La riforma del concordato preventivo biennale è in via di definizione al ministero dell’Economia. Si lavora per evitare la decadenza con gli avvisi bonari se le irregolarità si sanano in tempo e a riaprire i termini del ravvedimento speciale. Nel decreto legislativo atteso in Consiglio dei ministri arriveranno i rilievi del Parlamento che dovrebbero rendere più attraente il pagamento anticipato (e concordato) delle imposte per il biennio 2025-2026, visto che per il 2024 le adesioni sono state inferiori al previsto, anche a causa della rigidità sulla decadenza per banali errori fiscali. Ecco perché dovrebbe essere introdotta, secondo quando ricostruisce “Italia Oggi”, la possibilità di sanare l’irregolarità entro 60 giorni.
Una delle modifiche riguarderà la proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate e il rapporto tra reddito presunto, e pagelle fiscali, con una possibile diversificazione del parametro a seconda del «voto» sull’affidabilità fiscale dell’azienda.
Sulla riapertura del ravvedimento speciale lo scontro è più acceso: l’obiettivo è estendere gli effetti della sanatoria all’anno di imposta 2023. Si deciderà nel prossimo Cdm, come anticipato dal viceministro Maurizio Leo nei giorni scorsi al festival dell’Economia di Trento.