- La 59enne, famosa showgirl in passato, moglie di Raf, ha avuto una grave patologia
- Si mette a nudo a La Volta Buona, ospite di Caterina Balivo
Gabriella Labate, moglie di Raf, a La Volta Buona, ospite di Caterina Balivo, parla della sua carriera da showgirl e dell’amore che la lega da 35 anni all’artista 64enne, da cui ha avuto i due figli Bianca e Samuele. Non solo, in tv si apre sulla malattia rarissima di cui aveva già raccontato in passato, rivelando di avere una cicatrice che dal petto le scende fino all’inguine. “Dalle buste della spesa mi sono ritrovata ricoverata d’urgenza in ospedale al Gemelli”, confessa.
Ripercorre con la mente quando il suo libro, Nudi, è uscito sul mercato la prima volta. “Il momento in cui è uscito il mio libro non me lo sono goduto appieno perché dopo il terzo firma copie del libro mi sono accorta di non stare bene. Quindi ho trascorso un lungo periodo in ospedale e una lunga ripresa, perché ho avuto una patologia molto rara, ma anche molto brutta…”, confida Gabriella.
“Durante quel terzo firma copie io avevo fastidi vari, mi sentivo svenire, però poi mi riprendevo subito. La testa mi ha detto: fatti vedere perché c’è qualcosa che non va. Racconto una cosa che non ho mai detto. Io sono molto legata alle farfalle, mi danno come dei segnali, mi piace pensare che sono come dei messaggeri, lo penso da quando una persona a me molto cara è volata via e prima di andarsene, aveva parlato di farfalle. E, da quando lui è rinato in Cielo, c’è sempre una farfalla nei paraggi dove sono io, quindi mi piace pensare che sia una sorta di messaggero e protezione”, prosegue la Labate.
“Una mattina non mi sentivo tanto bene ed ero indecisa: mi faccio vedere o non mi faccio vedere? Vado a fare la spesa e mi accorgo che, mentre mi continuavo a chiedere se andare dal medico o meno, mi guardo i piedi ed avevo una farfalla proprio poggiata lì. Così mi sono convita e meno male: dalle buste della spesa mi sono ritrovata ricoverata d’urgenza in ospedale, al Gemelli”, sottolinea ancora la moglie del cantante.
Gabriella poi sulla malattia avuta chiarisce: “E’ patologia rarissima. Una sorta di ‘mostrino buono’, ne parlo così perché sono qui a raccontarlo. E’ nato nell’utero e poi è entrato nelle ovaie e attraverso le vene ovariche è salito in tutti i vasi sanguigni, fino al cuore. Incredibile, sì, incredibile che sia qui a raccontarlo”.
“Il libro lo vedo un po’ come me. Quando ne sono uscita, e benissimo, sono passati tanti anni, quando sono tornata a casa, mi dovevo riprendere da questo caos… – spiega Gabriella – Mi sono ricomprata il libro e l’ho tolto da tutti i punti vendita. La cosa incredibile è che probabilmente in questo modo l’ho reso introvabile, per cui se lo passavano. Continuavano a chiederlo nelle librerie… L’ho tolto perché era come una gioia interrotta. C’era forse un’idea di farlo riuscire, ma molto blanda. A un certo punto però ho deciso di farlo uscire nuovamente, ma cambiando il titolo e inserendo degli inediti. Ecco, questo libro lo vedo come una fenice: ha avuto una seconda possibilità, proprio come me”.
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