasso di inflazione medio 2024, l’aumento sarà circa dello 0,8%.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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