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Settimana corta, ecco le condizioni del governo per aprire alla proposta del Pd

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«Io sono favorevole a prevedere strumenti per incentivare la contrattazione collettiva e aziendale per la sperimentazione della riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario», e a parità di «produttività. Cosa, peraltro, già avvenuta in alcune aziende e per alcuni contratti». Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega) che, per conto del governo, ha dato parere favorevole con riformulazione ad un punto che tratta di questo tema del disegno di legge a prima firma di Arturo Scotto (Pd). Ma cosa prevede la proposta dem cofirmata dalla segretaria Elly Schlein?

Incrementi di produttività e riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario

Sul testo (depositato a Montecitorio a ottobre 2023), giovedì scorso è iniziata la discussione in sede referente in Commissione Lavoro della Camera, insieme a quelli depositati da Avs e M5s (primo firmatario Giuseppe Conte). E la settimana prossima iniziano le audizioni. In particolare la proposta di legge del Pd (”Agevolazione contributiva per favorire la stipulazione di contratti collettivi volti a sperimentare la progressiva riduzione dell’orario di lavoro”) sottolinea la necessità di un intervento legislativo «volto a sostenere quelle virtuose iniziative sperimentali che abbiano come obiettivo la definizione di nuovi modelli organizzativi e produttivi nel nostro Paese, imperniati sulla riduzione dell’orario di lavoro, anche nella formula dei quattro giorni lavorativi settimanali». Un provvedimento di sostegno della contrattazione collettiva che, nel rispetto del ruolo delle parti sociali, «incentivi la sperimentazione di quelle soluzioni che contestualmente consentano incrementi della produttività e riduzione dell’orario di lavoro, a parità di retribuzione».

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Esonero parziale dal versamento dei contributi

Per tali obiettivi, la proposta di legge, come si legge nella relazione illustrativa, prevede «l’incentivo del parziale esonero dal versamento dei contributi, nella misura del 30 per cento dei complessivi contributi previdenziali dovuti, con esclusione dei premi e dei contributi spettanti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente cui si applicano i contratti collettivi tra le imprese e le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale». L’esonero è riconosciuto «per la durata del periodo di sperimentazione prevista dai suddetti contratti collettivi e in proporzione alla riduzione di orario di lavoro concordata». L’esonero viene riconosciuto «nella misura del 40 per cento, qualora le prestazioni lavorative interessate dalla sperimentazione dell’orario di lavoro siano comprese tra quelle considerate usuranti o gravose».

I casi pilota di Regno Unito e Portogallo

Sempre nella relazione introduttiva si citano i casi pilota del Regno Unito e del Portogallo. In particolare nel Regno Unito «61 aziende hanno sperimentato l’orario ridotto a parità di stipendio, prevedendo una riduzione oraria a 32 ore settimanali per ciascun dipendente, da distribuire su quattro giorni lavorativi». Una sperimentazione di sei mesi «che sembra abbia offerto indicazioni più che positive se 38 imprese hanno deciso di estendere la sperimentazione e altre 18 hanno adottato la settimana corta come soluzione permanente». Mentre in Portogallo, dal 5 giugno 2023 è in corso un progetto pilota per la settimana lavorativa di quattro giorni, in corso di sperimentazione in 46 aziende che complessivamente occupano 20.000 lavoratori».

Le sperimentazioni in Italia

Ma anche in Italia alcuni contratti aziendali «si stanno spingendo in avanti, prevedendo di articolare la prestazione lavorativa su soli quattro giorni: una prassi ancora limitata, ma che si rispecchia nella tendenza in atto». I casi citati sono quelli di «Intesa Sanpaolo che è partita a gennaio (2023, ndr)» e «ha esteso la possibilità di sfruttare questa modalità di lavoro anche al comparto assicurativo», nonché della «multinazionale Mondelez International, che controlla i marchi Oro Saiwa, Oreo, Toblerone, Milka, Fattoria Osella, Sottilette e Philadelphia», e che «ha scelto di seguire anche in Italia la linea seguita in Belgio, in Spagna e in altri Paesi europei, avviando la sperimentazione di un anno della settimana corta». Non solo. Nel testo si ricorda che «dal 1° luglio 2022, anche la Awin Italia, azienda di marketing digitale, ha introdotto la settimana corta di quattro giorni in tutte le sue sedi, a parità di salario». Inoltre, «la società Tria spa, azienda che produce macchine per il riciclo della plastica, ha adottato la settimana corta a partire da gennaio 2023 e anche altre aziende hanno manifestato interesse per questa modalità di lavoro».


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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