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Nordio: “Toghe non critichino le leggi”. Albano: “Governo vuole lo scontro”

“C’è stata una personalizzazione insopportabile”, dice la presidente di Magistratura Democratica. Il leader della Lega intanto attacca: “Quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi, di cambiare mestiere e di fare politica con Rifondazione Comunista”. Nordio: “Toghe non critichino leggi, politica abbassi i toni”

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Ancora scontro tra governo e magistratura. “Non ho nessuna intenzione di andare

allo scontro con il governo, è il governo che vuole fare uno scontro con me e io voglio sottrarmi. C’è stata una personalizzazione insopportabile”, dice la presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma, a margine del convegno di Magistratura Democratica a Roma. 

“Quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi, di cambiare mestiere e di fare politica con Rifondazione Comunista. Sono un problema per l’Italia”, attacca su X il leader della Lega Matteo Salvini, postando una frase e la foto proprio di Albano. La tensione si è alzata nonostante l’intervento, al convegno di Magistratura Democratica, del ministro della Giustizia Nordio, che aveva auspicato un dialogo: “Mi auguro che nel confronto futuro ci sia sempre meno una critica della magistratura al merito politico delle leggi in Parlamento e un abbassamento di toni da parte della politica a criticare le sentenze”. 

Albano: “Giudici rispettano il diritto”

Albano, parlando del ‘caso Albania’ ha chiarito che “ci sono dei giudici che cercano di fare il loro lavoro e c’è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi, dall’Unione delle camere penali alle associazioni dei professori di diritto dell’Unione europea: tutti hanno sostenuto che sulla supremazia del diritto europeo non ci si può fare nulla”. Poi, durante il convegno, ha spiegato: “Il fatto che chi cerca di applicare la  Costituzione venga appellato come ‘giudice comunista’ mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia e per il suo futuro. In tasca non abbiamo il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione”.

“Parafulmine in una campagna intimidatoria”

Albano a margine del convegno ha anche aggiunto: “Credo che tutto quello che è successo finora sia  molto grave e molto problematico. Sono stata scelta io come parafulmine perché era molto comodo, senza pensare che non ci sono 21 giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che sono iscritti a Magistratura Democratica: i giudici giurano sulla Costituzione studiano al primo anno di università la gerarchia delle fonti e sanno benissimo che la Costituzione e il diritto dell’Unione vengono prima della legge ordinaria e il loro dovere è quello di fare rispettare tutto ciò”.


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Gasparri: “Albano? Stiamo peggio che in Corea del Nord”

Oltre ai commenti contro Albano di Salvini, sono arrivati anche quelli di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI: “È incredibile quello a cui stiamo assistendo. La magistrata di Magistratura Democratica Silvia Albano, nel corso di un comizio del suo movimento di appartenenza, ci rivela che ci sono sentenze già scritte e che saranno divulgate domani. In questo modo si esercita la giustizia in Italia da parte di alcuni magistrati. In una manifestazione di un’organizzazione chiaramente politica, come Md, una sua appartenente ci spiega che c’è già una sentenza fatta, non da lei, e che domani sara’ resa nota ai comuni mortali. Applausi. Stiamo peggio che in Corea del Nord. Lì, forse, ci sono più garanzie e più trasparenza nella giustizia di quante ve ne siano in Italia”.

Anm: “Rapporti rigidi politica costringono difesa”

“La politica ogni volta che irrigidisce i rapporti con la giurisdizione ci costringe alla difesa. La difesa è cosa giusta”. Noi, “guardiamo alla società che è notevolmente cambiata” e “non rinunciamo al diritto di parola”, fa sapere intanto Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, intervenendo al convegno di Magistratura Democratica. Alle volte, “siamo incapaci di leggere, usiamo un modo di rappresentarci che andrebbe rinnovato. Oggi se la democrazia liberale è in crisi, noi lo siamo di più. Bisogna cominciare a pensare anche auto-criticamente di più”, ha concluso Santalucia.

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