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Sardegna, un’elezione sul filo come nessuno si aspettava

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Un’elezione sul filo come nessuno si aspettava. Solo qualche settimana fa il centro-destra sembrava avere davanti una discesa che, però, nei giorni si è trasformata in una salita. Ora si sa che gli scrutini proseguono a rilento e che nelle città è in vantaggio la candidata Pd-5 Stelle Todde. Lo è perfino a Cagliari dove è sindaco Truzzu, l’aspirante Governatore sostenuto da Meloni. Anzi, lui è stato fortemente voluto dalla premier al punto da ingaggiare un braccio di ferro con Salvini per scalzare l’ex presidente Solinas e lanciare un suo uomo. Ecco, anche questo rientrerà nel bilancio di questo voto sardo che non si limiterà ad avere delle conseguenze locali ma nazionali.

Un test per la destra al Governo

I dati che al momento arrivano sono troppo esigui per trarre delle prime conclusioni, però si può dire che la posta in gioco è piuttosto alta. Nel senso che è la prima volta che la destra si presenta unita dopo un anno di governo. Non era successo la scorsa volta quando la vittoria di Solinas fu un mix di maggioranza e opposizione: Salvini, infatti, era nel Conte I ma non FdI e Forza Italia. Inoltre, è stata la stessa premier a dare una ribalta nazionale al voto chiudendo la campagna elettorale a Cagliari e lanciando la sua sfida politica, il premierato. Evidente che un’eventuale sconfitta sarebbe una battuta d’arresto e aprirebbe nuove riflessioni su come impostare la campagna per le europee e se sia o no il caso di una candidatura personale di Meloni.

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La conta dei partiti

C’è poi un altro riflesso: la conta dei singoli partiti. Qui si gioca tutto Salvini che combatte per tenere le posizioni e non scivolare nei consensi. C’è da dire che dalle ultime battaglie è uscito sconfitto nella coalizione: non solo il candidato in Sardegna ma pure sul terzo mandato per i Governatori. Ecco, il dato dell’isola verrebbe messo nel conto.

Schlein rischia ma meno di Meloni

Per la sinistra il quadro è diverso. E’ vero, è un test dell’alleanza Pd-5 Stelle ma già il fatto di essere in competizione è un risultato. Insomma, Schlein rischia – certo – ma meno della sua avversaria Meloni. I conti per la leader Pd si faranno solo alle europee quando si vedrà dove si è fermata l’asticella Pd se sopra o sotto il 20% fissato dal partito. E lo stesso può dirsi per Conte, alleato dei Dem in questa battaglia – e pure alle prossime regionali in Abruzzo del 10 marzo – ma competitore nella corsa per le europee dove si vota con il proporzionale. E dove la gara per sorpassare la Schlein è accesa.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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