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Voto Ue su Von der Leyen: cosa faranno i parlamentari italiani? Ecco gli scenari

3′ di lettura

Ormai ci siamo. Giovedì 18 luglio a Strasburgo l’Europarlamento deciderà se confermare o meno il mandato di Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea. Un appuntamento a cui i parlamentari italiani si presentano divisi non solo tra maggioranza e opposizione ma anche al loro interno. Usando un parametro arcinoto tra gli affezionati alla schedina è una partita da 1-x-2.

Nella maggioranza Forza Italia, che fa parte del Ppe e cioè il partito di von der Leyen che l’ha indicata spitzkandidaten, voterà certamente sì, come ha detto e ripetuto il leader azzurro nonché vicepremier Antonio Tajani. La Lega di Matteo Salvini altrettanto sicuramente voterà invece no come tutto il gruppo dei Patrioti fondato dal premier ungherese Viktor Orban e dove si sono ricollocati quasi tutti i partiti di estrema destra da Rassemblement National di Marine Le Pen agli austriaci dell’Fpo che hanno come comun denominatore la lotta all’immigrazione e un atteggiamento più benevolo verso Vladimir Putin.

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Fdi verso l’astensione

Quanto ai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni al momento sembra prevalere l’ipotesi dell’astensione, che vale come voto contrario. I negoziati tra la premier e von der Leyen sono in corso per assicurare all’Italia – ha detto più volte Meloni – «il Commissario che le spetta» e cioè un portafoglio economico (Bilancio, Concorrenza, Mercato unico) assieme a una vicepresidenza esecutiva. Questo l’obiettivo. Ma c’è anche dell’altro. Ed è il posizionamento politico della leader di Fdi e presidente dell’Ecr, il gruppo dei Conservatori che ha subito il sorpasso dei Patrioti e in casa deve guardarsi dal fuoco amico della Lega ma che allo stesso tempo non può permettersi di perdere la credibilità costruita in Europa in questi due anni. E’ il bivio di cui molti parlano in questi giorni strattonandola un po’ di qua e un po’ di là.

Opposizione divisa

Anche l’opposizione si presenta però altrettanto divisa. Il Pd, che fa parte del Pse, i Socialisti europei, dichiarerà il voto a favore di von der Leyen mentre il suo alleato, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte sembra orientato a votare “no” come il resto del gruppo della Sinistra, The left, dove si è appena iscritto. Quanto ad Azione e Italia viva il loro appoggio alla presidente uscente è solo verbale visto che non avendo raggiunto la soglia di sbarramento sono rimasti fuori dall’Europarlamento.

Incognita voto segreto

La frammentazione certo non aiuta ma è inevitabile. La costruzione del consenso attorno a von der Leyen va infatti letta come un puzzle in cui il venir meno o lo spostamento di una tessera si riflette sull’intero disegno. Per essere più chiari: se Meloni dovesse decidere di dare apertamente il proprio sostegno al bis della Presidente uscente, immediatamente si rifletterebbe sul posizionamento degli altri partiti. Il Pd e in generale i socialisti hanno detto più volte che ritengono impraticabile un allargamento della maggioranza a destra, a Fdi. Forza Italia invece ha fatto sapere che il suo “sì” sarebbe a rischio in caso di un’apertura verso i Verdi. E Meloni a sua volta ha contestato fin dal principio la riproposizione di una maggioranza che “non tiene conto del risultato del 9 giugno”. E’ in questo mare magnum di veti incrociati che naviga von der Leyen, incontrando i vari gruppi, le delegazioni dei singoli partiti, assicurando attenzione ai temi che ognuno mette in cima alle proprie priorità. Sulla carta ha 400 voti. Per essere eletta ne bastano 361. Ma il voto è segreto e i franchi tiratori abbondano. Per questo cerca comunque scialuppe di salvataggio anche fuori dalla maggioranza. Giovedì 18 sapremo se è riuscita ad arrivare in porto o è stata affondata.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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