in

Prime prove di premierato, il 73,1% delle leggi è targato governo Meloni

3′ di lettura

La battaglia al Senato sul premierato “all’italiana”, caro a Giorgia Meloni, ripartirà dopo la tornata delle elezioni europee e amministrative. Ma un elemento è sostanzialmente già condiviso in Parlamento: ancora prima di sapere se la riforma effettivamente decollerà, magari dopo aver consultato gli italiani via referendum, è già evidente come il governo stia guadagnando molto terreno rispetto a quello in realtà assegnato alle Camere dalla Costituzione. Non a caso le opposizioni già parlano di prime prove di premierato, che, per la verità, sono di fatto in corso già da alcune legislature. Gli ultimi dati del servizio studi di Montecitorio sembrano confermare il peso crescente dell’esecutivo nell’attività parlamentare: dal 13 ottobre 2022, quando è iniziata l’attuale legislatura (la diciannovesima) a tutto il 13 maggio scorso ben 87 delle 119 leggi approvate da Montecitorio e Palazzo Madama è risultato di iniziativa del governo. Il 73,1% dei provvedimenti licenziati in via definitiva da Montecitorio e Palazzo Madama arriva insomma da Palazzo Chigi. Che in 18 mesi ha anche varato 59 decreti legge (al quale ne va aggiunto un altro targato governo Draghi), 51 dei quali sono stati convertiti in legge. Dal dossier emerge che nel periodo monitorato il governo per l’approvazione di 32 leggi ordinarie «ha fatto ricorso, in almeno un ramo del Parlamento, alla posizione della questione di fiducia» e in 19 casi la “blindatura” è scattata in entrambe le Camere.

In 18 mesi 119 leggi, solo il 25,2% d’iniziativa del Parlamento

Nell’ultimo monitoraggio del Servizio studi della Camera (Osservatorio legislativo e parlamentare) si indica che nel primo scorcio dell’attuale legislatura, tra il 13 ottobre 2022 e il 13 maggio 2024, sono state approvate 119 leggi: una legge di revisione costituzionale di iniziativa parlamentare (la legge costituzionale n. 1 del 2023, per l’inserimento dello sport tra i valori costituzionalmente tutelati) e 118 leggi ordinarie. Di quest’ultimo gruppo fanno parte 51 “conversioni” di decreti legge e altre 67 leggi ordinarie: 36 sono di iniziativa governativa (comprese le due leggi di bilancio per il 2023 e il 2024), 29 di iniziativa parlamentare e 2 di iniziativa mista (una governativa e parlamentare, e l’altra parlamentare e Cnel (introduzione del cosiddetto oblio oncologico). Nel dossier si fa notare che nello stesso periodo sono stati varati 60 Dl (1 deliberato dal governo Draghi, i restanti dal governo Meloni), di cui appunto 51 “convertiti”, e sono stati pubblicati 62 decreti legislativi e 3 regolamenti di delegificazione. «Nel periodo considerato, quindi – si legge nel report – delle 119 leggi approvate, 87 sono di iniziativa governativa (il 73,1%), 30 di iniziativa parlamentare (il 25,2%) e 2 di iniziativa mista (1,7%)».

Loading…

Già 53 i voti di fiducia

Nel dossier degli esperti di Montecitorio si rileva che nei primi 18 mesi della legislatura in corso il governo per 32 delle leggi approvate ha fatto ricorso al voto di fiducia in almeno uno dei rami del Parlamento. In 19 casi la fiducia è stata posta in entrambe le Camere. Dalla banca dati del Senato emerge che dall’inizio della legislatura a tutto il 4 giugno sono scattate 53 “blindature” sui disegni di legge al voto.

Il nodo decreti, il governo: siamo in linea con gli esecutivi “Conte 2” e “Draghi”

In 18 mesi sono stati varati 60 decreti (uno riconducibile all’esecutivo Draghi), 51 dei quali, come detto, sono stati convertiti. Nel dossier si fa anche notare che sono 7 i Dl decaduti perché abrogati e si aggiunge che «il contenuto di questi decreti legge è però confluito, con emendamenti approvati nel corso dell’iter parlamentare, in altri provvedimenti». Proprio il massiccio ricorso alla decretazione d’urgenza, su cui in passato è intervenuto anche il capo dello Stato sollecitando il rispetto della Costituzione, è finito nel mirino delle opposizioni e del Comitato per la legislazione di Montecitorio, che, così come l’organo gemello del Senato, ha anche ripetutamente criticato il fenomeno delle «confluenze» tra diversi decreti. Per le opposizioni, in particolare, siamo di fronte a un premierato di fatto. Ma alla fine di maggio il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, ha affermato che «volendo seguire questo racconto, il premierato era già in atto anche nel governo “Conte 2” e nel “governo Draghi”, perché siamo assolutamente in linea con il numero di decreti legge dei governi precedenti». Mantovano ha comunque confermato che «vi è certamente un problema di debolezza nel rapporto tra governo e Parlamento che in presenza di emergenze (pensiamo all’alluvione in Emilia-Romagna un anno fa e adesso probabilmente a quello che avverrà per affrontare l’emergenza dei Campi Flegrei) impone la necessità di disporre nell’immediatezza di norme che permettano di affrontare questioni urgenti».


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


Tagcloud:

Matilde Brandi rivede il futuro sposo dopo l’Isola, sorpresa in studio ed esplode la passione

Le foto del party vip dopo la finale dell’Isola dei Famosi