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Sgarbi: «Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario. Sangiuliano è un uomo senza dignità»

«Ringrazio Meloni per non avermi chiesto niente»

Sgarbi ha ringraziato il governo «e in particolare Meloni di non avermi chiesto niente, neanche queste dimissioni, e di avere detto di aspettare l’indicazione dell’Antitrust. L’indicazione è arrivata, si può impugnare, ma è arrivata. A questo punto mi tolgo di scena, ringrazio Meloni e i colleghi di governo, perché non hanno chiesto un’anticipazione» ha aggiunto Sgarbi, sottolineando che «fino a oggi Meloni è sempre stata garantista. In questo momento non le chiedo niente, le invierò la lettera questa sera».

La mozione delle opposizioni

Il 15 febbraio l’aula della Camera avrebbe discusso la mozione delle opposizioni per chiedere al governo di revocare l’incarico di sottosegretario a Sgarbi. Esattamente lo stesso giorno in cui l’Antitrust dovrebbe pronunciarsi sull’incompatibilità tra le sua attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mibact. Secondo quanto si apprende, il procedimento potrebbe essere già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.

L’indagine a Macerata per riciclaggio

Il critico d’arte è indagato dalla procura di Macerata per riciclaggio di beni culturali per il dipinto attribuito al pittore Seicentesco Rutilio Manetti (1571-1639), uno dei maggiori esponenti del Seicento senese, trafugato nel 2013 dal Castello di Buriasco vicino Pinerolo e riapparso a Lucca nel 2021, come inedito di proprietà del critico d’arte ferrarese.e sequestrato il 12 gennaio al sottosegretario. Al centro della vicenda la tela del 1600 di grosse dimensioni raffigurante «un giudice che condanna un uomo dal viso venerando dal profilo di San Pietro di autore ignoto – secondo la reòlazione dei carabinieri – che ricorda i pittori Solimena e il Cavallino, provento di un furto nel castello di Buriasco (Torino) denunciato dalla proprietaria Margherita Buzio il 14 febbraio 2013 ai carabinieri di Vigone». L’accusa per Sgarbi è aver compiuto sullo stesso dipinto, in concorso con persone ignote, «operazioni finalizzate ad ostacolarne la provenienza delittuosa, facendovi inserire in alto a sinistra della tela una torcia, attribuendo l’opera al pittore Rutilio Manetti dal titolo “La cattura di San Pietro” e affermando la titolarità del quadro». Sgarbi ha spiegato di averlo rinvenuto in un immobile acquistato dalla fondazione Cavallini-Sgarbi. Un’opera che poi venne esposta nel 2021, presentata come un inedito di Rutilio Manetti, a Lucca nella mostra curata da Sgarbi dal titolo “I pittori della luce”.

Il sottosegretario conferenziere nel mirino Antitrust

Partecipazioni a conferenze, inaugurazioni di mostre, la vendita di libri. Sono le attività di Sgarbi finite nel mirino dell’Antitrust. L’istruttoria era stata aperta lo scorso ottobre dopo le segnalazioni arrivate dal ministero della Cultura per le possibili incompatibilità con l’incarico di governo. Il procedimento sarebbe già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì, potrebbero venirne comunicate le conclusioni. Lo stesso Sgarbi ha spiegato di aver ricevuto una lettera dell’Autorità «che aveva accolto due lettere anonime, invitate dal ministro della Cultura». Insomma – ha proseguito – «l’indicazione è arrivata. Si può impugnare, ma è arrivata». D’altronde, già dalla delibera con cui l’Agcm aveva avviato l’istruttoria filtravano alcune indicazioni, secondo cui le attività svolte da Sgarbi avrebbero potuto porsi in contrasto con quanto previsto dalla legge Frattini in tema di conflitto di interessi. La normativa stabilisce che un titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non possa «esercitare attività professionali in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite» e che possa «percepire unicamente i proventi per le prestazioni svolte prima dell’assunzione della carica».

La difesa di Sgarbi

Sgarbi si era difeso sostenendo che il suo caso non rientrerebbe in questa fattispecie, sottolineando che non c’era alcun atto da lui firmato, anche solo una lettera, con la quale avesse potuto agevolare i suoi interessi. Successivamente all’avvio dell’istruttoria, l’Antitrust aveva ampliato l’indagine alla vendita dei suoi libri con dedica personalizzata sul proprio sito internet, perché – si spiegava – «potrebbero integrare gli estremi dell’attività di rilievo imprenditoriale». I primi dettagli dell’indagine furono dati dal Fatto Quotidiano, in un articolo dello scorso ottobre nel quale si spiegava che Sgarbi aveva guadagnato «almeno 300mila euro, solo da febbraio a oggi» per conferenze, interventi e partecipazioni televisive. I soldi – sosteneva l’articolo – «sono per il sottosegretario Sgarbi, ma vengono dati anche al suo capo segreteria e alla sua compagna», in quella che il quotidiano definiva «una vera e propria industria fondata sull’arte di procacciare attività che si svolgono pure alla luce del sole, ma le cui remunerazioni restano nell’ombra».


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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